Capitolo 22- Intenzioni

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Pov Laila

L'odore di lenzuola pulite mischiato ad un profumo che mi sembrava molto familiare mi invase le narici.
Mi stirai senza aprire gli occhi e mi tirai su sui gomiti.
Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi fu il cuscino su cui avevo dormito.
Mi accorsi subito che era diverso da quello solito e capii che probabilmente non ero nella mia stanza.
Poi alzai lo sguardo guardandomi intorno.
Quando mi resi conto di dove ero mi alzai dal letto così velocemente che ebbi un capogiro.
Portai la mano sulla testa che sentivo pesante tanto da pensare di non reggerla più sulle spalle.

Poi però non pensai ad altro se non a due domande.
La prima è cosa ci facevo a casa di Josh.
La seconda è perché stavo dormendo nel suo letto.
Poi me ne venne un'altra però, dov'era Josh?
Feci per raggiungere la porta della camera quando mi accorsi di avere le gambe nude.
Il mio sguardo mi salì addosso e vidi che addosso avevo una camicia bianca.
Non avevo molti ricordi della sera prima e la camicia non era tra quelli che ricordavo.
Ne sentii il profumo e non ebbi alcun dubbio a chi appartenesse.

Mai mi pentii come in quel momento di aver bevuto come la sera prima.
Avevo perso il controllo di me stessa creando una situazione, come dire...
Imbarazzante?
Strana?
Potevano essere aggettivi giusti per descriverla?
Decisamente lo erano.

Con un sospiro raggiunsi il corridoio.
Camminai scalza contro il parquet e arrivai in cucina.
Non vidi nessuno.
Guardai ancora meglio ma di Josh non c'era nemmeno l'ombra.
Chissà dov'era andato.
Con chi.
E cosa avrei dovuto fare, da sola e in casa sua.

In risposta alle mie domande, la porta d'ingresso si aprì.
Josh entrò accorgendosi subito della mia presenza.
I suoi occhi passarono ad osservare le mie gambe, le mani che stringevo tra loro dall'imbarazzo, la camicia fino ad arrivare ai miei occhi.
E io non feci diversamente.
Lo guardai attentamente.
Indossava una tuta grigia e una maglia bianca che, mio dio... evidenziavano il suo corpo in ogni angolo e lato possibile.
Ma proprio tutti.
Strizzai gli occhi cercando di smetterla di sembrare così attenta e ridicola nel guardarlo.
"buongiorno" disse "hai fame? Ho ordinato qualcosa da mangiare" sollevò con la mano la scatola che teneva in essa.
Rimasi a fissarlo, di nuovo.
"Grazie, ma non c'era bisogno, hai già fatto troppo per me" dissi cercando di nascondere l'imbarazzo con un sorriso.
Dovevo sembrare alquanto patetica dato che sorrise nel vedermi in quel modo.
"Spero ti piacciano le ciambelle" disse poggiandole sopra il bancone.
"Scherzi, le adoro" dissi.
Aprì la scatola ed osservai la meraviglia che c'era all'interno.
Ciambelle glassate di almeno cinque tipi diversi.
"sembrano deliziose" dissi.
"lo sono" mi guardò "avanti mangia"
Ne presi una con la glassa al cioccolato.
E ne prese una anche lui.
Dire che era buonissima era veramente riduttivo.
Feci un paio di smorfie di piacere mentre la mangiavo con gusto.

"ti senti meglio?" domandò mordendo la sua ciambella.
"si" poi finii di masticare "approposito di ieri, vorrei ringraziarti per, ecco, per esserti preoccupato di me"
"non devi ringraziarmi" disse continuando a mangiare.
"si invece, non mi ricordo molto e non so nemmeno se ti ho messo in qualche situazione di disagio, forse si, non lo so ma, ecco mi dispiace per essere stata d'intralcio. Magari avevi altri programmi, volevi divertiti e ti sono capitata io a rovinare tutto" presi un morso di consolazione.
Fece una risatina.
"D'intralcio?" rise ancora.
Annuii.
"Direi di no e poi non è vero, mi sono divertito lo stesso" masticò "Vederti cadere addosso a me, cercando di baciarmi è stato molto divertente"
Mi andò di traverso il boccone.
O forse non era il boccone.
Iniziai a tossire.
Quasi volevo strozzarmi.
Non era possibile.
Non avrei mai cercato di baciarlo.

Scoppiò a ridere e si alzò a prendermi un bicchiere d'acqua.
Me la porse e afferrai il bicchiere finendola in un sorso.
Poggiai il bicchiere vuoto sul tavolo e lo fissai.
Lui nel frattempo si era appoggiato di spalle al bancone proprio di fianco a me mentre mi guardava dall'alto.
"Non credo ad una parola" dissi "Non l'avrei mai fatto"
"Eppure l'hai fatto, anzi, volevi farlo disse.
"Non ti credo" parlai.
Non potevo.
"ti fa così strano pensare che sia vero?"
"mi fa strano perché non ne avrei motivo" parlai.
"ma quella era proprio la tua intenzione" rispose ammiccando.

Lost in Love - Persi nell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora