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"Jisung per favore dicci cosa c'è che non va." Felix supplicò il ragazzo. Stavano tutti piangendo.

"Pro-prometto che quando sarò più a mio agio con voi ragazzi, ve lo dirò."

"Jisung ti prego! Ti sei quasi ammazzato!!"

"FELIX NON POSSO!" Jisung finalmente scattò, sedendosi e urlando. "C'È UN MOTIVO SE HO CERCATO DI UCCIDERMI."

Hyunjin tirò fuori rapidamente il suo telefono per chiamare Minho, stava sicuramente per andare a prenderlo a calci in culo. Il ragazzo rispose intontito poichè Hyunjin lo aveva svegliato.

"PERCHÉ DOVREI DIRVELO?"

"COSÌ POSSIAMO AIUTARTI SUNGIE!"

"NON POTETE AIUTARMI! NIENTE MI PUÒ SALVARE! SONO DISTRUTTO E NON C'È MODO PER RIPARARMI. DOVRESTE LASCIARMI MORIRE!"

Minho sentì il suo cuore spezzarsi mentre ascoltava le urla in sottofondo. Non poteva più ascoltare. Voleva riagganciare ma non ci riusciva.

"Sungie–"

"No Lix! Te l'ho già detto. Ve lo dirò quando mi sentirò a mio agio. Dovete rispettarlo!"

"PERCHE' NON TI FIDI DI ME?"

"PERCHÉ MI LASCERAI COME HANNO FATTO GLI ALTRI. MI LASCERETE TUTTI."

Jisung scappò dal tetto dell'edificio ed andò dritto a casa.
Non smise di correre finché non arrivò alla sua porta, entrando rapidamente in casa sua.

Non gli importava del resto della giornata scolastica, aveva bisogno di stare da solo.

[...]

"Ti spacco il culo!" urlò Hyunjin dopo aver spalancato la porta di casa di Minho.

"Hyunjin..." disse Felix tirandolo indietro. "No. Non è stata colpa di Minho. So che Jisung ha più motivi."

"Minho? Vuoi rispondere?" Chan agitò la mano davanti la faccia del ragazzo, continuando ad essere ignorato.

"CAZZO, ANDATE VIA OK?! NON SO COME GESTIRE LE MIE EMOZIONI, NON RIESCO AD ELABORARE TUTTO QUESTO!" scattò Minho e tutti lo fissarono gli occhi spalancati.

"Pensavo che lo odiassi" disse Hyunjin.

"Non importa quanto lo odio! Non significa che voglio che si uccida!"

"E allora cosa provi?"

"NON LO SO! FANCULO!"

"Hyunjin andiamocene. Diamo a Minho il suo spazio." Chan afferrò il ragazzo e se ne andarono.

Minho era arrabbiato e non sapeva perché. Si sentiva triste e ansioso. Sentiva troppe cose tutto in una volta.

Prese a pugni il muro più e più volte prima di andare a dormire.
Era il suo modo di sfogarsi.

[...]

Era notte, Jisung uscì dalla finestra e salì sul tetto, sedendosi e ammirando la luna.

"Ciao mamma. Ero così vicino oggi... avrei potuto vederti. Sarà un segno dall'universo? Non è ancora il mio momento di andare? Qualcosa poteva farli ritardare e sarei stato in grado di farlo, ma no. Erano in perfetto orario. Dovrei parlare con loro domani? Dire loro che sto bene e di non preoccuparsi? ...Penso che sarà quello che farò. Cercherò di dormire stanotte, sono esausto. Ti voglio bene mamma, buona notte".

Il ragazzo sospirò rientrando nella sua stanza, chiudendo la finestra e tirando le tende. Si stese nel suo letto e, a differenza delle altre notti, riuscì quasi istantaneamente ad addormentarsi.

love•hate || minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora