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"Per favore... voglio essere felice." singhiozzava mentre guardava la luna.
"Io...vorrei avere il coraggio. Non è che mancherò a nessuno. Non è che la gente se ne accorgerà. Voglio vederti di nuovo mamma. Voglio che tu mi stringa tra le tue braccia e mi dica che andrà tutto bene... Ho b-bisogno che tu mi dica che andrà tutto bene."

Qualcosa quella sera, stava facendo brillare le stelle in modo diverso, facendole sembrare più luminose.

La luna splendeva su di lui, illuminando le lacrime salate che gli rigavano le guance.

Se ne stette lì per ore intere, singhiozzando e parlando con la luna, quando verso le tre decise di mettersi a letto e cercare di dormire.

Si assicurò di impostare la sveglia così non avrebbe fatto tardi.

Perché non riesco a dormire? Dovrei godermi questo momento, senza preoccuparmi di mio padre, ovvero, la persona che mi sta rovinando la vita. Ma non ci riesco.

Ci aveva provato, aveva provato davvero, ma era finito per rimanere sveglio steso sul letto fino a quando non era suonata la sveglia.

Era molto stanco, si mise addosso la sua grande felpa nera con il cappuccio, i jeans strappati neri e le scarpe del medesimo colore.
Sistemò i capelli, lavò denti e partì velocemente per la scuola.

Pensava fosse strano il fatto che suo padre non fosse tornato la notte prima, tornava sempre a casa.

Quando entrò a scuola e vide Minho con i suoi amici, decise di chiederglielo.
Sapeva che non era una buona idea ma, non avendo dormito, non gli importava.

"Hyung..." disse timidamente mentre si avvicinava al gruppo.

"Cosa vuoi?" l'umore di Minho cambiò immediatamente non appena vide il giovane. Un'improvvisa ondata di preoccupazione lo invase mentre esaminava il viso del ragazzo.

Si poteva dire che non aveva dormito affatto la notte precedente, le sue occhiaie e le sue borse erano orribili.

"Mi-mi stavo solo chiedendo se tuo padre avesse tenuto delle riunioni o altro? M-mio padre non è tornato a casa ieri."

"No, non ne ha fatte. Ma forse tuo padre semplicemente non voleva vederti." strinse le spalle sotto lo sguardo scioccato dei suoi amici

"Cazzo! Mi scuso per lui! Dovresti pranzare con noi oggi!" Chan offrì sentendosi in colpa.

"Grazie ma preferisco lasciarvi tra voi... Ora vado, ciao." si inchinò al gruppo trattenendo le lacrime. Tutti lo guardarono mentre si allontanava rapidamente, girando poi il loro sguardo su Minho.

"Sei davvero un idiota! Dio Minho sei uno stronzo!" gli urlò Hyunjin.

"Minho...tutto quello che ha fatto è stato chiederti se tuo padre aveva tenuto una riunione perché il suo non è tornato a casa. Quello che hai detto era completamente inutile. Non c'entrava niente."

"Se è questa la conversazione, allora ciao." lasciò il gruppo e iniziò a camminare.
Si allontanò nella parte abbandonata dell'edificio.

Sentì dei singhiozzi silenziosi e si guardò intorno in cerca della fonte, ma si nascose rapidamente quando sentì parlare.

"Mi manchi più che mai mamma. Per favore, posso unirmi a te? Se mi venisse il coraggio di andare sul tetto e porre fine alla mia sofferenza?"

La campanella suonò e Minho corse in classe, senza mai scoprire chi stava piangendo.
Si sentiva in colpa per non aver confortato la persona, ma cercò di lasciar perdere.

Per pranzo decisero di mangiare sul tetto, perché era una bella giornata.
Erano andati tutti lassù e avevano visto Jisung seduto sul bordo, che guardava in basso.

Avevano preso atto che aveva le cuffie e decisero di mantenere le distanze per non disturbarlo.
Il tetto era grande, quindi era facile stare abbastanza lontano da lui.

Jisung sentì la porta aprirsi e chiudersi, ma la ignorò perché era troppo perso nei suoi pensieri.
Si stava nascondendo da Jungkook, che lo aveva già preso una volta quella giornata.

Sono così inutile? Dovrei finire tutto adesso? Potrei stare con te mamma ma non posso farlo a papà. Sono tutto ciò che ha. Allora perché mi abusa tutti i giorni? Sarebbe triste se me ne andassi? So che mi hai sempre detto di restare forte, ma è dura mamma. Sto provando così duramente e non sembra mai essere abbastanza. O sono invisibile o sono odiato e diavolo, anche io mi odio. Non so cosa fare. Aiutami per favore...

Il ragazzo piangente si girò e guardò il gruppo seduto nel proprio mondo a parlare tra di loro.
Si asciugò velocemente il viso ma ciò non passò inosservato al ragazzo lentigginoso che lo stava guardando.

Cercò di allontanarsi, ma venne fermato.

"Aspetta!"

Si girò e vide il ragazzo alzarsi e camminare verso di lui.

"Ciao, sono Lee Felix." si inchinò al ragazzo che poi fece lo stesso.

"Han Jisung." rispose.

"Mi...mi chiedevo se forse...ti piacerebbe...diventare amici?" chiese Felix giocando con le dita.

Gli occhi di Jisung brillarono nel sentire quella parola.
Amici...

Nessuno gli aveva mai fatto questo tipo di richiesta. Si sentiva più felice che mai.

"Certo" questo potrebbe essere un punto di svolta Jisung!

"Okay yay! Andiamo tutti al bar dopo la scuola, dovresti venire anche te! Vieni, dammi il tuo numero così ti aggiungo alla nostra chat di gruppo."

"O-oh ok!" Jisung sorrise dando a Felix il suo numero. "Qual è il bar?"

"Tranquillo, basta incontrarsi al cancello principale!"

"Va bene" si sorrisero ancora prima di dividersi.

Decise di rimanere sul tetto mentre il gruppo se n'era andato già da qualche minuto.

Sapeva per certo che suo padre gli avrebbe fatto il culo al meglio, ma ne sarebbe valsa la pena.

•••

holaaa oggi forse farò doppio aggiornamento tanto non se la sta inculando nessuno :))

love•hate || minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora