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Fisso la torretta di controllo da mezzora, non sapendo come muovermi senza essere uccisa. Davanti al cancello ci sono tre guardie con ognuno di loro è addestrato per uccidere tutto ciò che si muove, una volta ero una di loro. Sento dei passi dietro di me, afferro il pugnale e lo punto alla gola di chi mi sta dietro. È Steve, con il suo bel visino pulito e Bucky è subito dopo di lui.

"Hai trenta secondi per dirmi che cosa state facendo qui"

Sussurro a pochi centimetri dal viso di Steve, il quale ha la mascella tesa e sembra sudare per il nervoso.

"Metti via quel coso. Siamo qui per aiutarti"

Ordina Bucky abbassandosi verso il suolo. Tiro via il coltello e riprendo la mia posizione iniziale. Sdraiata sulla pancia con un fucile di precisione silenziato.

"Qual'è il piano?"

Steve mi segue a ruota, guarda nel mirino e sposta il fucile in base alla disposizione delle guardie.

"Tre uomini sulla vedetta, tre a terra ed altri tre di guardia nel cortile"

Aggiorna Bucky, che a sua volta ha un fucile di precisione. Ma onestamente non mi serve qui, se proprio deve fare qualcosa, potrebbe andare sul lato sud.

"Io mi occupo dei tre sulla vedetta. Li faccio fuori, posso fare uno scontro corpo a corpo con gli altri tre, ma voi dovete occuparvi degli altri. Li attiro al cancello, e voi sparerete. Ho dei dardi anestetizzanti, saranno ko per qualche ora"

"Oppure ce ne occupiamo insieme. Tu fai fuori quelli sulla vedetta, io e Steve ci occupiamo degli altri"

Alzo gli occhi al cielo, come sempre Bucky vuole avere ragione e decidere lui ogni cosa. Prendo la mira, svuoto i polmoni per poi sparare un colpo. Bucky fa lo stesso, ed entrambi buttiamo giù due uomini sulla vedetta, ne manca uno che si accorge che c'è qualcosa che non va, così faccio fuori anche lui, colpendolo dritto in fronte.

"Seguiremo il mio piano"

"No per niente, il mio piano è migliore. Quelli sono in tre e tu sei una"

Ci giriamo a guardare Steve, che sembra non aver portato lo scudo. Proprio quando serviva. Estraggo un pugnale dalla mia fondina e lo porgo al biondo.

"Ecco a lei Captain America, cerca di non fare casini, o di non farti uccidere, sarebbe uno spreco"

Guardo tutto il suo corpo, per poi tornare al viso. Steve alza gli occhi al cielo, mi abbasso verso Bucky, gli porgo la custodia con i dardi e lo guardo dritto negli occhi.

"Aspetta il mio segnale"

"Steve dille che è un pessimo piano. Si farà uccidere"

Non li sto ad ascoltare, cammino svelta verso il cancello. Cerco di fare il più rumore possibile, in modo da attirare l'attenzione dei tre nel cortile, che abboccano alla mia trappola.

"Fermi o sparo!"

Urla una guardia puntandoci un fucile addosso. Faccio un respiro profondo poi mi butto. Schivo quasi tutti i proiettili, uno si conficca in una spalla. Lo toglierò più tardi. Strappo il fucile dalle mani della guardia, dopodiché gli do un colpo in testa che lo stordisce. Gli altri due accorrono prontamente, ma io e Steve li atterriamo subito.

"Abbiamo poco tempo. Dobbiamo trovare una cartellina rossa. È classificata Progetto Arka"

"A cosa ti serve?"

"Tu cercala e basta"

Corro al piano di sopra,dove l'ho trovata l'ultima volta. Intrufolarmi nel ufficio di Frey non è mai facile. Per fortuna però ho sempre i miei ferri. Li tiro fuori dalla tasca dei pantaloni, Steve è sul attenti, pronto al combattimento. La porta si apre dopo poco, ed entrambi iniziamo a cercare sulla scrivania, negli scaffali della libreria o nei vari porta documenti, ma di quella cartellina nemmeno l'ombra.

"Non può essersela portata con se, quella cartellina è troppo importante!"

Esclamo iniziando a battere sui muri, per cercare una stanza segreta o uno scomparto. Metto il piede su un asse vuota, che scricchiola sotto il mio peso. Io e Steve ci guardiamo, mi abbasso sul pavimento e sollevo l'asse, trovando finalmente quello che cercavo. Insieme a cassette con su scritto dei nomi, c'è anche il mio tra essi.

"Lyn dobbiamo andare"

"Sì"

Annuisco. Afferro la cassetta con il mio nome e la cartellina. Alcune macchine si fermano davanti al cancello, da esse scendono degli agenti armati dell'Hydra.

"Andiamo sul retro"

Indico una finestra abbastanza grande per uscire. Steve va per primo, io lo seguo a ruota, usciamo dal recinto pochi istanti prima che gli agenti facciamo irruzione. Bucky corre verso di noi, d'improvviso scatta la sirena e la zona si illumina tutta.

"Spero che quella cosa valga tutta questa fatica!"

Esclama trascinandoci fino alla sua auto, sul quale saliamo e scappiamo via. Mi estraggo il proiettile dalla spalla, fa molto male ma la ferita non è grave.

"Sei ferita?"

Steve mi afferra il braccio preoccupato. È un uomo così dolce e protettivo, nonostante io l'abbia ferito. Si strappa un lembo della maglietta e me lo stringe intorno alla ferita, per proteggerla dalle infezioni e farla smettere di sanguinare.

"Grazie Steve"

Sorrido gentilmente, lui mi fa un cenno della testa, dopodiché torna a guardare avanti e si scambia sguardi indecifrabili con Bucky.

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