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BUCKY

Steve è seduto in un angolo della sua stanza, con un libro in mano ed un disco di Marvin Gaye nel giradischi. Alza lo sguardo appena quando mi vede entrare nella sua stanza, serra la mascella e stringe le dita attorno al libro.

"Ho sentito quello che le hai detto"

I nostri guardi si incrociano, e rimangono inchiodati. Steve sembra a disagio, ma nonostante questo cerca di mostrarsi tranquillo.

"Non c'è nessuno più importante di te, Steve. Nemmeno lei"

"È la madre di tua figlia"

"E tu mio fratello. Vorrei che le cose tra di noi rimanessero come sono sempre state. Tu ed io, Bucky e Steve"

Steve appoggia il libro sul suo comodino, per poi alzarsi e fermare il giradischi. Si affacci alla finestra, guarda fuori dandomi le spalle, ma so che è turbato.

"Che cosa c'è che non va? È Malya che ti turba tanto? O l'idea che io ed Evelyn siamo uniti più di quanto tu e lei sarete mai?"

Steve ride e scuote la testa, ma non mi risponde. Ancora una volta litighiamo a causa sua, ed ancora una volta è Evelyn la causa di tutto questo.

"Vorrei stare solo"

"Davvero Steve? Dopo tutto quello che abbiamo passato, arriva lei e rovina tutto? Per me lei non conta più niente, ma forse per te non è la stessa cosa"

Busto la rivista sulla pila, dove l'ho trovata ed esco dalla sua stanza sbattendo la porta. Proprio non capisco che cosa gli stia passando per la testa. Se la vuole così tanto che se la prenda, io la odio a morte, in ogni caso. E questa cosa non cambierà mai.

EVELYN

Sussulto quando sento una porta sbattere nel corridoio. L'acqua della vasca è freddissima, ed io mi sono addormentata. Mi alzo dalla vasca ed allungo un braccio per afferrare l'accappatoio, dopodiché mi ci avvolgo. Sciolgo i capelli da quella orribile crocchia umidiccia, per poi spazzolarli. Mi fisso per un istante allo specchio, sono sempre la stessa da tutta la vita. Sono stanca di vedermi giovane, di sentirmi giovane. Ogni tanto penso alla mia vecchiaia, e mi chiedo chi sarà con me. Malya? Tony? Steve? Arriverò a vedermi con i capelli bianchi ed il corpo rugoso? Lascio perdere dopo qualche istante, e torno in camera dove indosso il pigiama. Sono le sette di sera, il che è incredibile. Come ho fatto a dormire nella vasca così tanto? Scendo le scale velocemente e raggiungo la cucina, dove mi aspetta un profumo invitante.

"Ah eccoti, ti davamo per dispersa"

Tony è seduto a capotavola, sua moglie e sua figlia ai suoi lati, ed il resto del gruppo sparpagliato. Per un attimo vedo mio padre al posto di Tony.

"Sembri mio padre... e credimi, non è un complimento"

Li raggiungo lentamente, prendendo posto all'altro capo della tavola, e l'unico rimasto.

"Già, papà mi parlava spesso di lui. Diceva che era un dittatore fuori controllo. È vero che vi chiudeva in uno stanzino se litigavate?"

Annuisco ricordando quei momenti. Se io ed Howard litigavamo, ci chiudeva nel ripostiglio delle scope. Era sempre pieno di ragni e insetti, e rimanevamo li finché non ci confrontavamo e ci chiedevamo scusa.

"Sì, era l'unico modo per farci fare pace. Stretti in uno stanzino, pieno di polvere e ragni. O facevamo pace, o rimanevamo ore ed ore chiusi la dentro"

Malya guarda me e poi Bucky, dopodiché sorride a quest'ultimo. Prendo un po' di cibo dal centro tavola, ciò che è rimasto dopo il passaggio dell'uragano Thor.

"Parlami ancora di lui, non lo conosco affatto, anche se sono suo figlio"

Anche mio padre era così. Una volta i padri erano rigidi e di ghiaccio. Doveva pensare a mantenere la nostra famiglia, tenerci al sicuro e assicurarci una vita normale. Non aveva tempo da dedicare a noi, se non sporadicamente, e Howard ha fatto lo stesso con Tony.

"Tuo padre era dolce e molto simpatico. Amava fare battute, ma quando c'era da lavorare esigeva la massima serietà. Era un fratello protettivo, bacchettone. Mi riprendeva per ogni cosa. Mi diceva sempre di essere generosa con le persone, di rendermi impeccabile agli occhi degli altri. Dovevo essere perfetta, come una Regina, senza mai mostrare agli altri le mie debolezze"

"Ne so qualcosa"

Sorride Tony con uno sguardo emozionato. Quando lui era piccolo, Howard era affettuoso. Ma poi è cresciuto e mio fratello ha iniziato a trattarlo come un bambino grande, anche se non lo era. Voleva renderlo al meglio, una macchina ben oliata. Peccato che Tony era solo un bambino.

"Ti amava molto, ha pianto quando sei nato, e poi ha finto di avere qualcosa negli occhi. Ti cullava quando piangevi, e ti parlava di quello che faceva. Era un ottimo padre, anche se assomigliava al nostro"

Sposto lo sguardo su Malya, che mi guarda affascinata. Non le ho mai parlato di Howard, era un tasto troppo dolente. La sua perdita è stata devastante per me.

"Io assomiglio a mio padre?"

Chiedo a mi figlia, la quale arrossisce ed abbassa lo sguardo. È un si, sono severa come lui e distaccata il più delle volte.

"Mio padre era freddo e distaccato, è vero, ed anche Howard. Ma nessuno amava i propri figli come facevano loro, ed è lo stesso per me. Io ti amo con tutta me stessa, e non sempre te lo dimostro, ma prometto che ci proverò"

Accarezzo uno guancia di Malya, prima di girarmi a guardare Steve e Bucky. Il primo mi guarda con dolcezza, mi ascolta. Bucky invece fissa il tavolo e mangia lentamente. Steve urta per sbaglio il braccio di Bucky, facendogli cadere il cibo nel piatto, e quest'ultimo gli lancia un occhiataccia. C'è qualcosa che non va tra di loro, e sono sicura che c'entra ciò che mi ha detto prima Steve. Forse hanno bisogno dello stanzino delle scope, proprio come me e Howard. O forse ne abbiamo bisogno tutti e tre.

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