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BUCKY

Salto la corda con la musica a palla nelle orecchie, e lo sguardo perso fuori. Oggi piove, il vapore appanna i vetri e la giornata è grigia. È proprio una giornata perfetta perchè rispecchia il mio umore. Ho mentito, mento costantemente da quando Evelyn è apparsa con Malya. Quel bacio ha riacceso qualcosa in me. Mi ha riportato al passato. Sono così orgoglioso però, preferisco lasciare le cose come stanno piuttosto che ammettere che io l'amo ancora, proprio come Steve. Non doveva succedere ancora, questo triangolo era sepolto in profondità, e li doveva rimanere. Che cosa dovrei fare adesso? Andare da lei, sbatterla al muro e dirle che la amo nonostante tutto? Così facendo però rovino l'amicizia con Steve. Oppure continuo ad odiarla, ed a fingere che non sento niente? Mi fermo a corto di fiato, butto la corda per terra e fermo la musica. Quando mi giro trovo Malya che mi guarda. È inquietante quasi quanto me.

"Che fai?"

"Ti osservo"

"Perché?"

Malya scrolla le spalle, mentre io prendo la borraccia d'acqua accanto ai suoi piedi nudi.

"Voglio conoscerti meglio, so solo quello che mi ha detto la Mamma, ma non mi basta"

Ammette arrossendo appena. Mi abbasso sui talloni davanti a lei, ed aspetto che mi dica di più. Non voglio farle credere che mi importa di Evelyn, anche se è così. Non voglio illuderla che saremo una famigliola felice, non funziona così.

"Vuoi sapere cosa mi ha detto la Mamma?"

Scrollo le spalle in risposta, lei sorride divertita prima di iniziare con la parlantina. Su questo ha preso da sua madre, non c'è dubbio.

"Ti piacciono molto le prugne, non inizi la giornata senza prima bere un caffè nero e bollente, e non ti piace parlare appena sveglio. Quello che ho appreso in questi giorni è che sei molto riservato, e orgoglioso"

"Wow, è tutto?"

"So anche che tu e Steve siete cresciuti insieme, avvi una sorella di nome Rebecca, ed eri un tipo abbastanza socievole, sopratutto con le donne"

Quest'ultimo particolare mi mette a disagio, non capisco perché Evelyn le abbia parlato così di me. Sono suo padre, non un suo amico.

"Bene. Altro?"

"È così che sfoghi la rabbia?"

Indica la palestra con un gesto del capo. Mi alzo in piedi e riprendo a saltare la corda, mentre lei se ne sta lì seduta ad osservarmi.

"Non sono arrabbiato"

"Lo sembri però"

"È la mia faccia, tesoro"

Stranamente non mi fa incazzare, se qualcun altro avesse insistito così tanto ad avere una conversazione, probabilmente lo avrei già intimato di andarsene e lasciarmi solo. Ma lei è curiosa, vuole avere un rapporto con me ed io lo voglio avere con lei. È giusto così.

"Che cosa pensi realmente di me? Sei felice oppure disinteressato? Hai mai pensato di volere dei figli"

Mi fermo ancora una volta. Non sono sicuro di riuscire a soddisfare le sue aspettative, ma comunque ci provo. L'onestà è la via migliore da seguire.

"Onestamente? No. La mia vita è stata così impegnata che un figlio era l'ultima cosa a cui pensavo. Ma questo non vuol dire che io non ti voglio"

Lei mi guarda senza accennare a dispiacere o altro. È seria, ma non arrabbiata. Mi lascia abbastanza confuso, non riesco a capire che cosa sta provando o pensando e questa cosa mi turba abbastanza.

"Ma sei felice di sapere che io esisto? Oppure hai semplicemente accettato il tuo destino?"

"Non lo so. Sei capitata"

È l'unica risposta che riesco a dare. Lei annuisce, dopodiché si guarda in giro per la stanza. Per un attimo penso che il suo interrogatorio sia finito, ma poi riprende con le domande.

"Vuoi avere un rapporto con me?"

"Sì, tu vuoi?"

Lei annuisce rimanendo seria. Poi sorride, fa uno di quei sorrisi che mi lascia al quanto confuso.

"Ti assomiglio un po'?"

Cerco di trattenermi dal sorridere, ma non ci riesco. È strana proprio come lo era Evelyn. È quel tipo di ragazzina strana e buffa, goffa e generosa.

"Dovresti chiederlo agli altri, non a me"

"Giusto. Qual'è il tuo colore preferito?"

Capisco che il mio spazio per scaricare il nervoso è ufficialmente chiuso. Ma del resto, anche parlare con Malya è un anti stress efficace. Ha qualcosa che mi calma.

"Non lo so. Non ho un colore preferito, il tuo?"

Mi siedo accanto a lei sulla panca, Malya si gira per portarmi guardare. Si porta le gambe al petto ed appoggia il mento sulle ginocchia.

"L'azzurro è un bel colore, mi ricorda il mare e l'estate"

"Hai mai visto il mare?"

"No. Però immagino che sia bellissimo"

Rimaniamo in palestra a parlare per un'ora. Le propongo di andare a cena fuori solo noi due, per continuare la nostra conoscenza, e lei sembra al quanto entusiasta a riguardo.

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