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Mi sveglio da sola nella stanza, sospiro quando ricordo tutto ciò che è successo ieri, probabilmente Steve e Bucky mi odiano ancora di più. Che cosa avrei dovuto fare? La loro amicizia è più importante di ogni cosa, anche dell'amore che provavo per loro. Decido di scendere le scale, sperando di non incontrare nessuno. Ma come sempre, la fortuna mi odia.

"Buongiorno"

Borbotto avvicinandomi a Tony, Steve, Bucky, Nat e Thor. Che fino ad un attimo prima stavano parlando, probabilmente di me.

"Buongiorno. Come hai dormito?"

Sorride Thor ospitale, mi verso una tazza di caffe cercando le parole adatte per dire di merda ma senza usare parolacce.

"Tu come hai dormito?"

Ribalto la domanda al gigante, che alza le spalle senza darmi una risposta precisa. Tony mi porge un piatto di uova, Bacon e del pane tostato.

"Serve una colazione abbondante, per iniziare bene la giornata"

Recita le parole di suo padre, sorrido ed abbasso lo sguardo a quel piatto dal profumo squisito.

"Ti ringrazio"

"Ma?"

"Ma io devo andare, è stato un piacere rivederti, sei uguale a tuo padre fisicamente. E hai il sorriso di Maria, mi era mancato vedere il suo sorriso"

Ricordo le sue guanciotte paffute, che facevano apparire delle fossette ancor più dolci. Era un bambino così bello, probabilmente lui ha fatto esplodere il desiderio di maternità che avevo sepolto.

"Perché non rimani? Sei di famiglia"

Lancio un occhiata a Steve e Bucky, che fissano i loro piatti senza dire nulla, ma so che mi stanno ascoltando.

"Perché.. non posso"

Bucky si lascia scappare un sorriso amaro. Scuote la testa ed attira l'attenzione di Steve e degli altri.

"Tu fai sempre così. Tu scappi via, non sei capace di affrontare i problemi, ti giri di spalle e fingi di non vedere!"

Esclama per poi sbattere le mani sul tavolo. Si riferisce a quando mi sono unita all'Hydra, per non morire oppure quando sono scappata perché non ce la facevo più ad essere torturata e sfruttata.

"Qualsiasi cosa io faccia non va bene, quindi che senso ha stare qui a farmi insultare ignorare?"

"Sei sempre stata una ragazzina viziata. Se non ti andavo bene correvi da Steve, e se lui non ti metteva le mani nelle mutandine venivi da me!"

Mi ignora completamente, ed inizia il suo monologo da vittima. Peccato che io non li usavo, io li amavo. Bucky era la valvola di sfogo, il migliore amico che faceva l'amore con me, quando ne avevo bisogno. E Steve era dolce e protettivo, mi faceva sorridere, mi faceva sentire le farfalle nello stomaco. Entrambi rappresentavano l'uomo dei miei sogni. Ma alla fine una scelta l'ho fatta.

"Io avevo già fatto una scelta, ed infatti ti ho seguito giù dal treno"

Nella stanza cala il silenzio, Steve fissa il suo piatto con uno sguardo amareggiato, è chiaro che questa rivelazione lo ha ferito. Ma infondo lo sapeva, dev'essere così.

"E allora perché te lo sei scopato? Volevi una conferma prima? Oppure sei solo una sgualdrina a cui piace avere due uomini tutti per se"

"Bucky!"

"No Steve ora basta. Credi che io non vi abbia visti la notte prima del treno? Tutta la squadra vi ha sentiti. Evelyn non ha fatto altro che ingannarci e farci essere in competizione. La verità è che tu eri cotta di me, ma io ti usavo solo per divertirmi tra una missione e l'altra!"

Bucky è fuori di se. Mi punta un dito contro con rabbia. Mi guarda con odio puro, mi sento stranamente triste, ferita. Dovrei semplicemente andarmene, ma forse questa discussione va affrontata una volta per tutte.

"E allora perché hai tradito la squadra per proteggermi? Se non ti interessava di me, perché non hai lasciato che mi uccidesse?"

Sorrido amaramente, mentre tutti nella stanza sembrano voler scappare via. Ci siamo solo noi tre ed i nostri trascorsi. L'odio che proviamo l'uno per l'altra, il rancore. Tutto ciò non sparirà mai, rimarrò per sempre un capitolo buio della loro storia.

"Non te ne dovevi andare?"

Ringhia Bucky alzandosi dalla sedia. Ci guardiamo qualche istante negli occhi, vorrei chiedergli scusa, ma immagino che non serva a nulla. Così mi giro per andarmene, ma Steve mi afferra per un polso.

"Lyn è solo arrabbiato.. sai com'è"

"Smettila di voler salvare tutti, non sei un eroe, non sei il paladino della giustizia. Noi non torneremo mai più quelli di prima, ed io ho altre cose più importanti a cui pensare"

Mi libero con forza dalla sua presa, salgo velocemente le scale e prendo le poche cose che avevo con me. Compreso il progetto Arka. È ora di andarla a prendere, redimermi con lo Shield e sparire.

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