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STEVE

Evelyn scappa su per le scale, sentiamo la porta della sua camera sbattere. Bucky sembra pentito di quello che ha detto, lo noto dallo sguardo e dalla mascella tesa.

"Quando ero piccola mi veniva a trovare ogni settimana, aveva sempre questa espressione fredda quando parlava con la signorina Hill. Ma poi mi vedeva, e il suo sguardo cambiava. Le si illuminava il viso e gli occhi diventavano di un nocciola brillante"

Malya chiude gli occhi, assomiglia così tanto a Bucky, ma ha anche molto di Evelyn. Il sorriso è tra questi.

"Mi portava dei pupazzi o dei biscotti con le gocce di cioccolato. E quando mi abbracciava sentivo un profumo di fiori. Era come sdraiarsi tra le rose. Cercava sempre di essere al meglio, di essere bella e vestita bene. Mi faceva sentire speciale, perché dava tutta la sua attenzione a me, mi faceva domande su domande e mi diceva quanto mi amava. Ogni singola volta come se fosse l'ultimo giorno della sua vita"

Apre gli occhi e punta lo sguardo su Bucky, forse cerca di fargli cambiare idea su di lei. Forse l'ha ferita ciò che ha detto a proposito del treno.

"Mi ha sempre parlato di voi. Dice che eravate gli unici uomini di cui si fidava, oltre allo zio. Penso che meriti di più di una cattiveria tanto brutta"

"Tu non... non sai di che cosa stai parlando"

Borbotta Bucky arrabbiato. Nessuno osa parlare, tranne Malya.

"Invece lo so. Lei mi ha detto tutto"

"Ti ha detto tutto.. e per tutto cosa intendi?"

"Che amava entrambi, e che non ha mai scelto per paura di perdervi, ma che poi Steve si è innamorato di una donna, e lei è venuta da te. Mi ha ripetuto molte volte che il cuore ha due metà, e che c'era spazio per entrambi. E che da quel amore forte sono nata io"

Bucky scuote la testa, si alza e raccoglie da terra le due parti di tavolo. Poi tutto il resto. Giudica tanto Lyn, ma anche lui scappa via.

"Grazie per il riassunto, ovviamente la storia è decisamente diversa, ma una ragazzina non può capirlo"

"Ho sessantasette anni"

"Sì come ti pare"

Bucky sale le scale velocemente, anche lui sbatte la porta della sua camera. Vedo molto Lyn in lei, non si scompone, rimane con la schiena dritta e lo sguardo sicuro.

"Ti va un gelato?"

Interviene Tony per distrarla. Lei sorride cordiale ed annuisce. Ha una cascata di capelli mossi, castani. Il naso è sicuramente di Bucky ma le labbra le ha prese da sua madre. Sono carnose e a cuoricino.

"Sì, mi farebbe piacere"

"Come lo prendi?"

"Al cioccolato con una..."

"Spruzzata di nocciole"

Termina la frase Tony. La guarda sorridendo, e Malya fa lo stesso. Questa connessione tra di loro mi sfugge.

"Il preferito di mio padre. Lo prendeva sempre così. Comprava le nocciole e le sbriciolava per poi rovesciarle nel gelato"

"Lo so, me l'hai insegnato la mamma. Lei le nocciole le lasciava a pezzi grossi, come piacciono a me"

Tony ordina i gelati per ognuno di noi dalla gelateria migliore di New York. Nel mentre però ci sediamo in salotto, per parlare del più e del meno.

"Raccontaci di più su di te"

La sprona Tony. La ragazzina sembra più timida di prima, ma si schiarisce la voce e ci pensa su.

"Ho una passione per i libri. Mi piace leggere, la mamma ogni mese mi mandava una prima edizione, il più delle volte erano libri dei fratelli Grim o di narrativa storica. L'importante è che non contengono violenza o parole scurrili"

Sorrido per questi dettagli. È proprio da lei, voler proteggere sua figlia così tanto. Lo faceva anche con noi.

"Il mio colore preferito è il verde, è un colore che da speranza, e sicurezza. Non ho mai viaggiato su un aereo o su una moto. La mamma ha una paura irrazionale"

"È ancora spaventata di volare?"

Ridacchio, ricordandomi di quando le facevamo gli scherzi. Bum bum Dugan faceva vibrare l'aereo simulando una tempesta, e lei si metteva a urlare come una pazza.

"Sì. L'altro giorno aveva uno sguardo terrorizzato, mi ha stretto la mano così forte che avevo paura si spezzasse"

Ridiamo insieme, e per la prima volta mi sento collegato a Lyn, come una volta. Il fattorino arriva, e Malya corre su per le scale per recuperare una cosa che porta sempre con se. Torna giù con un libricino ingiallito. È un libro di foto, ed in quel libro ci siamo anche io, Bucky e Howard. Ed ogni foto che guardo penso sempre di più, che scegliere Peggy è stato un enorme errore.

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