IsabelleSto per tornare a casa mia, con Matthew e sto per salire su una moto, con Matthew ... bene, sono spacciata.
Allaccio con attenzione il casco e mi posiziono dietro di lui sulla sella, dovrei aggrapparmi a lui? No.. vero? Come se mi avesse appena letto nella mente dice "Secchiona ti conviene stringerti a me se non vuoi cadere, ma non prometto che non ti morderò" Che ?! Tossico leggermente facendolo ridacchiare "Sto scherzando, rilassati" annuisco anche se sono perfettamente cosciente che lui non può vedermi "Dovresti aggrapparti davvero comunque" dice girando lentamente il volto verso di me "No.. no, sto bene così, grazie" lui ride per l'ennesima voltandosi per dare gas alla moto, al ruggito del motore mi irrigidisco ed impreco mentalmente per essere così stupida.
Cerco di reggermi alle due maniglie ai lati della sella, ma con scarsi risultati visto che il coglione decide di ingranare la marcia proprio mentre percorriamo una strada secondaria solcata da buche, cosciente o meno ritrovo irrimediabilmente le mie mani strette al torace di Matthew, mi pare di sentirlo trattenere per un attimo il respiro prima di far vibrare la mia mano sotto la sua risata.
Sono su una moto e sono stretta a Matthew .. potrebbe esserci di meglio? Sì.
Come sento il mio stomaco abituarsi un poco alla velocità del veicolo permettendomi di distanziarmi leggermente dal ragazzo , eccolo aumentare la velocità portandomi a stringermi con tutte le mie forze al sue torace e nascondendo il viso attaccato dal vento nonostante il casco dietro di esso.
"Reggiti scricciolo, ora ci divertiamo!" mi grida imboccando un ulteriore strada secondaria, "Che cosa?" grido in risposta, vuole per caso uccidermi e nascondere il mio cadavere? Perché è sulla buona strada. "Tu reggiti e basta" grida lui "Si può sapere che cos..." la frase si perde sulla mia lingua sostituita da un leggerlo urlo quando la moto si alza sulla ruota posteriore impennandosi, trattengo il respiro fino a quando non tocca di nuovo terra e a quel punto, dopo avere deglutito più volte, inizio ad inveire e battere i pugni contro la schiena del ragazzo che non vuole più smettere di ridere.
Quando finalmente siamo davanti a casa mia salto giù dal veicolo cercando la stabilità del terreno, "Tu.. tu sei un incosciente ed un cretino! Hai provato ad uccidermi cazzo! Non conosco nemmeno abbastanza parolacce per farti capire quanto tu sia un coglione Matth.." vengo interrotta dalla sua mano che si è posata leggera sulle mie labbra, trattengo il respiro guardandolo negl' occhi, lui ricambia il mio sguardo con altrettanta intensità.
Scrollo le spalle levando bruscamente la sua mano dalla bocca mentre cerco di slacciare il cinturino del casco "Sei veramente uno sconsiderato, un vero sconsiderato e.... come si toglie questa roba!?" sbuffo frustata mentre cerco invano un modo per slegare quel maledetto laccetto "Se hai finito d'insultarmi secchiona - Dice alzandomi il volto con le dita - ti aiuto a levare il casco" e con un gesto rapido lo stupito cinturino si apre permettendomi di levare il casco, scuoto leggermente i capelli e mi passo una mano tra essi, quando mi volto verso il ragazzo alle mie spalle lo noto fare la stessa cosa ed impongo al mio cervello di non fissarlo, ora dovrei farlo entrare?
Mi schiarisco la voce e sposto imbarazzata il peso del mio corpo da un piede all'altro "Bhe .. ecco casa mia" dico facendo un cenno verso quest'ultima, il ragazzo mi rivolge un sorriso sornione "Carina." Dice semplicemente dirigendosi a grande falcate verso l'entrata.
"Vieni o no?" mi chiede con una punta di divertimento dal patio rendendomi consapevole d'essere ancora immobile sul vialetto, annuisco con la guance leggermente colorite e lo raggiungo cacciando le chiavi di casa dalla tasca posteriore dei pantaloni.
Infilo la chiave nella toppa e faccio scattare la serratura entrando a grande falcate all'entrata, Matthew mi segue per niente agitato con le mani nelle tasche .. bhe, ci siamo ..
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Lasciati andare
Fanfiction"Certo che ti farò del male. Certo che me ne farai. Certo che ce ne faremo. Ma questa è la condizione stessa dell'esistenza. Farsi primavera, significa accettare il rischio dell'inverno. Farsi presenza, significa accettare il rischio dell'assenza...