29. Superpoteri sparsi a caso

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Rhod


Dopo che ci eravamo detti ti amo, il nostro rapporto era mutato ancora. Sembrava che non finisse mai di diventare più speciale, più dolce e, man mano che passavano i giorni, scoprivo nuove minuscole espressioni di André. Lo trovavo così bello da mozzare il fiato, da credere incredibile che stesse con uno come me. Sembrava un principe di quelli di cui leggevo le prodezze nei vecchi libri della biblioteca del mio villaggio, quando ero piccolo. Facevo scorrere le dita sulle pagine e trattenevo il respiro, sperando che il personaggio venisse fuori dalla storia e mi portasse con sé. In un posto dove sentirmi voluto, un posto che non mi avrebbe giudicato come una creatura maledetta e sfortunata.

E poi era arrivato. Gli occhi verde chiarissimo, i lunghi capelli biondi screziati di bianco che raccoglievano la luce del sole. Era il mio principe. Ogni volta che mi perdevo a guardarlo, anche in momenti perfettamente banali fra una conversazione e l'altra, sentivo il cuore perdere i suoi battiti.

Nonostante ciò, avevo notato qualcosa di spiacevole. Fra tutte le sue espressioni, ce n'era una che mi saltava particolarmente all'occhio, perché era ricorrente, tornava spesso, sembrava mi perseguitasse. Un'espressione che mi faceva sentire irrequieto. Ma non nel senso buono del termine. Me la stava mostrando anche adesso. Cercai di non farci caso, mentre faceva scorrere le labbra sulle mie, passandole poi sul collo, ed io avvampavo per la timidezza ma anche per la voglia di averne ancora.

Feci scorrere le mani sul suo torace, sopra le grinze della camicia, sul suo bassoventre. Seduto a cavalcioni sopra di lui, semi-coperti dalle lenzuola, senza pantaloni, ci strusciavano l'uno contro all'altro continuando a pungolarci in maniera sensuale, concentrata e distratta insieme. Ossimorica. Perché mentre il nostro corpo e i nostri sguardi convergevano l'uno sull'altro, eravamo distratti dai pensieri, dalle fantasie, da tutto quello che avremmo potuto mettere in atto di lì a poco.

André era davvero silenzioso, mentre ci spalmavamo sul letto come il burro sul pane caldo e morbido, godendo di ogni carezza, di ogni sospiro protratto nell'orecchio dell'altro il cui tepore restava ad annidarsi nella curva del nostro collo. Era tutto quello di cui avevo bisogno. Ma allora perché mi sentivo così angustiato, davanti a quello strano sguardo?

Sospirai, quando le sue dita mi sfiorarono il sesso turgido, arricciando le dita dei piedi e strizzando le palpebre, le labbra semi aperte sulla sua spalla e i denti che la mordicchiavano un po'. La camicia da notte semi slacciata pendeva verso sinistra e gli scopriva una porzione di quelle spalle larghe, dove lembi di vecchie cicatrici s'intravedevano appena, fondendosi con le ciocche della sua lunga chioma. «André...» invocai il suo nome, con le sopracciglia inarcate in un senso di piacevole sofferenza.

Inseguii con le dita il suo membro, eretto contro di me, sentendo i polpastrelli fremere dalla voglia di serrarlo contro il palmo e vedere il suo viso riempirsi di un desiderio sempre più sincero e sempre meno nascosto.

Dal canto mio, non potevo essere più autentico di così: completamente circonfuso dalla concupiscenza come lo ero del profumo di brezza marina dopo che ero stato sul ponte a prendere aria. Gli occhi di fuoco, le pupille dilatate dalla brama e la bocca gonfia di baci. Perfino l'avventura e il salvataggio della principessa avevano perso di significato, ora che lo avevo trovato. Per la prima volta nella mia vita, sentivo di appartenere a qualcosa, a qualcuno. Era come se la mia esistenza avesse assunto finalmente un senso.

«Rilassati... Lascia che ti metta dentro le dita. Non voglio farti del male.» soffiò il biondo, mentre si ungeva le dita allungando il braccio verso la ciotolina di olio profumato sistemata sul comodino accanto al letto. Essere un erborista significava saper preparare anche quel genere di unguento, immaginai. E arrossii violentemente, allargando meglio le cosce sopra di lui.

Per arrivare a Lei | 𝑩𝒐𝒚𝒙𝑩𝒐𝒚 |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora