Cyran
[Minartias, capitale di Akra, quasi un anno prima]
E quindi, venne imbandito un banchetto per implorare gli stramaledetti Dei che la ricerca della principessa andasse a buon fine. Un evento che io avevo reso un fiasco totale. Non l'avevo mica fatto apposta, ad appiccare l'incendio che aveva divorato quasi tutta la sala da ballo, rischiando di distruggere l'intero Palazzo Reale. Non era colpa mia se quel nobile deficiente mi aveva scambiato per un musicista e strillava che fossi indegno a stargli seduto di fronte.
La litigata era durata quel tanto che bastava per farmi uscire dai gangheri. I miei occhi avevano lampeggiato, erano partite un paio di scintille, la tovaglia aveva preso fuoco e... E il resto era diventato storia. Il famoso mercenario esiliato, Cyran Rouge, che si era infiltrato alla selezione dei cavalieri predestinati a salvare la principessa e contro ogni previsione aveva vinto, si era fatto riconoscere ancora una volta.
Non lo sapevo proprio che cavolo volesse da me il Re di Akra, ma mentre il fioraio, il mago e il principe occhi-belli avevano ricevuto tutto il tempo per riposare, vista la partenza imminente il giorno dopo, io dovevo sorbirmi la ramanzina. O almeno così credevo.
Mi stavo ancora sistemando il farsetto verde, un po' stretto e odiosamente simile alla divisa dei musicisti, con le mani tinte di fuliggine che spargevano macchie nere sulla stoffa pregiata - me ne fottevo di ridare quella roba indietro agli stilisti di corte - quando il Re di Akra entrò nella Sala delle Strategie, dov'ero stato spintonato mentre imprecavo.
Mi rivolse uno sguardo impietoso e nemmeno uno straccio di saluto. Ma cosa ci si poteva aspettare da un cavolo di nobile? Avevano tutti la puzza sotto il naso. Perfino le nobildonne! La notte prima ti imploravano lascive di passare la notte con te e la mattina dopo ti facevano cacciare dal loro lustrascarpe. Roba da pazzi!
«Quando mi hanno riferito quello che avevi fatto, non riuscivo a crederci.» esordì, mettendosi le mani dietro alla schiena, il mantello lungo che strisciava dietro agli stivali. Avevo voglia di pestarglielo e farlo inciampare, però decisi "saggiamente" di evitare.
«Ma se voi eravate presente!» esclamai, corrucciando la fronte. Il regale vecchiaccio aveva urlato il mio nome ai quattro venti come un ossesso quando gli avevo dato fuoco alla sala da ballo. Il Re mi rivolse un sorriso a metà fra il disgusto e la sufficienza, come si guarda la merda che hai calpestato per strada. Affilai gli occhi.
«Non sto parlando di stasera. Parlo di quello che hai combinato durante la guerra degli Orchi.» sentenziò, raggelante. Mi irrigidii sulla sedia, perdendo ogni voglia di fare sarcasmo o farlo inciampare. Piuttosto, distolsi lo sguardo per puntarlo su una delle tante cartine appese nella stanza.
«E quindi? Dove volete arrivare?» borbottai, cupo, mentre i miei occhi fissavano le mappe dei territori sul Continente Magico e il regno vastissimo di Darlan. Forse avevo fatto una cazzata a tornare ad Akra. Forse era meglio andare in posti come quelli, dove trovare lavoro come mercenario sarebbe stato uno scherzo. E allora sì, che avrei guadagnato gloria!
«E quindi, se non ti ho giustiziato allora, c'è un motivo.» disse, ponendosi non troppo lontano dalla mia sedia, nascondendo col suo corpo la cartina che stavo scrutando.
Sbuffai. «Giustiziato, che brutta parola.» Come se potessi accettare di venir ammazzato da degli umani. Certo.
«Quale provvedimento pensi che si prenda per il pluriomicidio?» Il tono di ghiaccio che usò servì a farmi abbassare la cresta. Pluriomicidio. Quella sì che era una brutta parola. Anche molto, molto vera. Avevo ucciso tanti orchi, ci tenevo a dire.
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Per arrivare a Lei | 𝑩𝒐𝒚𝒙𝑩𝒐𝒚 |
AventuraCOMPLETATA (Capitoli: 38/38) || BOYXBOY - R18 || Dal capitolo 14: Ero stregato. Stavo baciando un principe che era già promesso ad un'altra. Stavo baciando un ragazzo che, con quegli occhi temporaleschi, era il rovescio del mio malefico potere. St...