17. Non sono arrabbiato

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André 


Lui era davanti alla finestra della cucina, un luogo piccolo e sporco, tutto di legno marcio, che fissava l'orizzonte e quel cerchio giallo, alto nel cielo, che brillava incurante di ciò che accadeva in quel posto. Quell'uomo canticchiava silenziosamente fra le labbra e, anche se a tratti, riuscivo a cogliere qualche verso sfuggente.

«Il mio ragazzo, questo cattivo bambino...» Poi qualcosa di incomprensibile «... diventerà vetro.»

Nonostante avessi otto anni, ero incastrato in un vecchio seggiolone da bebé di legno tarlato e, sebbene si adattasse al mio corpicino fino a due anni prima, adesso la cinghia di stoffa che mi bloccava mi stava stritolando fastidiosamente la pancia. Sentivo i bordi, appiccicosi di porridge raggrumato, scavarmi delle linee nella pelle, attraverso i vestiti.

Volevo liberarmi. Mi divincolai, nervoso, seppur cercando di fare in silenzio, di non attirare troppo la sua attenzione. Se solo fossi riuscito a mettere le mie piccole ed abili mani sulla fibbia, sarei riuscito a fuggire. Ma l'avevo già fatto. Ricordavo di essere già scappato un paio di volte ed infatti lui aveva rivoltato la cinghia e adesso la fibbia era dentro il sedile appiccicoso. Ero bloccato e scomodo, ed anche se il morso della fame mi faceva contrarre lo stomaco, volevo solo andare via.

Quell'uomo aveva un calice in mano. L'aveva preso da uno scomparto nella dispensa e, dopo averlo passato nella tinozza d'acqua, l'aveva lucidato più volte, sempre canticchiando.

«...Questo cattivo bambino, si frantumerà come un bel manichino.»

Mise il calice in una ciotola di legno puzzolente, ancora macchiato di cibo vecchio, poi prese un grosso cucchiaio di ferro e ce lo sbatté sopra con forza. Un tintinnio. Quel bambino di otto anni riusciva a capire perfettamente che veniva dal calice. Ma il me stesso legato ed immobilizzato, guardava con i suoi occhioni verdi il proprio tutore che polverizzava il vetro mentre continuava a cantare, e cantare, e cantare.

Poi alzò gli occhi su di me e sorrise.

Accanto alla ciotola c'era un vasetto di marmellata alle more. L'uomo svitò il tappo e ne prese una bella cucchiaiata. Scodellò la marmellata dentro alla ciotola di legno, sui vetri del calice fracassato. Poi mescolò.

«Il mio ragazzo, questo cattivo bambino...» esordì l'uomo. «mi obbedirà come un bel burattino.»

Si avvicinò al seggiolone e, senza guardarlo, riuscii a capire quanto potesse essere arrabbiato. Portò la ciotola sul vassoietto di legno troppo piccolo per me. La sbatté sul frammento di un guscio d'uovo ancora appiccicato lì, ad emanare un tanfo terribile. Sotto alla ciotola, sentii la crosta fragile spiaccicarsi con un ciac.

Lui era tutto in ghingheri, come sempre, quando doveva impartire una bella punizione ad un piccolo ribelle. La chiamava: la cerimonia per celebrare il nuovo possibile inizio di un bravo bambino obbediente. Gli occhialetti rotondi erano stati ordinatamente riposti contro il taschino della giacca, lasciando libero lo sguardo scuro e affilato, mentre i capelli castani, lavati di fresco, erano spazzolati indietro.

Avrei voluto sfiorarli. Accarezzare le ciocche corte fra le dita. Sentire quella versione morbida e lucente del mio tutore.

Era bello, il mio tutore. Affascinava e terrorizzava insieme.

«Questo cattivo bambino, si spezzerà come un bel manichino.» cantilenò lui, avvicinando una sedia al seggiolone. «Oh però, An, i bambini cattivi arrivano per ultimi. E tu non vuoi essere ultimo. Al mondo servono bambini bravi, bambini obbedienti.» Mi guardò sbattendo le ciglia scure. Senza occhiali, riuscivo a notare quant'erano lunghe. «Il mio ragazzo, questo bambino cattivo, era meglio farlo di vetri rotti.» Prese una prima cucchiaiata di marmellata di more. Dalle finestre penetravano raggi di sole che, stranamente, facevano scintillare il contenuto violaceo del cucchiaio. Quello si avvicinava lentamente alla mia bocca, fluttuando nell'aria. «Arriva la barchetta. Forza, An. Fai il bravo bambino obbediente. Apri, su. Arriva la barchetta e attracca nel porto. Gnam gnam...»

Per arrivare a Lei | 𝑩𝒐𝒚𝒙𝑩𝒐𝒚 |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora