26. Incubo di una notte di mezza estate

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Francis


Il palpitare del trambusto che, in seguito, travolse il Dirigibile aveva un sapore diverso rispetto all'inizio. Non c'erano gridolini concitati, niente pettegolezzi su ciò che sarebbe potuto accadere, o su quale fortunato facoltoso le dame avrebbero potuto incontrare. C'era invece una confusione tutta dettata dall'angoscia dell'intero equipaggio sopravvissuto. Miracolosamente, nessuno aveva perso la vita quel giorno. Nessuno tranne Rhod, ovviamente. 

Non c'erano parole per esprimere quanto mi sentissi in colpa: sapevo che in Kylar Meiridion ci fosse del marcio. Sentivo che c'era, sin dal primo sguardo di sfida. Ma non avevo fatto abbastanza per fermarlo. Come principe, se non riuscivo ad arginare il comportamento di un brigante, in fin dei conti ero un fallimento.

Il mio umore era ridotto ad un cumulo di cenere su cui soffiar sopra per farlo volare via. I miei sentimenti erano miserabili come un paesaggio bruciato. Non solo mi ero lasciato sopraffare dallo strano potere di quel riprovevole criminale, ma avevo sbagliato anche con Cyran, su tutta la linea. L'ultima cosa che ricordavo era il suo sguardo spaventato, prima che una chiave inglese mi colpisse in testa, cadendo nel buio più totale. Dentro di me bruciava ancora il dolore del tradimento. Ero stato usato e poi gettato, come la biancheria sporca che si lascia ai piedi del letto in attesa che qualche inserviente la infili in una cesta per portarla a lavare. Solo che non sarei più riuscito a strofinare via il sozzume dell'umiliazione subita, che mi restava appiccicata addosso come il fango secco.

Avrei dovuto conservare la mia purezza per la prima notte di nozze, com'era educazione fare. Avrei dovuto preservarmi per Aeline, che stavo andando a cercare in modo da coronare il volere dei nostri genitori. Quasi mi sentivo mancare all'idea che la mia famiglia venisse a sapere di ciò che avevo fatto. Mi sarei portato quel segreto fin dentro alla tomba, pensai, mentre i nostri cavalli trottavano quieti lungo gli incantevoli fiordi che troneggiavano sul paesaggio, padroni assoluti della natura. Uno strapiombo sul mare.

Ma com'eravamo arrivati ad ottenere dei cavalli, galoppando nelle lande incontaminate di Wicarema?

Era stato più semplice del previsto, un volere degli Dei, un pagamento per il fato avverso che stavo subendo, ci avrei scommesso. Come se la nostra sventura all'improvviso avesse contribuito ad una favorevole svolta degli eventi. Appena atterrati, Rhod aveva perso i sensi e, con essi, la vita. Era stato uno sforzo tanto grande che in qualche modo era imploso, com'era successo durante l'attacco degli orchi, per fermare l'esplosione di Cyran. E mentre André si occupava di lui con la devozione totale di un fratello, io li assistevo facendo ogni cosa per evitare il mercenario. I suoi approcci, la sua voce, anche solo i suoi occhi. Non riuscivo nemmeno a guardarlo in faccia, dentro di me qualcosa diceva che, se lo avessi fatto, sarei morto: di crepacuore o di vergogna, non faceva differenza.

Intanto, le guardie di sicurezza del Dirigibile d'Argento si erano occupate di Kylar Meiridion - non prima che Cyran gli tappasse la bocca e legasse come un salame la ragazza lupo che gli faceva da spalla. Si era scoperto che fosse un famoso pirata che, oltre a depredare navi, si dilettava nel rubare agli ospiti delle osterie rivendendo i loro averi al mercato nero. Un vero bifolco.

La direzione invece, aveva risarcito ogni singolo passeggero, assicurandosi che avessero un calesse, una carrozza o una cavalcatura con cui arrivare alla città più vicina mentre loro riparavano il guasto, pronti a ripartire una volta tornati operativi. Sempre che qualcuno fosse ancora disposto a correre il rischio di tornare su un pallone volante potenzialmente mortale.

Secondo l'opinione da scroccone del mercenario, grazie al risarcimento ci avevamo guadagnato ulteriormente, visto che avevamo ottenuto gratuitamente un posto sul dirigibile, vincendo i biglietti alle gare sportive. Comunque, il piano non era cambiato: raggiungere il litorale per comprare una nave ed imbarcarci verso i Regni del Caos. In effetti, Wicarema era una città costiera: una bellezza selvaggia di strapiombi in roccia nera, spiagge di ciottoli scuri e sabbia bianchissima. Praterie che si perdevano a vista d'occhio e profumo di muschio, con un'atmosfera magica e nebbiosa nell'aria. Dalle alture, le navi attraccate non erano che puntini bianchi in lontananza, fruscianti come fazzoletti di seta.

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