Rhod
E' strano sperimentare la fine.Cioè, un tipo come me la sperimentava almeno un paio di volte alla settimana, spesso anche di più, ma la morte era un viaggio temporaneo che si concludeva subito con un nuovo risveglio, banale come prendere un caravan fra due città vicine. Stavolta, però, avevo la profonda, fulminante consapevolezza che la fine fosse arrivata. Per davvero.
Non puoi affrontare un demone e sperare di risvegliarti. Non funzionava così. E chissà, forse la vita mi aveva impartito una lezione che avevo capito soltanto adesso: tutta quella sofferenza e tutte quelle morti, perché mi preparassero a questo scontro.
Sapevo di essere spacciato e che la morte definitiva era dietro l'angolo, ne assaporavo il panico fra lingua e palato. E oltre la paura, un cataclisma di emozioni mi bersagliavano velocemente. Perdita ma sollievo, per aver lasciato André, libero di guarire e di vivere la sua vita con qualcuno che lo avrebbe amato quasi quanto lo amavo io. Dolore e senso di colpa, per essere stato la causa delle torture ai danni della principessa e di tutte le sventure che ci erano capitate. Solitudine e angoscia, perché sarei morto da solo. Quella era la cosa peggiore.
Nessuno mi avrebbe mai seppellito. Nessuno avrebbe mai ritrovato il mio corpo, nessuno avrebbe mai avuto qualcosa su cui piangere. Sarei morto da solo.
Ma non mi pentivo della scelta fatta. André, Francis e Cyran erano in salvo. Avevo sfidato l'equilibrio universale e cercato di aggirare la sola ed unica regola che un mago non avrebbe mai dovuto infrangere: non pagare il prezzo per il proprio potere. La regina, che aveva sfidato la sorte per far vivere sua figlia, aveva pagato perdendola di nuovo. E io, che avevo cercato di annullare il mio ciclo continuo di morti, adesso sarei morto per sempre. L'equilibrio del destino era tornato.
Così, nell'istante in cui le porte si chiusero, scacciando fuori dalla Fortezza i miei compagni di viaggio, lo scontro con il demone ebbe inizio. Uno sciame di milioni di falene e farfalle nere mi travolsero come un'onda, sbattendomi sul pavimento. Sentii le loro piccole ali indurirsi come pezzi di vetro e conficcarsi contro ogni parte del mio corpo e della mia pelle esposta, infilandosi in fondo. Sventrandomi.
Ecco come morii. Fine della storia.
E iƞνece ƞσ. Ŋσƞ ɱσɾiɾɑi qʋi.
Mentre la morte sopraggiungeva, riconobbi la voce del creatore di Cyran e pensai solo di avere le allucinazioni. Poi però il mio corpo si ricompattò insieme ad una velocità impensabile ed io tornai in piedi. Pronto ancora una volta a farmi annientare da quel mostro: era un ottimo modo per tenerlo occupato, finché il resto del gruppo non abbandonava i Regni del Caos e l'intero Continente Sconosciuto.
Il demone si scompose in milioni di nuovi insetti che mi circondarono come un tornado. Le loro ali taglienti come lame mi fecero a pezzi, un arto alla volta, ma la mia carne lacerata ritornava un secondo dopo al suo posto. Tutto intero per l'ennesima volta, continuavo a lanciarmi contro il demone e i suoi insetti letali, come uno scudo umano, pronto a farmi uccidere di nuovo. Ancora, e ancora, e ancora. Per ore. Per giorni. E ad ogni morte mi rialzavo, sempre più velocemente, come una creatura intoccabile, instancabile. Invincibile.
Vʋσi νiνeɾe, ɱɑƍσ?
Di nuovo, la voce di quella misteriosa divinità si affacciava nella mia testa. Certo che voglio vivere! Il mio era solo un pensiero tremulo e spaventato, un po' perché credevo che la mia testa, in un tale momento di adrenalina e paura, stesse immaginando tutto; un po' perché era una domanda sciocca, visto che il mio unico desiderio e la mia unica colpa, in questa storia, era proprio il mio spasmodico e disperato desiderio di vivere, invece che morire.
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Per arrivare a Lei | 𝑩𝒐𝒚𝒙𝑩𝒐𝒚 |
AventuraCOMPLETATA (Capitoli: 38/38) || BOYXBOY - R18 || Dal capitolo 14: Ero stregato. Stavo baciando un principe che era già promesso ad un'altra. Stavo baciando un ragazzo che, con quegli occhi temporaleschi, era il rovescio del mio malefico potere. St...