Rhod
Avevo ucciso delle persone. Le avevo uccise. Uccise.
Più ci pensavo più non mi sembrava vero. Più ci pensavo e più il ricordo iniziava a piacermi.
«Ma che accidenti...» biascicò il mercenario, osservandoci mentre arrancavamo nella terra. Fissai lo sguardo verso il basso, sulle mie mani sporche di sangue. André mi teneva per le spalle, ed era l'unica cosa che mi permetteva di restare in piedi. Mi portò verso il fuoco e mi ci fece sedere vicino, nello stesso momento in cui il principe si lasciò cadere su una coperta, gocciolante.
«Briganti.» rispose il biondo alla perplessità del corvino, con quell'aria impassibile di sempre, come se fosse scontato. Una sola parola che avrebbe dovuto spiegare tutto. Ma io smisi di sentire i loro discorsi e rimasi a fissare le lingue rosse che ondeggiavano, rimasi ad ascoltare il rumore crepitante della legna che scoppiettava mentre il fuoco la divorava. Nella mia mente rividi le teste esplodere, i corpi cadere a terra, il sangue riversarsi fuori.
Una risata mi salì sulle labbra e non provai neppure a soffocarla. Non ero pentito, anzi. L'avrei rifatto altre mille volte. Forse era questo a farmi paura, il fatto che fosse stato così facile. Il fatto che mi fosse piaciuto. Mi era servito solo congiungere le mani per un attimo, e loro erano... morti. Proruppi in un'altra risata.
Una mano fredda mi carezzò il viso e la vista tornò a fuoco sul volto pallido dell'erborista. Non mi ero neppure accorto che si fosse avvicinato tanto. Mi scostò una treccina, indirizzandomela dietro all'orecchio, poi mi mise fra le mani una scodella fumante di qualcosa.
«E' un infuso.» si limitò a dire. Doveva averlo preparato lì sul momento, perché stringeva ancora fra le mani un mortaio. «Ti calmerà.» I suoi occhi verde acido risplendevano di una luce sinistra davanti alle fiamme.
«Gr... gr...» tentai di dimostrare la mia gratitudine, ma non ci riuscii. Le parole non venivano fuori e avevo la bocca incrostata di sangue. Anche la mia faccia era immersa nel rosso. Abbassai lo sguardo sugli scarponcini di pelle consumata. Solo quelli erano puliti.
Non aspettò una mia risposta, ma si alzò e prese dalle borse qualche altra strana erba e delle garze, per poi iniziare a sminuzzarle con precisione. Rimasi a fissarlo mentre sorseggiavo quella bevanda, in qualche modo soporifera, che profumava di mughetto. La concentrazione lo faceva sembrare più bello.
Si avvicinò al principe dai riccioli rossicci e iniziò a spalmare il ricavato dell'erba sulle fasciature, per poi avvolgerle attorno alle gambe del più piccolo con cura e dedizione. Aveva mani grandi, ma delicate. Il capo era chino, gli occhi erano rivolti a tutto ciò che stava facendo, senza distrarsi. Una ciocca grigia gli sfuggì dalla coda e gli sfiorò una guancia. Inclinai la testa, studiando a lungo il profilo del naso, la linea della bocca. Aveva qualcosa di particolare, di intenso.
«Ehi, non c'è bisogno che lo tocchi così tanto, eh.» sbottò il mercenario, per un momento frapponendosi fra gli arti snelli del principe e le mani del biondo.
«Lo sto medicando.» lo zittì André, senza staccare gli occhi dalle ferite, fino a che non si alzò sparendo fra gli alberi. Qualche minuto dopo, riemerse con una bacinella piena d'acqua, pronto ad inginocchiarmisi di fronte. Immerse un panno nell'acqua e mi tamponò il viso. Ogni tocco sembrava una carezza.
«Sei sporco.» fu tutto ciò che disse, mentre mi passava il panno bagnato sulla fronte. Mi era così vicino che tenni perentoriamente gli occhi bassi. Ma poi, con una strana sensazione che mi cresceva nel petto, alzai lo sguardo verso di lui e mi accorsi che mi stava guardando negli occhi per tutto il tempo. Deglutii.
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Per arrivare a Lei | 𝑩𝒐𝒚𝒙𝑩𝒐𝒚 |
ПриключенияCOMPLETATA (Capitoli: 38/38) || BOYXBOY - R18 || Dal capitolo 14: Ero stregato. Stavo baciando un principe che era già promesso ad un'altra. Stavo baciando un ragazzo che, con quegli occhi temporaleschi, era il rovescio del mio malefico potere. St...