24. Fulmini e saette

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Francis

Mi svegliai al rumore di tuono.

Aveva appena squarciato l'aria vicino alla finestra, illuminando a giorno la camera da letto di una luce bluastra, tornata velocemente ad immergersi nel buio. Era già sera, i candelabri erano tutti spenti e la musica si era fermata, lasciando il posto ad un silenzio quasi assordante, ove il mio cuore palpitava sin troppo. Tastai alla cieca lo spazio accanto al mio sul materasso, ma lo ritrovai vuoto e freddo, segno che Cyran doveva essersene andato da già un bel po'.

Mi stiracchiai mettendomi a sedere, sussultando per il dolore che mi colse all'improvviso all'altezza dei fianchi. Perfino camminare sembrava un'operazione ardua e farlo a gambe vagamente divaricate mi faceva sembrare un elefantino durante i suoi primi passi. Imbarazzante.

Incespicai verso il pacco di fiammiferi ed accesi qualche candela rischiarando l'ambiente: ero ancora sporco, perciò mi affrettai a sciacquarmi con l'acqua pulita ben conservata in una brocca vicino ad un catino d'argento. Poi mi infilai la bella camicia da notte che avevo comprato in mattinata – lieto di avere qualcosa di pulito con cui cambiarmi, cosa che non accadeva da settimane – e mi arrischiai ad affacciarmi nei corridoi, sperando di incappare in qualche nobile, che mi avrebbe visto in quelle impudiche vesti.

In effetti qualcuno c'era, ma erano tutti troppo coinvolti nei propri affari per far caso a me, una faccia punteggiata di ricci rossi che spuntava solitaria nel vano della porta. C'era un valletto in livrea che trasportava carrelli ripieni di cibo per il servizio in camera, una vecchia dama che aveva il naso affondato in un volumetto e non le importava di inciampare nei tappeti fra una pagina e l'altra, o un mercenario a torso nudo che con il gomito appoggiato allo stipite della porta si affacciava in una stanza parlottando con una dama.

Farsetto sotto braccio, capelli corvini appena più lunghi del normale, pelle abbronzata, un tatuaggio sulla spalla scuro a forma di fiamma – che io non avevo mai notato prima d'ora – ed occhi immersi nella lava bollente. Il mio mercenario, non uno qualunque. Mi chiesi cosa stesse facendo Cyran, prima di scorgere dietro alla sua schiena una dama tutta scompigliata, in camicia da notte stropicciata e un po' troppo scollacciata a causa dei fiocchi slacciati sul petto. Impallidii.

Poteva essere che...?

Mi affrettai a rientrare nella nostra camera, chiudendo silenziosamente la porta solo per appoggiarci contro la schiena con un moto improvviso d'ansia nel petto. Quanto tempo era passato da quando mi ero addormentato? E cosa poteva aver fatto mentre io dormivo? Strizzai gli occhi, incapace di darmi una risposta e poco volenteroso nel farlo. Dovevo avere fiducia, perché tutto quello che avevamo fatto insieme e tutti i baci che c'eravamo scambiati nel corso delle nostre avventure dovevano pur valere qualcosa.

Mi infilai gli stessi vestiti e stivali della partenza, per nulla intenzionato a cercare fra gli abiti nuovi perdendo ancora tempo, poi uscii dalla stanza senza più ritrovare quella scena davanti agli occhi. Il corridoio si era fatto deserto e silenzioso, permeato soltanto dal suono del temporale che infuriava nel cielo intorno a noi, facendo tremare impercettibilmente il pavimento. Calpestai a grandi passi la moquette rossa superando paralumi di cristallo e targhette d'argento che recavano i nomi delle sale più vicine, pronto ad affacciarmi un po' dappertutto per trovarlo.

Non ero sicuro di volere una spiegazione per ciò che avevo visto, desideravo solo stargli vicino, così da calmare quel senso di preoccupazione crescente che sentivo salirmi e gorgogliarmi dentro allo stomaco.

Quando mi ritrovai nella sala bar, delicatamente illuminata da fiammelle soffuse e riempita dal tintinnio di bicchieri e risate, scandagliai i presenti alla ricerca di un volto in particolare, che sapevo sarebbe spiccato insieme agli altri. Lo trovai subito, ma soltanto grazie al rapido sguardo che mi lanciò quel suo vecchio amico, Kylar.

Per arrivare a Lei | 𝑩𝒐𝒚𝒙𝑩𝒐𝒚 |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora