Capitolo 41

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Mi stavo riprendendo alla grande e solo Castiel e Crowley sapevano del mio "ritorno in vita". Avevo lasciato Dean a una tavola calda, sperando che non facesse l'idiota con la cameriera tutte tette e niente cervello: << Allora dal mio informatore ho scoperto che Lucifero non si è mosso per tre anni dall'inferno >> dissi a Dean nel mentre mi mettevo a sedere: << Quindi non ha organizzato nessun esercito >>
<< Lo farà, ma prima deve finirmi di piangere. In poche parole deve finire il lutto >>
<< Quindi siamo in vantaggio? >>
<< Per ora si >> mi voltai per fissare la cameriera tutte tette e niente cervello e stava sbando dietro al mio uomo, mi rivoltai verso Dean: << Ci ha provato?! Non ci credo >> Dean mi sorrise e alzò un sopracciglio

 In poche parole deve finire il lutto >><< Quindi siamo in vantaggio? >><< Per ora si >> mi voltai per fissare la cameriera tutte tette e niente cervello e stava sbando dietro al mio uomo, mi rivoltai verso Dean: << Ci ha provato?! Non ci credo >>...

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<< Quel sopracciglio alzato lo conosco fin troppo bene... dimmi Michele >>
<< Ho occhi solo per te e lo sai... e comunque io non mi preoccuperei di quella ragazza, ma di quel ragazzo >> e voltò il viso verso il ragazzo, così anch'io potessi vederlo: << Siamo gelosi eh?! L'arcangelo più forte è geloso >>
<< In paradiso tutti sapevano che eri mia. Ma qui, qui è tutto nuovo e provare tale sentimento mi rende... >>
<< Umano... Lo siamo... Minerva è una specie di dea, mentre Annabeth? È umana e per te vale lo stesso >>
<< Per te Annabeth sono un libro aperto, sai quando sono l'uno e quando sono l'altro >>
<< Dean ascoltami, tu per me sei sempre lo stesso ragazzo del Kansas, ma solo più forte di prima >>
<< E tu Annabeth Colt sei sempre la stessa ragazza, arrogante e piena di se >> mi prese la mano e me la baciò: << Ma ora andiamo. Sei rimasta troppo fuori dal bunker e se un demone ti vedesse andrebbe subito da Lucifero >>
<< Agli ordini capo >>.
Erano giorni che ero alla ricerca della mia spada, ma non riuscivo a trovarla ed era l'unica cosa che ci avrebbe fatto vincere stavolta: << Annabeth è pronta la cena >> mi urlò Sam dalla cucina: << Voi iniziate io arrivo >> "Ma dov'è? Eppure deve essere qui dentro al bunker" << Ann? Non hai sentito Sam? È pronta la cena >> sulla soglia della mia camera e appoggiato allo stipite della porta c'era Dean: << Arrivo... un secondo Dean >>
<< Ma si può sapere cosa stai cercando? >> mi alzai da terra e mi pulii le ginocchia: << La mia spada, senza quella non possiamo vincere >>
<< A proposito della tua spada >>
<< Cosa le avete fatto? >>
<< L'ho distrutta Annabeth >>
<< Hai fatto cosa? Ma sei impazzito? Quell'arma con un solo fendete poteva eliminare più di una guarnigione >>
<< Annabeth tu eri morta e tenere in libertà una spada del genere era pericoloso. Così l'ho distrutta >>
<< Maledizione Dean... ora siamo davvero spacciati. Non vinceremo mai >>
<< No stavolta vinceremo e possiamo usare la mia spada per uccidere Lucifero >>
<< Ti ricordo che con quella spada mi hai ucciso >>
<< Non è colpa mia, te ti sei messa in mezzo al combattimento >>
<< Oh si certo... Ora la colpa è mia?! >>
<< Annabeth sono stanco... stanco di litigare ogni volta >>
<< Ed io sono stanca. Stanca che tu faccia sempre di testa tua >>
<< Faccio di testa mia, perché tu fai di testa tua. Non so mai cosa ti frulla in quella testa e soprattutto non so se starai per fare una pazzia >>
<< Se faccio qualche pazzia è perché sto cercando di proteggerti... cosa credi mi passi per la testa in quei momenti?! Dannazione Dean, quando fai così mi fai arrabbiare sul serio >> e un tuono fece andar via la luce: << N-non sei stata tu vero? >>
<< No Dean >> sulla porta arrivò un Sam tutto sudato: << Non so come è successo, ma dovete venir subito >> lo seguimmo fino in libreria e sul tavolo stava galleggiando una spada, era la mia spada: << Ma non l'avevi distrutta? >>
<< Si. Ma a quanto pare qualcuno l'ha riforgiata >> la presi in mano e sentii tutto il suo potere: << Ora possiamo contrattaccare Lucifero >>
<< Chiamo i rinforzi >> disse Sam prima di sparire: << Scusami Annabeth >>
<< Scuse accettate. Ma ora vieni con me >> lo presi per mano e lo portai nella nostra camera: << Annabeth? >> non dissi niente, lo spinsi sul letto e chiusi la porta della camera. I testimoni di quello che accadde dentro a quella stanza quella sera, furono solo le quattro mura che circondavano la camera.

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