Soulmates......taekook

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Nonostante la morsa di tristezza che stringeva il suo cuore, Jungkook era incantato a guardare quel bellissimo uomo davanti a sé che, come un bambino ammirava tutto ciò che lo circondava .

Lui aveva già viaggiato con i suoi genitori fin da piccolo, per cui l'attività frenetica all'interno dell'aeroporto di Seoul lo lasciava totalmente indifferente, ma Tae gli aveva confessato un po' in imbarazzo di non aver mai volato o lasciato la Corea, ed ora eccolo lì, con la bocca semiaperta e gli occhi sgranati a seguire la moltitudine di persone provenienti da ogni parte del mondo che correvano da una parte all'altra in questa immensa struttura .

Tra meno di un'ora si sarebbero separati per una settimana e lui si sentiva mancare l'aria al solo pensiero, ormai era totalmente e disgustosamente dipendente da Taehyung e avrebbe preferito affrontare qualsiasi prova, anche la più terrificante piuttosto che partire, ma suo padre gli aveva chiesto aiuto in quella parte del piano per affrontare Park, e lui non aveva potuto rifiutare senza contare che in quei giorni il più grande aveva accettato di vedere i suoi genitori e finalmente parlare con loro .

Jungkook odiava il fatto di lasciarlo solo in un momento così delicato, avrebbe voluto essere lì per stringerlo forte tra le sue braccia in caso qualcosa fosse andato storto, ma dall'altro lato dopo le cose accadute ultimamente sapeva quanto quel ragazzo sotto sotto fosse forte e in grado di affrontare qualsiasi cosa, senza dimenticare che aveva implorato tutti i ragazzi, ma soprattutto Jin e Jimin di stargli accanto chiamandolo immediatamente se la situazione fosse precipitata .

Taehyung perso nei propri pensieri si sentì mettere qualcosa di freddo tra le mani, sorpreso ci trovò le chiavi del suv di Jungkook con il quale erano arrivati " c-che significa Kookie ? hai paura di perderle e vuoi che le tenga io ? ".

" No amore, voglio che prenda la macchina e la tenga tu tutta la settimana, non ha senso lasciarla in un parcheggio quando a te serve per portare i tuoi genitori a casa " il tono dolce del più piccolo lo fece sciogliere e, svanire all'istante, ogni scusa che gli potesse venire in mente per rifiutare quell'offerta .

" G-grazie, ma non è assolutamente necessario, possiamo prendere tranquillamente un taxi ".

" Lo so piccolo, ma così è meglio in più avrai una macchina per poterli portare in giro e fargli visitare Seoul "

" A quello non ci avevo pensato anche se non saprei come giustificare un'auto così costosa ".

" Semplice ... auto aziendale e poi così avrò una scusa per farci venire a prendere al ritorno, accompagnarci a casa e dormire con me " gli sussurrò all'orecchio " dopo una settimana lontano da te non ti lascerò neanche respirare ".

Arrossì " ah non so, dovrò chiedere al mio capo per avere il giorno libero ".

" Giusto ... papà ? " si rivolse verso i suoi genitori a pochi passi " tu che conosci il suo datore di lavoro secondo te può assentarsi un giorno per venirci a prendere ? ".

Suo padre fece finta di pensarci poi rise " non saprei è un vero schiavista, ma forse riesco a fargli cambiare idea ".

Poco dopo il loro volo venne chiamato e con gli occhi a parlare al posto loro si salutarono senza quasi sfiorarsi .

Per volere di Tae si erano baciati a lungo poco prima nella toilette, posto poco romantico ma pratico all'occorrenza ; fino a che tutta la situazione con quel bastardo di avvocato non fosse finita non voleva rischiare che qualcuno che conosceva la famiglia Jeon potesse vederli e, senza atteggiamenti intimi, la sua presenza lì sarebbe stata vista solo come parte del suo lavoro.

Con un senso di oppressione sul petto guardò il telefono e vide che mancava ancora più di un'ora all'arrivo dei suoi genitori da Daegu e così decise di fare un giro per l'aeroporto per poi sedersi in attesa giocando con il cellulare .