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Caro diario,
Mi chiamo Park Jimin ho 17 anni, sono Moro e magro per colpa della mia malattia.
Combatto questo virus dalla nascita, i miei genitori mi abbandonarono dopo aver saputo della mia brutta salute.
Mi lasciarono in ospedale da solo ma e per fortuna uno dei migliori dell' ospedale mi accolse tra le sue braccia come se fossi suo figlio.
Non ho mai messo piede fuori da questo edificio, non conosco cosa significa andare a scuola, non ho mai avuto degli amici fissi ma sono un ragazzo molto socievole.
La sera amo guardare la città illuminata dalla mia finestra e la cosa più importante è che non so cosa significa amare.
Vedo tante coppie girovagare per le strade davanti all'ospedale, si tengono per mano e si scambiano baci sulla bocca.
Non ho mai provato una sensazione del genere e sinceramente non so se mai la proverò in vita mia.
Ma so per certo che riuscirò ad uscire da questo postaccio dove sono rinchiuso da 17 anni, standoci 24 ore su 24 e 365 giorni all'anno.
Il Dr. Seokjin qualche ora fa mi diede la notizia più bella della mia vita.
Hanno finalmente trovato la cura per l'anoressia e a quella notizia iniziai a piangere dalla gioia.
Per eliminare completamente il virus mi servirà ancora un anno e al mio diciottesimo potrò vivere la mia vita che non ho mai vissuto.
La prima cosa che farò e quella di farmi tanti ma tanti amici, poi voglio andare a scuola, trovare l'amore della mia vita con cui passare tutte le ore del giorno e-e e si voglio anche mangiare un buon gelato come dice il mio dottore.
Non vedo l'ora che tutto ciò accada.
Ora purtroppo devo andare, sono ormai le 23.00 della sera e iniziò a sentire la stanchezza ci vediamo ciao ciao!

Park Jimin

Chiusi il diario e mi mi diressi verso le macchinette dell'ospedale per prendere qualcosa prima di andare a letto.
Uscì dalla mia stanza spegnendo le luci e chiudendo la porta per evitare che qualcuno potesse entrare.
Mentre camminavo notai quante persone ancora a quest'ora seduta sulle sedie ad aspettare le notizie dei loro familiari.
C'era gente che dormiva, qualcuno che continuava a fare avanti e indietro, altre al telefono e tante sedute al bar con del cibo davanti da gustare.
Continuai a camminare fino alla destinazione, nonché le mie amatissime macchinette.
Inserì la mia chiavetta personale e digitai i numeri a me interessati.
Dopo aver raccolto tutta la delizia mi girai e mi scontri contro un ragazzo più alto di me.
Alzai lo sguardo trovando il suo già sul mio.
Diventai rosso dall'imbarazzo e dalla fottuta bellezza del rosso davanti a me.
Il ragazzo rise, e scommetto su quello che volete che lo stava facendo per via della mia faccia tutta rossa.
Mi grattai la nuca dal nervoso ma lui fermò ogni mio movimento.
< ragazzino da quando mai non si chiede scusa? Ti rendi conto che mi sei venuto addosso?> disse con un pò di arroganza.
< s-scusa no-non volevo..> pronunciai con un pò di timidezza
< tsk come immaginavo, sei come ogni ragazzino che gira nella città. Non imparate mai eh? >
< cosa intendi?..> chiesi confuso
< intendo che quando qualcuno si avvicina a voi, vi intimidite appena vedete un bel ragazzo giusto per fargli tenerezza > disse ridendo
< mi dispiace ma non penso proprio di essere quello che intendi tu. > risposi arrabbiato
< e sentiamo il motivo. >
< non sono mai uscito da questo posto.>
< e pensi che ti creda? >
< SONO AMMALATO TI ANORESSIA FIN DALLA NASCITA! >
Urlai talmente tanto che tutti si girarono verso di noi.
Mentre il rosso stava impalato a fissare il muro sconvolto dalle mie parole, decisi di andarmene per non avere più a che fare con il ragazzo. Mi avviai nella mia stanza con l'intenzione di andare a dormire.

[...]

La luce del sole che penetrava nella stanza mi svegliò.
Guardai l'orologio e mi resi conto che ero in ritardo per la colazione.
Per fortuna mancavano ancora venti minuti alla chiusura della mensa, quindi mi alzai presi dei vestiti puliti e mi infilai in doccia alla velocità della luce.
Appena uscì mi vestii velocemente e scesi al piano terra per mangiare qualcosa.
Presi quattro fette di pane, della marmellata e del burro mentre da bere optai per un succo all'Ace.
Mi sedetti in un tavolo libero a iniziai a gustarmi questa buonissima colazione.
Dopo qualche minuto si avvicinò a me una ragazza chiedendomi se poteva sedersi affianco a me.
Accettai senza problemi e in più ne aproffittai per parlarle.

< Piacere mi chiamo Park Jimin >
< Piacere mio sono Jeon Yeri >
< wow bel nome! >
La ragazza arrossì e io sorrisi per la sua reazione troppo cute.
< Come ci sei finito qui dentro? > chiese con un pò di timore.
< Sono ammalato di anoressia sin dalla nascita... Tu? >
< o mio Dio mi dispiace tantissimo... Comunque io sono finita in questo postaccio per colpa di un un calo di zuccheri >
< ah mi dispiace anche a me per te.. >
< ma scherzi? Quelli che a te è capitato è peggio di quello che è successo a me >
< tranquilla ormai ci sono abituato.. Ma finalmente tra un anno potrò uscire. Hanno trovato la cura! Sono così felice!>
< wow sono contentissima >

Una voce chiamò l'attenzione della ragazza seduta davanti a me.
Quando notai chi l'aveva chiamata mi accigliai subito, spostando lo sguardo sul piatto.
Il rosso si avvicinò al nostro tavolo inziando a parlare con Yeri.

< Fratellone lui è Jimin il ragazzo che ho appena conosciuto >

Alzai lo sguardo per poi incontrare quello del ragazzo.
Appena notò la mia presenza il suo umore cambio tutto d'un tratto.
Decisi di evitarlo ma per educazione decisi di presentarmi per poi inventare una scusa per andare via.

< Piacere Jimin, scusa ma devo andare il Dr. Seokjin mi deve visitare >

Detto ciò mi allontanai è rientrai in stanza.
Mi misi sulla sedia davanti all'enorme finestra per guardare la meravigliosa vista che dava.
Quando ad un tratto la porta della stanza si aprì.
Mi girai trovando il rosso alla porta con lo sguardo rivolto verso di me.
< cosa vuoi? > chiesi infastidito dalla sua presenza...

Baby, you're mine [ Ita ] JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora