Capitolo 25

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Dormivo con Dylan, in realtà mi ero svegliata ma non riuscivo più a dormire. Avevo una sensazione strana.

Infatti dopo poco mi squillò il telefono, presi il cellulare e vidi che erano le quattro di mattina.

Mi alzai e senza fare rumore andai vicino alla porta, non volevo svegliare Dylan.

<<si? Pronto?>> dissi a voce bassa.

<<È la signorina Elle Davis?>>

<<Si, chi parla?>> domandai confusa.

<<La chiamiamo da eichen house... mi dispiace doverlo dire così ma...>>

Sentì il respiro farsi sempre più pesante.

Non feci finire di parlare che chiesi subito di mia madre.

<<mia madre... sta bene?>> dissi con la voce tremolante.

<<piccola? Che ci fai la? Chi è al cellulare?>> mi chiese Dylan per poi sbadigliare.

<<mi dispiace... può recarsi in clinica?>> continuò il dottore al cellulare.

Guardai Dylan con le lacrime agli occhi, staccai la chiamata e lanciai il cellulare in terra.

<<che succede?>> mi chiese Dylan alzandosi dal letto per venire da me.

<<mia madre... mia madre è morta>> dissi senza fiato per cadere a terra.

Dylan si avvicino subito verso di me e mi abbracciò.

Incominciai a piangere, ero sotto shock.

<<ehi ehi che succede?>> aprì la porta Jules seguita da Isaac, rimasero nella porta a guardarci.

Ero seduta per terra con Dylan che mi teneva da dietro, tra le mie urla e i miei pianti.

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Nel tragitto per andare alla clinica guidò Dylan, per tutto il tempo guardai fuori dal finestrino. Mi faceva male tutto.

Mi sentivo persa.

Come si può superare la morte di un genitore?

Dylan mi teneva stretta a se finché non entrammo all'interno di eichen house.

Dopo di noi ci raggiungerò anche Jules e Isaac.

<<Lei è la signora Elle Davis?>> mi chiese un dottore mentre si avvicinava sempre di più a me.

Tremavo sempre di più, Dylan se ne accorse e mi tenne più vicino a lui. Mi faceva stare così bene. Avevo così bisogno di lui. Soprattutto in un momento del genere.

<<s-si sono io>> dissi con la voce tremolante, <<mi può dire cos'è successo?>>

<<mi segua, andiamo in posto più adeguato... lei è?>> disse il dottore indicando Dylan.

<<sono...>> disse Dylan ma lo interruppi.

<<è il mio ragazzo. Ora andiamo devo sapere.>> dissi incominciando a innervosirmi.

Diedi uno sguardo a Dylan, feci una specie di sorriso e seguimmo il dottore.

Arrivammo nel ufficio del dottore, mi sedetti e mi incominciò a spiegare quello che era successo.

<<mi può spiegare cos'è successo?>> chiesi di nuovo nervosa trattenendo le lacrime.

<<sua madre è rimasta qualche minuto da sola, dopo essere tornati nella sua stanza non l'abbiamo vista nel letto, abbiamo cercato ovunque finché non siamo arrivati nel tetto dell'edificio. Non sappiamo come abbia fatto a prendere le chiavi...>> disse il dottore dispiaciuto per poi togliersi gli occhiali che portava e mettersi una mano in testa. <<...l'abbiamo trovata nel cornicione, ma non abbiamo fatto in tempo a fermarla... mi dispiace.>>

Sentì mancarmi il respiro.

<<se ne vada>> disse Dylan alzando la voce contro il dottore.

Il dottore se ne andò e ci lasciò da soli.

<<ma perché?>> dissi per scoppiare a piangere.

<<Vieni qua...>> disse Dylan avvolgendomi fra le sue braccia. <<andrà tutto bene>> mi replicò Dylan.

<<Aiutami ad uscire da questo inferno>> dissi con le lacrime agli occhi stringendolo sempre più forte.

Dylan mi accompagnò all'uscita, quando il dottore si avvicinò con qualcosa in mano.

<<mi dispiace un sacco per la sua perdita..>> disse dandomi una pacca sulla spalla, <<c'è qualcosa che devo darle>> disse porgendomi una lettera.

Rimasi stranita, non sapevo di cosa si trattava.

<<Ecco, beh.. sua madre le ha scritto una lettera. Mesi fa quando stava un po' meglio le avevo dato il compito di scrivere una lettera alla persona a cui teneva di più e l'abbiamo conservata insieme ai documenti, sua madre mi aveva detto di dargliela nel caso le cose fossero andate male ma non pensavo che questo giorno sarebbe arrivato. Mi ha detto che era molto personale quindi non ci siamo mai permessi di leggerla..>>

Presi la lettera salutando il dottore con un cenno, poi andai via insieme a Dylan che continuava a tenermi stretta.
Non mi fece domande, nemmeno riguardo quella lettera, sapeva che non mi andava di parlare in quel momento.

Dall'odio all'amore || Dylan O'brien Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora