Capitolo 1

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Suonò la sveglia come ogni mattina, misi il cuscino sopra la faccia e tirai un urlo.
Non avevo voglia di alzarmi perché ogni giorno venivo presa da mira dai bulli della mia scuola: Nate, Minho, Tyler, Chris, Isaac e soprattutto Dylan.

Con la mano cercai il cellulare per disattivare la sveglia, ma mi cadde a terra.

<<oh andiamo!>> dissi urlando.

Dovetti per forza alzarmi, misi i piedi a terra e rabbrividì al solo tocco del pavimento da quanto era freddo.

Andai in bagno e mi feci una doccia, dopo di che mi infilai dei jeans strappati al lato della coscia e una felpa nike blu e come scarpe misi le jordan, blu e bianche.

Dopo aver finito di prepararmi presi lo zaino e scesi in cucina, preparai dei pancake e un caffè.

Se vi state chiedendo se vivo da sola, la mia risposta è: si, vivo da sola.
Mio padre era lo sceriffo della città, un giorno ci fu una sparatoria in un locale e fu colpito da un proiettile prendendolo al cuore.
Mia madre dopo aver saputo di mio padre andò in depressione. Mi presi cura di lei per anni, finché non la trovai stesa nella vasca da bagno con i polsi pieni di sangue, ero riuscita per miracolo a salvarle la vita, dopo aver chiamato i soccorsi. Da quel giorno decisi di mandarla in una clinica, andavo a trovarla una volta a settimana perché di più non era permesso.

Per mantenere me stessa e pagare la clinica di mia madre mi toccava andare a lavorare in un locale, facevo la stripper. Non mi piaceva come lavoro, mi sentivo a disagio, però dovevo farlo.
Non avevo trovato di meglio e la paga era molto buona.

Mi incamminai verso la scuola e con lo sguardo basso entrai nel corridoio, andai dritta nel mio armadietto sperando di non incontrare Dylan e i suoi amichetti o la sua "ragazza", mi avevano preso di mira da tutto l'anno.

Dylan era un bel ragazzo, il più popolare della scuola, tutte le ragazze cadevano ai suoi piedi, non conoscevo ragazza che lui non si era fatto, a parte me.
Ma non aveva mai avuto relazioni, usava le ragazze solo per il sesso.

Stavo prendendo il libro di chimica dal mio armadietto quando vidi Dylan che chiuse il mio armadietto con forza.
Aveva una mano appoggiata nell'armadietto accanto al mio. Stranamente questa volta era solo, di solito era seguito dai suoi amichetti, che ogni volta ridevano per quello che faceva.

<<ehi bambolina>> disse rivolgendosi a me.

<<che vuoi?>> chiesi infastidita.

<<non ti permettere a rispondermi così>> mi disse urlando mettendomi contro il mio armadietto, le sue braccia erano appoggiate sopra di me, era davvero alto.

<<Dylan non sono di buon umore, lasciami stare>>

<<sei ridicola>> mi disse per poi leccarsi le labbra e ridere.

Era un bel ragazzo, ma dio... quanto lo odiavo.

Ad un tratto arrivò Madison e appoggiò la sua mano sulla schiena di Dylan.

<<Ehi amore, che fai con questo sgorbio?>> disse guardandomi dall'alto al basso con disprezzo.

<<Niente>> disse per poi andarsene.

Notai che Madison mi guardava con aria di sfida, ma non ci feci caso. Era la solita puttana.

Presi il mio libro e andai nella mia classe. Avevo l'ora di chimica e per mia sfortuna avevo Dylan nella mia stessa classe insieme al suo migliore amico, Tyler.

Andai verso il mio banco, quando caddi a terra.
Alzai lo sguardo e vidi Dylan ridere come un matto. Mi aveva fatto lo sgambetto.

Lo guardai e poi mi toccai il naso.
Perdevo sangue.
Mi alzai e corsi subito in bagno, lasciandomi dietro le risate dei miei compagni di classe.

Mi rinchiusi in bagno e scoppiai a piangere. Non ne potevo più, volevo sparire.
Non capivo perché ce l'avesse così tanto con me.

Sentì bussare in modo brusco alla porta del bagno, <<è occupato>> dissi, ma le mie parole non servirono a niente.
La persona continuò a bussare, quindi decisi di aprire la porta.

Madison.

<<che vuoi?>> dissi guardandola con sfida, avrei voluto sfogarmi su di lei.

<<senti ciccia, stai lontana da Dylan. Ti giuro che se ti ci vedo parlare un'altra volta ti spacco la testa di merda che ti ritrovi>> mi disse facendo un ghigno con la faccia, poi continuò <<HAI CAPITO?>> alzando il tono di voce sbattendo la mano nella porta.

<<ma che cazzo vuoi?>> dissi per poi sorpassarla, ma la sentì prendermi dai capelli.

<<oh no Madison, questo non dovevi proprio farlo>> dissi girandomi per poi prenderle la testa e sbattergliela contro il muro. <<adesso chi spacca la testa di chi?>> dissi con arroganza per poi prenderla dai capelli e sbatterla a terra.

Mi guardò, <<questa me la paghi Davis>> disse per poi uscire dal bagno. Mi avvicinai nello specchio del bagno e con un fazzoletto bagnato mi pulì il naso dal sangue.

Skip

Finalmente uscii da scuola, avevo evitato di scontrare lo sguardo con Dylan e i suoi amichetti, per oggi non volevo più problemi.

Ma falli, mi senti ridere alle spalle, <<ehi Davis, ti fa male il naso?>> disse un ragazzo per poi iniziare a ridere con gli amici. Mi girai ed era Nate, un amico di Dylan.

Bene, non poteva andare peggio!

Aumentai il passo, finché non li seminai.

Ma ad un tratto mi sentì prendere dal polso e trascinare in un vialetto, e chi poteva essere se non Dylan?

<<ti sei persa bambolina?>> mi disse guardandomi dall'alto al basso.

<<lasciami stare Dylan>> dissi infastidita.

<<e io che mi volevo anche scusare per questa mattina! Ma che cazzo hai fatto a Madison?!>> mi disse Dylan con sguardo di sfida avvicinandosi sempre di più.

<<è stata lei ad attaccarmi, mi sono solo difesa. Ora lasciami andare>> dissi cercando di mollare la sua presa

<<sai già cosa ti ho detto prima, non rispondermi in questo modo>>

<<io rispondo come voglio a chi voglio, mi hai capito O'brien?>> dissi con aria di sfida, ma sinceramente mi pentì.

Dylan fece una risata per poi prendermi dal collo e sbattermi al muro. Iniziai a piangere, mi faceva paura.

Ma dopo pochi istanti mi lasciò libera, si allontanò da me all'indietro lentamente, aveva uno sguardo perso, se non si fosse trattato di Dylan avrei anche potuto dire che mi sembrava dispiaciuto per quello che aveva fatto.
Lo guardai con le lacrime agli occhi e andai via correndo verso casa mia.

Arrivata a casa lanciai il mio zaino, mi sedetti in terra, mi accovacciai e iniziai a piangere. Non ne potevo più. Avevo bisogno di qualcuno per parlare.

Dall'odio all'amore || Dylan O'brien Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora