48 - SENSO DI COLPA (parte 3)

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DIARIO DI DARIO COLLINS

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DIARIO DI DARIO COLLINS

La giornata e la festa erano state lunghe e pesanti, così mi buttai sul letto sperando che la sbornia mi aiutasse a dormire. Eravamo tutti scioccati dalla maledizione che aveva appena colpito Manuel e i miei pensieri tornarono a Dafne che a causa mia era stata trasformata in un albero secolare. Avrei voluto scappare via da quel luogo e da quella vita per poter essere una persona normale, ma non c'era via d'uscita. Su Diamond Samaan si perdeva facilmente la cognizione del tempo, ed era una sensazione tanto piacevole quanto disarmante.

Ero sicuro di essere caduto nel sonno e di aver dormito per circa due ore quando qualcosa mi fece soprassalire.

Sentii le sue labbra morbide lungo il torace, poi lungo il collo e infine la sua lingua avvinghiarsi alla mia...

"Titania...! Mia signora...!?" esclamai con un filo di voce

"Ti prego non dire nulla! La mia vergogna è già abbastanza grande così..."

"Mia signora, io non sono degno...!" ma non ebbi il tempo di finire la frase che il mio organo genitale era già tra le sue gambe. Mentre si stringeva a me, la sua bocca si avvicino al mio orecchio sussurrando:

"Quello che ha colpito Manuel è il veleno proveniente dagli scorpioni mutanti, ma non nella sua forma naturale, bensì unito alla maledizione di una strega del circolo ribelle dei BlackScorpions e può essere placato solo con il cuore spezzato di una fata e la più grande vergogna di una fata. Beh... poco male! In questo caso sono presenti tutti e due gli elementi. La pozione di Arkal sarà certamente molto potente..." rise rassegnata

Le passai le mani sopra i glutei e poi le braccia intorno ai fianchi, stringendola a me il più possibile prima di penetrarla. Venni!

Con Dafne era stato difficile resistere ma ancora possibile, questa volta invece non avrei potuto neppure a volerlo. Lo scherzo brutale e spietato del destino aveva voluto che ciò avvenisse per salvare la vita di Manuel.

Da seduti cademmo sdraiati sul letto e i suoi capelli mi coprirono il volto. Aveva un profumo inebriante e magico, buono e malvagio allo stesso tempo. Seducente e spietato.

Dopo circa un'ora venni un'altra volta e poi da lì persi la cognizione del tempo.

Una luce calda e dorata inondò la stanza e Titania raccolse le sue lacrime magiche dentro un'ampollina.

"Ecco le lacrime...! Le lacrime rosse della vergogna!" esclamò. Poi proseguì dicendo.

"Solo Arkal sa di ciò che è avvenuto in questa stanza. Ci siamo capiti..?"

"Certo...!" Acconsentii, quando l'indomani si alzò dal letto per rivestirsi e uscire con passo leggiadro dalla porta.


                                          TITANIA - REGINA DELLE FATE


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