13 - MUFFINS BRUCIATI

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DIARIO DI LUCy LOVELACE

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DIARIO DI LUCy LOVELACE

Mi trovai improvvisamente a vagare lungo corridoi sconosciuti dai muri bianchi e pavimento marmoreo. Tutto era stranamente avvolto dalla nebbia. Sentivo che qualcuno aveva bisogno del mio aiuto ma non sapevo cosa fare. Girando l'angolo scorsi una porta e un'inspiegabile forza d'attrito mi spinse ad andare verso di essa.

Riuscii ad attraversare le pareti come se il mio corpo non avesse più consistenza, ed ecco innanzi a me due figure, che evidentemente non potevano accorgersi della mia presenza. Riconobbi subito la mia amica Roxy adagiata sul letto...il sangue sulle lenzuola... un uomo chino su di lei... mentre quella nebbia innaturale e malevola sembrava voler celare segreti impronunciabili.

"Roxy attenta!" mi svegliai urlando nel cuore della notte.

Come di consueto mi trovavo adagiata sul letto della mia stanza

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Come di consueto mi trovavo adagiata sul letto della mia stanza. La sveglia segnava le 04.00 del mattino e non riuscendo più a prendere sonno,  andai in balcone per distendere la tensione. Sentivo il cuore battere nel petto al ritmo di un tamburo e il pungente vento invernale scompigliarmi i capelli.

Gli avvenimenti dell'ultimo mese mi avevano causato emozioni troppo forti e quasi stentavo a riconoscermi allo specchio, pur avendo sempre lo stesso aspetto.

Ormai ero certa che i miei non fossero dei semplici sogni o incubi notturni.

Questo stesso pensiero m'inquietava ancor di più, perché voleva dire che forse, in quel preciso momento, Rossana si trovava in pericolo e io non potevo far nulla.

Avevo un disperato bisogno di risposte a un'infinità di domande ma non sapevo dove cercarle. Oltretutto, non esistevano più prove di quanto avvenuto nel bosco e le uniche cose che ci avevo guadagnato, erano state un cellulare distrutto e una fotocamera rubata.

Mi sedetti, sconsolata, difronte la vecchia specchiera con i cassettoni che avevo recuperato dallo scantinato, aspettandomi di veder comparire il volto della Dama fantasma riflesso nel mio, ma non successe nulla.

Decisi allora di vestirmi e scendere in cucina per la colazione, considerato che erano ormai passate più di due ore da quando mi ero alzata e di rimettermi a letto non se ne parlava.

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