1- NORMALMENTE INSOLITO

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                                                               DIECI ANNI DOPO

Diario di Manuel Hammond

Fin da quando sono nato tutti mi considerano strano. Ciò che preoccupa di più i miei genitori è la mia particolare sensibilità alla luce che mi costringe ad andare in giro con degli occhiali scuri.

Ciò che preoccupa il mio psicanalista, invece, è il fatto che io parli con delle ombre che nessun altro vede e che senta delle voci che nessun altro sente.

A scuola i compagni hanno cominciato ad evitarmi e gli insegnanti non sono mai contenti di me, nonostante faccia sempre i compiti bene.

Gli occhiali scuri mi fanno assomigliare più ad un piccolo killer che ad uno con problemi alla vista, ma purtroppo non posso fare proprio a meno di portarli.

Le ombre mi parlano spesso di un mondo, un mondo meraviglioso, che esiste oltre il pianeta terra.

Secondo lo psicologo sono solo frutto della mia fantasia, eppure una volta mi hanno aiutato a sottrarre di nascosto il mazzo di chiavi che apre le cento stanze della casa.

Già, proprio così! perché a casa mia esistono delle stanze che i miei genitori tengono severamente chiuse sottochiave e nonostante gli interrogativi posti sia da me che dai miei fratelli, non c'è mai stata data una spiegazione seria, se non la solita solfa che le camere attendono di essere ristrutturate perché troppo antiche.

Così, un' ala del castello è stata aperta al pubblico per matrimoni e ricevimenti, mentre nell'altra viviamo noi.

Ogni stanza ha un nome proprio, ma io sono arrivato ad aprirne solo una, la stanza degli specchi.

Quel giorno vidi riflesse delle ombre, nonostante fossi sicuro di essere solo all'interno della sala. Sagome dapprima indistinte poi a mano a mano più nitide, che bisbigliavano qualcosa.

Una donna dalle vesti seicentesche di nome Isabel, cercò di chiamarmi a sé spingendomi ad attraversare lo specchio, ma mia madre sorprendendomi a parlar da solo si adirò molto e richiudendo la stanza a chiave, sbraitò che avrebbe preso provvedimenti.

 Una donna dalle vesti seicentesche di nome Isabel, cercò di chiamarmi a sé  spingendomi ad attraversare lo specchio, ma mia madre sorprendendomi a parlar da solo si adirò molto e richiudendo la stanza a chiave, sbraitò che avrebbe preso provvedim...

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