29 -LA PRIMA RECLAMAZIONE

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DIARIO DI LUCY LOVELACE

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DIARIO DI LUCY LOVELACE

Kassie cominciò a fluttuare a mezz'aria, come se fosse stata tenuta da fili invisibili e non rispondeva più ai nostri richiami.

"Cosa facciamo?" urlò Layla in preda al panico.

Non dovetti pensare troppo alla risposta, dato che nostra sorella venne trasporta e direzionata da una forza magnetica invisibile verso l'uscita principale, quindi non ci restò che seguirla a piedi e in silenzio, con il cuore in gola e lo stomaco in subbuglio.

"Me lo sentivo che non doveva toccare quelle carte..." dissi disperata

"Ragiona! Non sappiamo se sia stata colpa delle carte o di altro." rispose Layla.

Oltrepassammo così, gli alberi delle coltivazioni di arance e le serre, fino a quando nel cielo cominciarono a comparire degli strani fulmini, che non lasciavano presagire pioggia, ma qualcosa di peggio.

Fulmini verdi, blu, rossi... si unirono a formare l'immagine di una testa trifronte dalle tre facce, che squarciavano le nubi con il loro sguardo terrificante e dalle cui bocche fuoriuscivano serpenti infuocati.

Cercammo di trattenere Kassie, tenendola per le caviglie e per i polsi, ma i nostri tentativi non servirono a nulla, il potere della forza misteriosa che la trasportava era troppo più grande di noi. Mi sembrava di vivere un incubo dal quale non vedevo l'ora di risvegliarmi.

Tra il fragore dei fulmini, fecero la loro comparsa avvolti dal favore delle tenebre, le stesse figure incappucciate coi visi coperti da maschere splendenti, che vidi la sera dell'omicidio di Jusy Doherty.

Io e Layla restammo come pietrificate ad assistere a quello spettacolo.

Kassie, portava al collo una sorta di medaglione che tutto a un tratto, cominciò a brillare di luce propria, staccandosi dalla catenina e cadendo al suolo.

< DEDE MIHI VIRTUTEM!>

Urlarono in coro le figure incappucciate, levando le bacchette contro nostra sorella.

"Cosa volete? Chi siete? Andatevene..." disse Layala, raccogliendo il coraggio.

"Questa è violazione di proprietà privata!" replicai, senza credere alle parole che uscirono dalla mia stessa bocca.

Per tutta risposta quelli risero e con un movimento della mani, scaraventarono indietro me e Layla, che finimmo a terra.

Dal medaglione che ancora brillava in mezzo all'erba, fuoriuscì una nube oscura. La stessa che avevo visto nella foresta e prima di svenire in palestra.

"Cosa volete da nostra sorella? Lasciatela..." urlai ancora disperata, ma le mie parole non sortirono nessun effetto.

Kassie cadde al suolo, mentre uno degli incappucciati cominciò a contorcere il proprio corpo, trasformandosi in un serpente gigante che non bramava altro di avvicinarsi alla sua vittima.

"Non ho mai visto niente di così orribile!" sussultò Layla, portandosi una mano alla bocca.

Allora corsi verso nostra sorella nella speranza di allontanarla da loro, ma venni scaraventata indietro da una sorta di barriera invisibile che gli incappucciati avevano creato intorno a lei e dunque, non potei fare altro che assistere inerme alla scena del serpente che si avventava spietato verso il braccio di kassie,  ancora giacente al suolo.

Proprio mentre ero ormai rassegnata al peggio, percepii una luce alle mie spalle, dalla quale comparirono, in un turbinio di colori caldi, la zia e la mamma con gli occhi avvampati di rabbia.

"Non vi permetterò di fare del male alle mie figlie!"

<DEDE MIHI VIRTUTEM

CUM POTESTAS AERAE, TERRAE, AQUAE ET IGNIS

DEDE MIHI VIRTUTEM

ANIMAM NOSTRAM CONIECTE.>

Dissero in coro le due donne, tenendosi per mano.

Allora il corpo di Kassie venne circondato da un'aura luminosa e i suoi occhi si riaprirono, tornando della loro colorazione naturale.

"Kassie stai bene?" urlò Layla

Lei non rispose, ma sembrava che almeno adesso riuscisse a sentirci.

Allora, una sorta di pietra con degli strani simboli incisi sopra, cadde dalla nube oscura che aleggiava in cielo, finendo direttamente tra le mani di Kassie, che la prese senza esitare e la puntò contro il serpente.

<DEDE MIHI VIRTUTEM

CUM POTESTAS AERAE, TERRAE, AQUAE ET IGNIS

DEDE MIHI VIRTUTEM,

ANIMAM NOSTRAM CONIECTE.>

Disse Kassie, ripetendo la stessa formula che avevano pronunciato poco prima la mamma e la zia.

A quel punto, la creatura venne scaraventata a metri di distanza e costretta a ritornare al suo aspetto umano, ma sempre con indosso la maschera che gli copriva il volto.

"Maledetti! E' così che avete ucciso Joce Doherty?" gridai in preda alla collera.

Dalla nube si levò un urlo, che divenne a mano amano un ruggito agghiacciante, poi si dileguò nel cielo notturno, come se nulla fosse accaduto.

"Avete vinto una battaglia non la guerra!" dissero gli incappucciati, prima di scomparire tra il fragore dei fulmini, così com'erano apparsi.

La notte tornò limpida e il pericolo sembrò essere passato, ma il terrore che avevamo provato, non sarebbe scomparso tanto facilmente dalle nostre menti.

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