●Les Fleurs●Parte 2
Quell'odore era insopportabile per il suo naso, le vie buie ed illuminate dalle lampade ad olio, cupe e fredde anche se tappezzate di mattoncini moderni e da edifici ancora futuristici agli occhi del biondo, emanavano comunque un puzzo disgustoso. Il fatto che fosse così lontano da casa non gli pesava affatto, eccetto per una unica e sola cosa, Tae. Continuava a camminare, su quel vialone privo di gente, facendo ticchettare le scarpe sulla strada lastricata e umida, imprecò quando un piede finì diretto in una pozzanghera. Parigi era bellissima, moderna e accattivante al tempo stesso. Grazie a quel viaggio che aveva deciso di intraprendere per studi e per esperienza personale, poteva ora vantare un bagaglio culturale non indifferente. L'occidente gli aveva aperto un mondo nuovo, sconosciuto e completamente diverso da quello a cui era abituato. Avevano divinità diverse, o meglio, una sola divinità che proclamavano come il loro Dio unico e indiscusso, che aveva dato origine ad una dottrina particolare chiamata Cristianesimo. Anche loro tuttavia avevano i loro imperatore a governare il paese, chiamato più comunemente Re. Entrò nella locanda, venendo investito da quella cacofonia di voci, superò il bardo che canticchiava allegramente accompagnato dal suo liuto rovinato e dalle voci degli ubriaconi presenti. In mezzo a quella massa di persone solo due individui se ne stavano elegantemente seduti in fondo alla stanza, immobili e estraniati da tutto ciò che li circondava, Jimin non se ne curò molto e passò oltre, raggiungendo la giovane donna dai capelli oro dietro il bancone.
-Amélie, posso avere le chiavi della mia camera?-
Le dolci e soffici labbra della ragazza si incurvarono in un sorriso, Amélie era bellissima, sembrava un angelo dai lineamenti delicati e dagli occhi azzurri come il cielo limpido. Il ghigno divertito di Jimin le fece imporporare le guance, e sornione le sfilò le chiavi dalle sottili dita continuando a guardarla negli occhi.
Si accostò sul bancone di legno, piegandosi in avanti per sussurrarle meglio qualcosa di privato, che solo lui e lei dovevano sentire in mezzo a tutta quella mandria di gente ubriaca.
-Dopo mi raggiungi, piccola?- A quella richiesta non nuova alle orecchie della barista, Amélie avvampò e si guardò intorno preoccupata.
-Jimin ti ho detto mille volte di non farti sentire, se mio marito lo venisse a sapere saremmo morti entrambi-
Lo rimproverò la bionda, spinando una birra nel boccale di rame prima di tornare a servire i clienti. Jimin sorrise compiaciuto, ma poi vedendo l'uomo di cui si parlava poco prima il suo buon umore si guastò. Gildas era un energumeno ben piazzato e alto, tanto quanto brutto, il biondo capiva perfettamente quella donna, condividere il letto con quell'essere ripugnante doveva essere una vera tortura per lei, tuttavia la locanda era di Gildas e lei era stata costretta a sposarlo, per questo Amélie da brava figlia aveva dovuto accettare il matrimonio combinato. Ed ecco come era finita la storia, Jimin ovviamente era diventato il suo amante qualche giorno dopo il suo arrivo, lui era un donnaiolo e lei, beh non aveva resistito al suo fascino, come tutte ovviamente. La vide mentre da sotto le ciocche bionde gli lanciava qualche occhiata furtiva di tanto in tanto. Jimin sapeva perfettamente cosa volesse dire, quella notte avrebbe dovuto lasciare la porta della sua stanza aperta.
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Quella mattina si era svegliato di buon umore, Amélie era già scomparsa, ovviamente se ne era andata non appena entrambi avevano soddisfatto il loro lussurioso fabbisogno e la cosa migliore che Jimin pensò di fare appena sveglio, era quella di darsi una ripulita e incamminarsi verso l'università. Così si chiamava quella struttura che gli era valsa il viaggio e l'abbandono della sua famiglia. Uscito dal bagno si infilò gli stivali neri di pelle, i pantaloni in velluto anch'essi neri e la casacca ocra di cotone, allacciandosi la cordicina alla vita. Dato che l'aria era piuttosto fredda indossò anche il gilet smanicato color canna di fucile e si portò alla spalla la sua casacca di pelle marrone, dove arano contenuti tutti i suoi libri e appunti. Una volta chiusa la porta della camera scese al piano di sotto, dove l'aspettava una ricca colazione e un Amélie tutta pimpante e allegra.
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•𝓑𝓵𝓸𝓸𝓭 𝓢𝔀𝓮𝓪𝓽 𝓪𝓷𝓭 𝓣𝓮𝓪𝓻𝓼• || ʙᴛs ᴠᴀᴍᴘɪʀᴇ ᴇᴅɪᴛɪᴏɴ ||
FanficConclusa✓ "Sai cosa significa avere qualcuno al tuo fianco che apprezza e ascolta le tue melodie e che ne è inconsciamente diventato parte di alcune? Noi vampiri non avremmo più un anima è vero, ma credo che in quello che creo, io riesca a mettere u...