Capitolo 37

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●Lacrime di sangue●

La serale e calda aria le pizzicava il naso.
Tirò su il mento, vedendo il letto di stelle espandersi nel cielo privo di nuvole.
I grilli che cantavano un sinfonia delicata le ricordarono l'imminente Agosto e Chiara dovette nuovamente ammettere a sé stessa che l'estate era, e rimaneva la sua stagione preferita, anche solo per la notte.
Si piegò sulle ginocchia in modo da osservare meglio il piccolo arbusto che le apparteneva sbucare dal terreno soffice, corrucciò la fronte e socchiuse le palpebre guardandolo storto.
Di quel passo avrebbe ucciso mezza popolazione mondiale prima di diventare un vampiro completo.
Una leggera brezza le mosse i lunghi capelli corvini e inspirò quel dolce profumo, intrecciato all'essenza dei fiori di famiglia.
Il terreno era secco, nonostante Taehyung se ne prendesse cura di continuo, il sole cocente del giorno rendeva la terra dei fiori aspra. Spostò lo sguardo sul piccolo capanno degli attrezzi, nonostante ora fosse una vampira il suo amore per la natura le impediva di starsene con le mani in mano. Entrò e prese il piccolo annaffiatoio di alluminio verde che aveva usato in passato, lo riempì d'acqua nel piccolo lavabo e chiuse il rubinetto solo quando fu pieno fino al bordo.
Il cigolare della porta in legno che si apriva lentamente la fece sobbalzare, e Chiara seriamente prese in considerazione l'idea di fuggire da lì, era in trappola in uno spazio angusto e stretto tra quelle quattro mura di legno.

Taehyung con la sua presenza le tappava la porta e quando lo ignorò, cercando di passargli di fianco, il moro allungò il braccio velocemente arrestando la sua inutile fuga, facendole sfuggire di mano l'annaffiatoio.
Si promise di non imprecare, ma le costò molto mantenere la promessa quando quell'irresistibile odore di lavanda le investì le narici.
Taehyung aveva la chioma arruffata e scompigliata, segno che si era appena alzato dal letto, si era infilato velocemente una vestaglia rosso fuoco decorata con dei numerosi strass neri di varie forme e dimensioni. Si era precipitato in giardino nel vederla dalla finestra e solo per sbatterle in faccia la sua bellezza. Messa alle strette, pensò seriamente di battere la testa contro il muro o magari di tirargli una testata e farla finita una volta per tutte.

-Quanto deve continuare questa farsa prima che tu mi venga a chiedere scusa?- Un sussurro, un sibilo rivestito dal saccente e famelico suono di quella voce. Taehyung incrociò le braccia al petto e la guardò seriamente dall'alto in basso, indugiando su tutta la sua figura abbracciata dal morbido maglioncino a collo alto color pesca.

-Farsa?- Domandò con tono ironico la vampira.
-Io dovrei chiederti scusa? Taehyung ma sei serio o il sangue ti ha dato completamente alla testa?-
A quella risposta la piega al lato delle sue labbra si incurvò, si stava divertendo troppo, da matti, cercava di non scoppiare a riderle in faccia e rimanere il più serio possibile, perché vederla arrabbiata e innervosita per ogni sua singola parola rendeva quella situazione molto più intrigante.
In realtà l'aveva perdonata già da giorni, precisamente da quando Jimin aveva detto quelle parole con sicurezza, ma aveva bisogno di schiarirsi bene le idee e lasciare che lei facesse lo stesso. Anche lui si era comportato da bastardo e per quanto ne sapeva Chiara poteva anche tirargli un pugno da un momento all'altro.
Ma in quella notte silenziosa tutto era diverso.
L'aveva vista in quel giardino, impegnata a contemplare il manto stellato con una luce negli occhi nuova e priva di rabbia e Taehyung era stufo. La loro lite stava durando fin troppo e anche a costo di correre il rischio di un diritto sul naso le avrebbe parlato, dopotutto voleva solamente tornarne a dormire in santa pace.

-Taehyung..-Sbuffò, attirando nuovamente la sua attenzione, persa nei meandri della mente.

-Quello che dovevo dirti l'ho già detto, sei te che ancora non hai parlato al riguardo-

Vederla chinare la testa e guardare imbarazzata a terra lo stava mettendo in difficoltà, quanto avrebbe resistito ancora prima di saltarle addosso? O prima di scoppiarle a ridere in faccia.
Seriamente stava aspettando ancora quelle parole da lui?
Cosa diavolo doveva fare per fargli capire che le piaceva, inginocchiarsi e chiederle la mano?
Ok, forse fottersi quell'umana per ripicca non era stata un idea tanto geniale...

•𝓑𝓵𝓸𝓸𝓭 𝓢𝔀𝓮𝓪𝓽 𝓪𝓷𝓭 𝓣𝓮𝓪𝓻𝓼• || ʙᴛs ᴠᴀᴍᴘɪʀᴇ ᴇᴅɪᴛɪᴏɴ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora