Capitolo 21

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Kangaroo


Non poteva crederci, un lavoro a tempo indeterminato? Di questi tempi poi? Che la dea bendata per una volta nella vita si fosse concessa a lui?
Eppure era tutto così strano, quella magione in lontananza era strana, l'atmosfera che la inglobava, triste, cupa, spenta, la strada sterrata che aveva rischiato più volte di farlo cadere.
Si sarebbe trovato bene lì? Lui non era di certo un tipo spento, con il suo entusiasmo avrebbe spaccato anche il mondo se necessario e quel postonon sembrava fatto per lui.
Fermò la sua moto Guzzi V7 grigio metallizzato poco prima del giardino e la parcheggiò inserendo il cavalletto con un colpo di stivale.
Si sfilò il casco nero e con le dita si tirò indietro le lunghe ciocche color miele sistemandole bene sull' haircut laterale, per poi tornare a scaldare le mani nelle saccocce del suo giaccone invernale.

-Cazzo, certo che fa freddo-

Tirò su con il naso arrossato sulla punta e agguantò il pacchetto di sigarette sgualcito dalle tasche sul retro dei jeans chiari infilandosene una in bocca.
Era ancora un po' distante, ma aveva deciso di parcheggiare prima onde evitare di fare imbestialire i suoi nuovi datori di lavoro con il rombo della sua vettura e tanto valeva fumarsi qualcosa nel tragitto.
Il fumo che uscì dalle sue labbra si mischiò alla piccola condensa del suo respiro, ed ora si sentiva meglio, meno nervoso.
A grandi falcate finalmente raggiunse la porta d'ingresso e spense la cicca a terra pestandola con l'anfibio nero di pelle.

Bussò.

Caterina sentì il forte rintocco del battiporta fin dentro le cucine, si era svegliata presto quella mattina, anzi a dirla tutta non aveva dormito per niente nemmeno oggi, dopo quello che era successo due giorni fa, aveva deciso di scendere e farsi una bella colazione, da sola.
Ilda era scomparsa nel nulla o meglio era chiusa in camera di Jimin e non ne sapeva il motivo, Chiara invece non si era ancora risvegliata e dio solo sapeva quando avrebbe nuovamente rischiato la vita per sfamare la nuova vampira.

Lasciò andare il boccone di pancake allo sciroppo d'acero e si ripulì la bocca con un tovagliolino.
"chi può essere alle sei di mattina?"
Spostò la tendina della finestra per dare una sbirciata e si sorprese nel vedere un ragazzo dall'aspetto normale e moderno in lontananza, che aspettava solamente qualcuno alla porta.
Ah giusto loro erano nel ventunesimo secolo, ogni tanto se lo dimenticava.
Magari era solo il postino, o doveva recapitare qualche messaggio, fatto sta che doveva far andare via quella povera anima da lì il prima possibile.

Aprì.

-Serve qualcosa?-

Il tipo in risposta le sorrise a trentadue denti e Caterina ebbe l'impulso di svenire lì sul posto.
Era belloccio e anche fino a dirla tutta, aveva si e no 20-23 anni, la pelle era leggermente abbronzata, le labbra carnose ma screpolate dal freddo, i capelli chiari dal taglio giovanile, lo osservò meglio, gli occhi non del tutto a mandorla neri e i tratti somatici misti del volto le fecero intendere che non fosse puramente asiatico, e quando aprì la bocca per parlare confermò le sue teorie, dato il suo strano accento.

-Piacere sono Christopher Bang, il nuovo giardiniere!-

-Piacere sono Christopher Bang, il nuovo giardiniere!-

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•𝓑𝓵𝓸𝓸𝓭 𝓢𝔀𝓮𝓪𝓽 𝓪𝓷𝓭 𝓣𝓮𝓪𝓻𝓼• || ʙᴛs ᴠᴀᴍᴘɪʀᴇ ᴇᴅɪᴛɪᴏɴ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora