Capitolo Diciassette

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Avevo rimandato la partenza per la Calabria di un paio di giorni a causa dell'arrivo di Kirill, ma ora che lui stava rientrando in Bielorussia per consegnare la lettera a nostro padre di persona, io potevo finalmente tornare a casa. Quando rividi i miei genitori alla stazione dei treni, sorridenti e ansiosi di abbracciarmi, avevo le lacrime agli occhi e un groppo alla gola. Mi sentivo in colpa per tutto quello che mi stava succedendo ultimamente, non avevo fatto altro che sguazzare nella mia disperazione, con la mente rivolta a qualcuno che nemmeno si meritava i miei pensieri, mentre mamma e papà erano a casa da soli, ad attendere il mio ritorno. Mi sentivo come se li avessi traditi, perché anche più tardi, mentre disfacevo la valigia nella mia stanzetta, pensavo a Kirill e a Dimitri.

Erano brave persone. Mi avevano accolta e amata. Mentre io stavo progettando di partire per la Bielorussia.

Il rientro a casa era avvenuto in modo abbastanza tranquillo. L'ambiente in cui ero cresciuta per dieci anni sembrava sempre più piccolo ogni volta che vi facevo ritorno, e la stanzetta che condividevo con mia sorella mi sembrava ancora più infantile, ma allo stesso tempo piacevole, perché sapeva di famiglia.

La Vigilia di Natale era arrivata. Il tempo era ostile e grigio, ma nemmeno quell'anno era scesa la neve in città. Io amavo la neve, e con ogni probabilità era la cosa che più mi mancava della Bielorussia. Mamma aveva addobbato l'intera casa, e l'albero di natale posto nel soggiorno indossava splendide palle di colore rosso, con qualche decorazione dorata e argentea. La tavola lunga era coperta da una tovaglia a tema natalizio, con sopra piatti e posate perfettamente allineati. I calici di cristallo scintillavano e le candele decorative rendevano l'atmosfera più intima e regale. A cena erano invitati alcuni parenti più stretti, e io passai l'intera serata a giocare con i miei cuginetti più piccoli, rincorrendoli in giro per casa. L'aria che aleggiava era piena di serenità e un pizzico di magia.

Per un paio d'ore avevo messo da parte tutto: i dubbi, le insicurezze, i timori. C'ero solo io e la mia famiglia. Nient'altro contavo. Mi sentivo finalmente in pace.

Chan era rientrato in Calabria proprio quella sera, chiedendomi se volessi aggregarmi al suo gruppo di amici per andare in discoteca. A malincuore rifiutai. Non guidavo da molto tempo, e anche se fossi stata abbastanza pratica, probabilmente mio padre non mi avrebbe mai lasciata portare la macchina verso il paesino dove abitava Chan, - il quale distava circa quaranta minuti. Gli diedi semplicemente la buonanotte e andai a letto subito dopo la mezzanotte, quando i miei parenti cominciavano a lasciare l'abitazione.

Ero molto stanca, volevo solo dormire e spegnere i pensieri.

L'indomani andai a casa di Silvia per portarle il mio regalo di Natale. Le avevo preso un astuccio munito di matite e carboncini per disegnare, insieme a un piccolo album da disegno. Aveva davvero talento in materia, e io adoravo appendere i suoi lavori nella mia stanzetta. Ci eravamo scambiate quattro chiacchiere veloci, aggiornandoci sugli ultimi avvenimenti, ma tralasciai di rivelarle che Kirill era stato a casa mia. Avevo deciso di aspettare ancora, e di dedicare quel poco tempo che avevamo a disposizione solamente a noi due e a cose positive. Infatti, tirai fuori la mia chitarra nuova, che Silvia squadrò facendo apprezzamenti, e poi iniziammo a suonare insieme.

In quella semplicità era racchiuso tutto il nostro affetto e legame.

Per il pranzo di Natale era arrivata anche mia sorella, e sarebbe rimasta fino a Capodanno. Tornare a condividere la stanzetta con lei era commovente, perché mi aveva riportata indietro nel tempo, a quando eravamo solamente due adolescenti spensierate. Ancora non condividevo la sua gravidanza, né il matrimonio anticipato, ma chi ero io per ostacolare la sua felicità? Io non volevo proibirle di vivere la sua vita, eppure mi sembrava che stesse correndo troppo. O forse ero io che non correvo abbastanza?

L'altra faccia della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora