Quando ritornai nel reparto di terapia intensiva, vi trovai un confuso e caotico affollarsi attorno al letto di Chan. Praticamente tutta la sua famiglia era arrivata in gran numero a sostenere la sua guarigione, perciò rimasi distante e silenziosa, non volendo rovinare quel bel quadretto ricco di gioia e frizzantezza. Mi sentivo di troppo, soprattutto quando notai l'intima vicinanza di Viola al corpo di Chan. Era avvinghiata a lui, e ciò mi fece arrabbiare per due motivi principali: da una parte perché mi sembrava un contatto eccessivo per una persona che si era appena risvegliata dal coma, temevo che gli facesse male; dall'altra ero infastidita dal modo in cui lo stesso Chan reagiva alla sua stretta. Sembravano complici, due amici per la pelle con un legame incredibilmente forte, ma sapere che da parte di Viola c'era molto più che una profonda amicizia mi mandava fuori di testa. Chan preferiva lei, ormai lo avevo capito.
Feci la retromarcia e scappai a gambe levate da quell'ospedale. Channarong si era svegliato, la mia presenza non era più necessaria, e sapevo con certezza che vedermi lo avrebbe soltanto disturbato. Perciò tornai a casa, sentendomi un enorme peso, sentendomi inutile.
Più tardi, mentre ero avvolta dal piumone morbido e immersa nella completa oscurità della mia camera da letto, mi arrivò un messaggio sul cellulare.
«Ciao, sono Luna. Volevo solo ringraziarti si essere stata presente per mio fratello negli ultimi due giorni. Sei una ragazza in gamba, e sono certa che Chan presto si renderà conto di aver fatto un enorme sbaglio a lasciarti andare. Vuoi che gli dica che sei stata qui?»
«No, non dirgli niente. Grazie di tutto, Luna.» Digitai velocemente e spensi il telefono. Era meglio così. Non dovevo perdere di vista i miei nuovi obiettivi, i quali di certo non prevedevano una relazione tossica a tre. Se Chan preferiva l'amicizia piuttosto che una storia romantica, a me stava bene. Capivo l'importanza degli amici, io stessa avrei fatto di tutto per i miei. Tuttavia, credevo di poter mettere Chan al primo posto; il tipo di legame che pensavo di aver instaurato con lui non lo avevo mai sperimentato prima, era una connessione speciale che mi aveva fatto provare sentimenti bellissimi, ma evidentemente erano sentimenti a senso unico. Forse Chan era stato davvero sincero quando aveva rivelato di amarmi, ma ora non ci credevo più. Una persona che amavi sul serio, in modo assoluto e incondizionato, non la mettevi mai al secondo posto, e non la lasciavi semplicemente andare solo perché ci erano stati dei problemi. E Chan, per questo tipo di legame, non era ancora pronto.
Mi svegliai il giorno dopo, verso le sei e mezzo del mattino, completamente esausta. Ma il dovere chiamava, e io avevo saltato già fin troppe lezioni. Mi lavai con cura e mi vestii con un semplice maglioncino di cotone e un paio di jeans scuri. Applicai più trucco del solito, nascondendo la stanchezza sul volto appassito, e raccolsi i capelli in una coda alta. Misi nello zaino tutto il necessario per la giornata in facoltà e uscii di casa. Decisi di usufruire della metro perché non avevo abbastanza forze da raggiungere l'Università a piedi, e affrontai il breve viaggio con le cuffiette nelle orecchie, lasciandomi trasportare dalle voci di Bon Jovi, James Blunt e Kim Woo-sung. In quel periodo mi ero riavvicinata alla musica della mia infanzia, avevo ricominciato ad ascoltare i vecchi successi, ma senza mai abbandonare la grande novità nel panorama musicale, il k-pop.
Stavo ascoltando She's In The Rain dei The Rose quando la metro si arrestò alla mia fermata, così scesi dal mezzo e riemersi in superficie, dove la città si presentava più sveglia che mai. Il cielo era piuttosto chiuso e grigio, ma faceva meno freddo rispetto al giorno precedente. Raggiunta la facoltà, tolsi il cappotto perché cominciavo a sentire caldo, e mentre percorrevo il cortile quadrato della sede universitaria, vidi Aurelio correre verso di me.
«Sia lodato il Signore! Credevo fossi morta!» Le sue braccia mi avvolsero con decisione, e mi costrinsi a non piangere perché quell'improvviso vagone di affetto mi aveva travolta in pieno, smuovendo i sentimenti che cercavo di nascondere. Non ci vedevamo dapprima di Natale, e dovevo ammettere che mi era mancato da morire.
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L'altra faccia della Luna
Ficción General[COMPLETA] ✔️ Yuliya è una studentessa di lettere moderne, vive a Napoli da sola e conduce un'esistenza piuttosto malinconica e solitaria. Ha pochi amici, tanta voglia di fuggire altrove e un passato burrascoso che non la lascia in pace. Un giorno i...