«Hai bisogno di vederlo, Yuliya» disse Chan in modo schietto e deciso. «Se non lo farai te ne pentirai.»
Io deglutii confusa, non avevo la minima idea di cosa fosse giusto fare, ma sentivo di potermi fidare delle parole di Chan.
«Lo sai, ognuno di noi è una luna. Ha un lato oscuro che non mostra mai a nessun altro. L'ha detto un certo tipo, un filosofo o qualcosa del genere.»
«Mark Twain, lo disse Mark Twain.» Lo avevo interrotto con un dolce sorriso sulle labbra, ma lui non fece caso alle mie parole.
«Chiunque l'abbia detto, credo che sia una frase perfetta per te. Sento che c'è un lato nascosto di te che probabilmente non conosci nemmeno tu, e ora hai finalmente la possibilità di risolvere i tuoi casini.»
«I miei casini?»
«Sai benissimo quello che intendo. Il tuo lato nascosto riguarda proprio il tuo passato e ciò che sei stata. Devi tornare indietro e affrontare tuo padre per comprendere quel lato di te stessa che ancora non riesci a comprendere. So che la gente dice che non bisogna mai guardare al passato, ma nel nostro caso è più complicato di così, e tu hai bisogno di tornare indietro, perché altrimenti non riuscirai mai più ad andare avanti.»
Channarong aveva ragione, e infondo al mio cuore sapevo già che affrontare mio padre mi avrebbe dato la serenità che stavo cercando da tempo. Il fatto che Chan fosse l'unica persona a essersene accorta del casino che mi tenevo dentro e che fosse l'unico ad aver trovato un possibile antidoto al veleno che si disperdeva nelle mie vene significava tutto e niente. In quel momento la mia mente stava prendendo mille decisioni insieme, tra cui una piuttosto importante, e per la prima volta sia la testa che il cuore erano d'accordo. Approfittai della perfetta occasione in cui Chan mi fissava ancora in attesa di una mia risposta al suo discorso, i suoi occhi viaggiavano sul mio viso mentre i miei erano fermi a squadrare le sue labbra piene. Mi era sembrata passare un'eternità mentre formulavo quella decisione, ma mi bastò meno di un secondo per metterla in pratica.
Mi fiondai sulle labbra di Chan, cogliendolo di sorpresa, e mantenni premute le mie contro le sue con forza, in attesa di una sua reazione. Mi sentii avvolgere il fianco con una mano, mentre l'altra si posava sulla mia nuca, scostando i capelli di lato. Fu allora che ebbi la sua risposta a questo bacio, perché schiuse le labbra volendo approfondire, e la mia lingua trovò subito la sua. Di nuovo il tempo sembrò arrestarsi, ed ebbi la sensazione di essere in un drama coreano, a baciare l'amore della mia vita a rallentatore mentre ci inquadrano da angolature diverse all'infinito.
I nostri corpi si avvicinarono sempre più, finché non fummo definitivamente uniti, stretti l'uno all'altro con disperazione e un urgente bisogno di continuare quel piacere che si snodava nelle nostre pance. Continuammo a baciarci per diversi minuti, a me sembrarono ore, e quel breve ansimare cominciò a portarci all'apice dell'eccitazione, tant'è che decidemmo di allontanarci. Eravamo senza fiato, arrossati e con le labbra gonfie. Ci guardavamo estasiati e pieni di desiderio, consapevoli di aver fatto esplodere la bolla che tratteneva i nostri sentimenti. Non potevamo più sfuggirci.
Non ricordavo più l'ultimo bacio del mio ex, di quel bastardo che credevo di amare ancora, ma questo...dannazione, questo bacio con Chan non l'avrei mai e poi mai dimenticato!
Quel bacio aveva decisamente cambiato la mia vita, anche se, una volta ritornata a casa, c'erano solo le lacrime a farmi compagnia. Il fatto che Channarong sembrava un bravo ragazzo, con le mie stesse passioni e con la testa sulle spalle, amplificava il mio senso di solitudine, perché ero certa che i sentimenti del ragazzo thailandese fossero semplicemente passeggeri e per nulla seri, rispetto alle sensazioni che avevo provato io dopo il bacio.
Io, con la mia mente senza confini, mi ero già fatta tutti i filmini mentali possibili, con trame intricate e passionali, dialoghi perfetti e gesti romantici. Ma la realtà era ben diversa, e quella realtà pesava tutta su di me. Scrivere storie d'amore perfette era la cosa che mi riusciva meglio. Ma viverne una, quella decisamente no. Tutte le mie relazioni erano andate male, per un motivo o per un altro, e tutte erano state manomesse dal mio carattere insicuro e diffidente, tipico di chi vorrebbe un fidanzato ma ha troppa paura di soffrire.
Il bacio di Chan aveva sciolto il ghiaccio attorno al mio cuore, mi aveva ridato quella speranza spenta da tempo e aveva suscitato in me sensazioni mai provate prima. Era difficile persino da spiegare, perché non esistevano parole adatte per descrivere ciò che avevo provato in quel momento. Ma, nonostante tutto, non ero disposta a concedermi, a illudermi, perché le illusioni erano simili ai fuochi d'artificio: illuminavano il nostro cielo con un'esplosione di colori per poi dissolversi e lasciarci nel buio. Channarong era un'illusione.
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L'altra faccia della Luna
General Fiction[COMPLETA] ✔️ Yuliya è una studentessa di lettere moderne, vive a Napoli da sola e conduce un'esistenza piuttosto malinconica e solitaria. Ha pochi amici, tanta voglia di fuggire altrove e un passato burrascoso che non la lascia in pace. Un giorno i...