Il tredici gennaio era arrivato in fretta, portando con sé le speranze per un nuovo anno migliore e per un futuro roseo. Mia sorella stava per sposarsi, abbandonando per sempre il nido familiare e volare verso una realtà nuova. Ero sinceramente felice per lei, e quando la vidi per la prima volta con l'abito da sposa addosso, mi era sembrata la donna più bella di sempre.
Gli invitati avevano preso posto all'interno della chiesa, e intravidi da fuori Michele infondo alla navata, impaziente. La struttura era possente, preceduta da due scalinate ampie e arcuate, che insieme si fondevano in cima a mo' di terrazzo. Io mi feci trovare pronta all'ingresso, in attesa che l'orchestra ingaggiata iniziasse a suonare la marcia nuziale. Ero la prima a dover entrare, in quanto damigella d'onore, e il mio compito era anche quello di spargere petali di rose lungo la navata.
La musica incominciò, la chiesa era gremita di gente in attesa, tutti in piedi, con cellulari pronti a filmare. Feci il mio ingresso, inizialmente titubante, avevo l'ansia addosso e tutti gli occhi degli invitati, ma raccolsi il mio coraggio, sorrisi e continuai a camminare. I petali cadevano morbidi sul tappeto, e avanzando il mio sguardo non abbandonò mai il punto più lontano della chiesa. Cercavo di apparire calma ed elegante, con la postura dritta e movenze sinuose, ma dentro di me stavo combattendo una battaglia emozionale davvero tragica. Mi mancava terribilmente Chan, e proprio mentre percorrevo la navata, per un momento mi era sembrato di vederlo proprio lì, infondo all'altare, con nessun altro attorno. E quando arrivai alla fine del percorso, quando mi accorsi che l'attenzione si era ormai spostata alle mie spalle, percepii le lacrime calde sulle guance.
Osservai mia sorella farsi avanti, tenendosi a braccetto con nostro padre, e piansi più forte. Piansi perché per la prima volta, dopo tanto tempo, mi sentii nuovamente connessa con lei, sentii il cuore palpitare forte, e mi promisi che mai nessuno avrebbe rovinato la sua felicità.
La cerimonia fu stupenda, e la coppia dei neosposi ancor di più. Approfittai del momento in cui Daria e Michele partirono per il servizio fotografico per salutare tutti gli invitati, accostandomi prima alla famiglia di mio cognato. Erano tutti raggianti e commossi, e il tempo splendente e sereno sembrava essere dalla nostra parte. Faceva abbastanza freddo, ma stando sotto il sole la temperatura sembrava aumentare, tant'è che mi ero ritrovata a dover mettere e togliere ripetutamente il mio cappotto nero.
Il viaggio verso il luogo del ricevimento non durò molto, e quando vidi il celebre ristorante con un panorama mozzafiato intorno, capii che la scelta fu quella giusta. Il posto era anche comunemente noto come Riviera e Borghi degli Angeli, con un'atmosfera suggestiva e romantica, e fui letteralmente rapita dall'immensa terrazza con vista sulla vallata, che conduceva lo sguardo verso la fiumara per poi fermarsi sul Mar Ionio. La Calabria era decisamente mozzafiato, e aveva sempre luoghi nuovi e freschi da offrire.
Già verso le cinque del pomeriggio il sole si apprestava a tramontare, regalando una visione magnifica del cielo quasi scuro, con vari spruzzi di arancio e viola. L'aria si raffreddò, ma l'ambiente fu prontamente riscaldato per gli ospiti con stufe a gas, a forma di piramidi, situati sul terrazzo, dove ci aspettava l'aperitivo, mentre all'interno furono accesi i caminetti a bioetanolo, offrendoci un'atmosfera tradizionale mescolata al moderno.
Gli sposi arrivarono alle sei, facendo un ingresso spettacolare tra gli applausi degli invitati. Venne servita la cena, con diverse portate squisite, e io bevvi più vino del dovuto. Tra una portata e l'altra fummo intrattenuti con cantanti e ballerini. Mi stavo divertendo tantissimo, il che era dovuto anche alla presenza della mia migliore amica, Silvia. Era più bella che mai, con la sua statura alta, fasciata da un delizioso completo giacca-pantalone di colore nero.
Non mi ero nemmeno resa conto del tempo che passava, perché all'improvviso era già l'ora di fare il mio discorso. C'erano così tante cose da dire su mia sorella, e scrivere quel brindisi mi aveva letteralmente mandato fuori di testa. Per non parlare del fatto che stare in piedi, davanti a tutte quelle persone in attesa, non facilitava la situazione.
«Daria, sono passati solamente dieci anni da quando siamo diventate una famiglia, ma la verità è che io ho sempre avvertito un certo legame con te anche prima di trasferirmi ufficialmente, anche prima di conoscerti per la prima volta. Tu hai saputo colmare un vuoto che era difficile da sopportare, e mi hai accettata per quello che sono, con i miei pregi e difetti. Non sempre siamo andate d'accordo, e ti chiedo ancora scusa per aver mangiato i piedi delle tue bambole.» Ci fu una risata generale che mi diede tempo per prendere un grande respiro e il coraggio a proseguire. «Non mi aspettavo di assistere al tuo matrimonio così presto, ma al cuore non si comanda, e l'amore non ha bisogno di aspettare, va vissuto appieno. Tu hai trovato la tua anima gemella, hai trovato l'uomo della tua vita, in grado di renderti felice, in grado di farti toccare il cielo con un dito, ed è proprio questo che ti meriti. Chissà quanto litigherete sulla questione di prendere dei gatti in casa, ma la verità è che sono sicura sarete sempre felici, perché vi completate e vi amate profondamente. Sono orgogliosa di entrambi, e non vedo l'ora di conoscere il mio primo nipotino.»
Daria d'istinto si accarezzò la pancia appena evidente, e si asciugò le lacrime dagli occhi. «Ora brindiamo al vostro futuro, che possa essere sempre gioioso e sereno. Viva gli sposi!»
Quando arrivò il momento del ballo degli sposi, io ero quasi del tutto ubriaca. Di quella sera non ricordavo più niente.
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L'altra faccia della Luna
General Fiction[COMPLETA] ✔️ Yuliya è una studentessa di lettere moderne, vive a Napoli da sola e conduce un'esistenza piuttosto malinconica e solitaria. Ha pochi amici, tanta voglia di fuggire altrove e un passato burrascoso che non la lascia in pace. Un giorno i...