Capitolo Trentadue

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Mi ero sempre chiesta come fosse possibile amare qualcuno. Da dove provenivano tutti quei sentimenti? Cosa c'era di così speciale nel passare il resto della propria vita con una persona specifica? Io ero una di quelle ragazze che si affezionava subito a chiunque, non mi servivano tanti giri di parole né riflessioni su varie opzioni, mi innamoravo e basta. Guardandomi indietro, osservando la fila di tutti i ragazzi con cui avevo avuto una relazione e con cui, ingenuamente, avevo creduto di provare il vero amore, mi veniva semplicemente da ridere. Ero troppo giovane per comprendere cosa fosse il vero amore, e a dirla tutta lo ero tutt'oggi. Ma avere Chan accanto aveva fatto svanire ogni dubbio e perplessità. Forse continuavo a non sapere come funzionava l'innamoramento, a non sapere quali cellule del cervello andassero in tilt provocando tanta euforia e felicità, ma neanche m'importava. L'unica cosa che desideravo ardentemente era Chan, e avrei giurato a chiunque, avrei giurato fino alla morte, che io lo amavo davvero.

Qualche mese prima di conoscerlo, avevo scritto una breve lettera alla mia migliore amica, Silvia. Le avevo confessato di provare un gran terrore nei confronti dell'Amore, perché più provavo ad andare avanti dopo l'ultima delusione, più provavo a fidarmi, a godermi il momento, e più le mie mani tremavano. Al solo pensiero di affidare il mio cuore, ormai lacerato e pieno di crepe, a qualcun altro, mi saliva la nausea, eppure avevo una voglia matta di amare e di essere amata. Innamorarsi era una cosa bellissima! La sensazione di esserlo era indescrivibile! Faceva soffrire quasi sempre, provocava un dolore incredibilmente intenso, ma quando le cose non erano affatto male sembrava quasi di volare.

Ancora oggi, a distanza di un anno e nonostante tutto il dolore che mi aveva provocato, il ricordo del mio ex continuava a tormentare la mia mente e il mio cuore. Lui era la conseguenza dei miei atteggiamenti negativi, del mio allontanare chiunque volesse essermi amico, del mio costante malumore e pessimismo. Dopo di lui avevo deciso di chiudere a chiave gli ultimi cocci rimanenti della mia persona, ma era chiaro che l'Amore avesse voluto darmi un'altra chance di riscoprirmi, di liberare i miei sentimenti e ricominciare ad amare. L'Amore era troppo bello per essere soppresso, e io ero arrivata alla conclusione che non dovevo dare la soddisfazione al mio ex di avermi distrutta per sempre; dovevo rialzarmi e andare avanti per dimostrare a lui, ma soprattutto a me stessa, che nessuno poteva fermarmi.

Da quando avevo conosciuto Chan, avevo capito una cosa: niente poteva essere peggio di quello che avevo passato durante la mia infanzia. Potevo tenere tutto il dolore che il mio ex mi aveva provocato, potevo raccogliere tutto l'odio e tutta la cattiveria che avevo sempre ricevuto per anni in modo tale da farne un uso migliore. Dovevo incanalare quella sofferenza e liberarla attraverso la scrittura e la vita stessa. Ero forte, molto forte, e soprattutto coraggiosa. Mi ero rialzata dopo aver perso la mia famiglia ed ero riuscita a costruirne una nuova, dopo tutto il pessimismo che gravava sulla mia anima avevo trovato la forza di fidarmi di chi mi circondava, e avevo ottenuto un'altra possibilità di reimparare a volare.

Perché passavamo la vita in cerca della persona giusta? Credevo che lo scopo della vita fosse proprio quella ricerca, ma mi sbagliavo. C'era molto più di questo, perché se fossimo riusciti ad avere ciò che desideravamo profondamente, qualunque cosa fosse, se era quella giusta, se ci faceva stare bene, se ci rendeva felici e se ci avesse fatto avvicinare anche solo un minimo a quello che era il sentimento dell'amore, allora avremmo raggiunto lo scopo della vita. Io non avevo ancora raggiunto il mio, ma ci ero molto vicina. L'aver fatto pace col passato, l'aver compreso i sentimenti degli altri e l'aver riaperto il cuore alla vita erano già grandi passi in avanti. Stavo diventando una versione migliore di me stessa.

«Come stai?» Chiesi a Chan dopo che sua madre ci aveva lasciati soli. Avevo il battito accelerato e tante domande che volevo porgli, ma alla fine capii che nulla importava più. Ero lì per riconquistarlo e riaverlo nella mia vita, perché non avevo la benché minima intenzione di lasciarlo andare.

L'altra faccia della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora