Capitolo 6

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Appena entrati in carrozza il conte mi aveva dato degli schiaffi molto più forti di quelli che mi dava normalmente. "Per tutto il tempo hai parlato a mio padre come se fosse alla tua stessa altezza!" aveva detto "dovresti vergognarti!" "Mi dispiace!" "I tuoi 'mi dispiace' suonano troppo facili! Quando torneremo al castello ti farò provare il dolore di correre per cinque ore di fila!" La giornata era iniziata così: un momento piacevole a casa del padre del conte per poi correre per cinque ore senza sosta. Dopo pranzo il conte mi aveva ordinato di andare nel suo studio. "Desiderate qualcosa?" avevo chiesto come sempre. "Trovati un vestito carino, questa sera saremo alla festa del re." Le feste organizzate dal re non erano proprio il massimo, non perché ci si annoiava, ma perché venivano organizzate sempre il giorno prima di partire per andare nella 'carne viva'. "Domani dovremo andare nella 'carne viva'?" avevo chiesto. "La tua intelligenza non ha limiti! Adesso sparisci e va a comprarti un abito!" "Mi dispiace ma non ho
denaro!" "Non m'interessa! Adesso vattene!" Ero andata in un negozio d'abbigliamento, i vestiti erano costosissimi, e io in tasca avevo meno di quanto potesse costare una semplice maglia, così avevo ordinato solo della stoffa. Avevo chiesto in prestito una cucitrice alla barista, siccome lei si creava gli abiti da sola. Per tutto il pomeriggio avevo cucito e ricucito le stoffe. Però più che ad un abito da sera sembrava una divisa militare. Però la stoffa era finita... già m'immaginavo le urla del conte.

La guerriera diversaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora