Capitolo 27

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Il conte aveva preso una sedia e si era messo accanto a me, rimaneva immobile a fissarmi.
"Vi ringrazio per avermi aiutata!" avevo detto.
"Ho solo saldato un debito! Era il mio dovere!"
"Non era un suo dovere! Aiutare voi è un mio dovere come cane fedele! E poi ho promesso a vostro padre che vi avrei protetto!"
Appena avevo nominato il padre del conte, lui aveva voltato lo sguardo. "Qualcosa non va?"
"È morto!"
Niente giri di parole.
La notizia mi aveva scioccata, non potevo credere che il mio eroe fosse morto. Il sogno che avevo fatto era forse un segno? E poi mi ero ricordata di una frase che il conte Julian mi aveva detto tempo fa: "ti tengo solo perché mio padre prova affetto per te, altrimenti ti avrei già ucciso!"
Questa cosa mi aveva terrorizzata, adesso ero sul punto di morte. "Quindi, adesso che è morto vostro padre..." avevo iniziato "mi ucciderete?"
"Come ben sai, io faccio sempre quel che dico. Però non voglio farlo ora!"
"Perché?"
"Non mi piace uccidere quando la mia preda non può reagire, non mi fa sentire forte!"

La guerriera diversaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora