Capitolo 10

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Avevo svegliato il conte il più dolcemente possibile in modo da non spaventarlo. Però avevo solo ricevuto uno dei suoi soliti schiaffi.
"Che cosa vuoi?" aveva chiesto.
"Il conte Dallas ha chiamato. Vuole vedervi nella carne viva." Il conte aveva pensato per qualche secondo, poi aveva detto "di al cocchiere di preparare la carrozza!" "Vado subito!"

Avevo eseguito l'ordine del conte, e neanche dopo un'ora eravami già in viaggio. Il conte non stava per niente bene, tossiva in continuazione e aveva la pelle bianca cadaverica. La cosa mi piaceva un sacco...
"Forse dovrebbe tornare a casa e riposare..." avevo detto con tono dolce.
"Fatti gli affari tuoi!" aveva risposto secco. "Sono il suo cane fedele. È il mio compito prendermi cura di voi!"
"Tu non sei il mio cane!" aveva urlato scoppiando d'ira "tu sei solo un sostituto temporaneo. Quando mio padre morirà troverò il mio vero cane fedele."
Quel che aveva detto non mi aveva per niente ferito, anzi, ero felice di sapere che non sarei stata accanto a lui per sempre. Anche io avevo i miei progetti per quando sarebbe morto suo padre: avrei ucciso il 'prezioso'.
Io voglio molto bene al padre del conte, per questo non ho mai ferito il suo caro bambino. Però ho giurato che, appena il padre del conte fosse morto, l'avrei torturato per poi ucciderlo. Il suo odio verso di me era enorme, proprio come il mio verso lui.

La guerriera diversaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora