8.🍋

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Dopo lo scontro allo USJ i professori si accertarono delle nostre condizioni di salute e ci mandarono a casa.
Io volevo andare subito dove si trovasse Aizawa ma la zia disse che non me l'avrebbero fatto vedere nell'immediato e sarei potuta andare a trovarlo appena le sue condizioni si fossero stabilizzate.
Aveva combattuto fino allo stremo.
Per proteggerci.
..per proteggermi.
Forse avrebbe fatto la stessa cosa per qualsiasi altro ma aveva salvato me. ME.
Avevo l'ansia.
Varcata la soglia di casa la madre mi abbracciò. Era spaventata e in lacrime. L'avevo vista così solo dopo l'abbandono di mio padre.
La zia ai tempi mi disse che era stato un duro colpo per lei, avrebbe massacrato di botte il suo stesso fratello per tutto quello che ci aveva causato.
La rassicurai e mi ritirai nella mia camera.
Mi scendevano ancora le lacrime. Neanche la doccia bollente riuscì a placare l'agitazione che avevo in corpo.. non sentivo il male alla faccia provocato da Katsuki o il taglio sul mio orecchio destro causato dal nomuo quando mi aveva sbattuto a terra. Sarebbe rimasto il solco. Mi venne in mente la cicatrice indelebile sul volto di Shoto. Per fortuna lui stava bene, dopo l'attacco aveva riportato solo qualche ammaccatura.
Uscii dalla doccia e mi coricai sul letto sapendo già che non sarei riuscita a dormire. Aspettavo con ansia di poter rivedere il mio professore.

Il giorno dopo Nemuri mi chiamò e mi disse che Aizawa era ricoverato in ospedale e che potevo andare a trovarlo, era ancora incosciente ma stabile.
Il mio cuore si sollevò.
Non ricordai il tragitto da casa all'ospedale.
Volevo vederlo.
Avevo in mente solo il suo viso pieno di sangue e la sua testa tra le mie braccia. Dovevo sentirlo, vedere con i miei occhi che stava bene.
Arrivai col fiatone nei pressi della camera del sensei e lì vi trovai la zia con Yamada, in abiti civili. Mic mi si avvicinò e mi abbracciò. Non era uno dei suoi soliti abbracci fragorosi ed invadenti ma uno di quelli a cui puoi dare ad una persona a cui sei veramente affezionato.
<Mi dispiace, little girl..> disse piegandosi verso il mio orecchio.
<Purtroppo sono arrivato tardi e..> lo sentivo singhiozzare.
<Ci sei ora. > e lo strinsi anche io.
Nemuri mi disse che lei e Mic avevano legato con Aizawa da quando erano diventati colleghi allo Yuei e da allora erano sempre insieme, nonostante il carattere poco socievole del sensei.
Quando mi staccai dall'abbraccio la zia mi disse che lui stava riposando.
<Posso vederlo?> il mio era un sussurro a fior di labbra.
<Sì ma cerca di non svegliarlo. Hanno detto che ha subito molti danni e ha bisogno di assoluto riposo. >
Mi sarei dovuta trattenere dal toccarlo.
<Noi andiamo di nuovo a parlare con i medici. See ya, sweety > Mic mi diede un bacio sulla testa e si allontanò con Midnight.

Aprii la porta, trepidante.
Aizawa era sdraiato su un letto vicino alla finestra, le tende erano tirate e una flebo rilasciava un liquido chiaro. Era a torso nudo e gli occhi completamente bendati. Mi si spezzò il cuore a vederlo così. Più mi avvicinavo e più i miei occhi iniziavano a bruciare.
Il suo respiro era regolare, i capelli corvini gli ricadevano sulle spalle tutti scompigliati. Nonostante le bende era bellissimo. Il suo petto e l'addome scolpito erano cosparsi di graffi. Quello più evidente era alla base dell'occhio destro: era profondo e faceva fatica a cicatrizzarsi.
I suoi occhi. Speravo con tutta me stessa che non avesse perso la vista, non poteva succedere una cosa simile!
Mi avvicinai al suo viso e con la punta delle dita gli sfiorai il taglio.
Bling.
Il campanellino suonò leggermente e Aizawa si mosse. Il respiro più veloce.
< Chi c'è..?>
La sua voce era stanca e apatica, come sempre.
Le lacrime sgorgarono dai miei occhi.
<..campanellino?> Mi stupii sentire quella parola. Forse era in dormiveglia.
<Sono Alexis, professore..>
Ebbe un tremito e cercò di alzarsi a sedere ma lo fermai mettendogli una mano sul petto, delicatamente.
<Non si sforzi, va tutto bene>
<.. stai.. piangendo..?> la sua voce era flebile.
< Sì, professore..e lei è ridotto così, non so come scusarmi..io..>avevo la voce rotta e mi sentivo bruciare.
<Tranquilla..io..mi rimetterò..vedrai..nnngh!> digrignò i denti in una smorfia di dolore.
<Aizawa!> gli presi il viso tra le mie mani.
<Mi dispiace..mi dispiace..>
Cosa potevo fare per alleviare la sua sofferenza?? Cosa potevo fare per aiutarlo??
Reagii d'istinto. Il mio corpo si mosse per pura reazione.
Mi avvicinai al suo viso e appoggiai le mie labbra sul taglio sotto l'occhio premendoci sopra la lingua.
<Ma che cosa..!> Il suo cuore iniziò a battere più velocemente <Alexis cosa stai->
<Mi lasci fare sensei, la prego.. dopotutto l'ho già fatto con lei>
Lui si bloccò col fiato corto ed io iniziai la mia esplorazione sul suo corpo. Prima il petto, poi le braccia. Il potere curativo della mia saliva cicatrizzò nell'immediato i graffi più lievi. Aizawa cercava di muoversi.
<Alexis..>
Non riuscivo ad arrivare dappertutto. Salii a cavalcioni su di lui stando attenta a non premere col mio peso. Ero come in trans. Volevo guarirlo. Non pensavo a quanto potesse essere compromettente quella situazione fino a quando non arrivai all'altezza dei suoi addominali. Lui cercava di fare forza sulle braccia ma riuscivo a tenerlo fermo. Cominciai a passare la mia lingua sul plesso solare e sotto l'ombelico, per poi passare al fianco. Lo sentivo agitarsi sotto di me.
<Mi lasci fare, la prego..!>
Alzai la testa e mi avvicinai al suo viso. Spostai il peso in avanti, sulle braccia, liberando le sue. Notai che aveva anche dei piccoli tagli sulle labbra.
< La prego..> e dolcemente gli passai la lingua sul labbro inferiore. Aizawa si bloccò di nuovo, il corpo rigido, il cuore impazzito. In quell'attimo di sospensione, dove i nostri respiri si mescolavano, lo feci.
Baciai il mio professore.
Non gli diedi neanche il tempo di reagire. Non trovando barriere schiusi la sua bocca e mi insinuai con la lingua fino a trovare la sua. Avevo paura. Razionalmente non sapevo cosa stessi facendo ma il terrore del rifiuto era palese.
Con mia sorpresa lui ricambiò.
Anche se ero scioccata non mi fermai. La sua bocca calda era una droga. Non riuscivo ad aprire gli occhi tanta era la frustrazione che provavo.
L'hero mosse una mano e mi spinse la testa verso di lui, approfondendo il bacio. Stavo per collassare. Sentivo le lacrime pulsare da sotto le palpebre.
Lui aveva il fiatone, si stava sforzando. Sentivo le forze abbandonarlo così decisi di aprire gli occhi e staccarmi da quell'attimo di paradiso che mi aveva permesso di assaggiare.
< Si riposi ora , professore..> dissi a fior di labbra.
<Io..tu..> La sua mano ricadde sul fianco. Era svenuto.
Scesi da sopra di lui e le ginocchia mi cedettero facendomi cadere sul pavimento.
Stavo letteralmente prendendo fuoco.
COSA DIAMINE AVEVO APPENA FATTO?!?
Mi misi il polso della mano destra sugli occhi e piansi. Ancora.
Sollievo. Gioia. Rammarico. Paura.
Traboccavo di sensazioni. Dovevo darmi una calmata! Cosa avrebbero pensato la zia e Yamada?? Avevo assalito il mio professore semi incosciente. Poteva considerarsi aggressione?? E per fortuna che non dovevo svegliarlo..!
Le mie labbra erano gonfie e pulsavano. Le sfiorai con le dita e sentivo ancora il sapore di Aizawa.
Il mio Aizawa.
"RIPRENDITI DANNATA!" urlai nella mia testa. Il sensei era vivo e si sarebbe ripreso, dovevo concentrarmi su questo. Gli atti e i pensieri lascivi quando sarei stata da sola e sarei potuta sprofondare dalla vergogna.
Cercai di regolarizzare il respiro e mi rimisi in piedi traballando. Volsi lo sguardo di nuovo verso il letto per l'ultima volta e chiusi la porta.

Percorrevo imbambolata il corridoio d'uscita dell'ospedale e fuori trovai ad attendermi Nemuri e Mic.
<Tutto ok?> mi chiese la zia vedendomi stravolta e con gli occhi gonfi.
< Ho visto il sensei e ovviamente ho pianto. Sensi di colpa..> Era vero, in parte.
< I dottori ci hanno detto che si rimetterà presto, oh yeah! Shota è troppo forte per non riprendersi!> cercò di smorzare l'aria Izashi.
< E i suoi occhi?> mi azzardai a chiedere preoccupata.
< Niente di grave, gattina. Eraserhead continuerà tranquillamente la sua vita da hero e da insegnante >
Sorrisi di gioia, sentendo l'ansia dissolversi.
< Bè, dolci donzelle, che ne dite di un bel gelato??>
Eravamo tutti più tranquilli, finalmente.
< Certo, perché no? Dopotutto dato che sei un tirchio patentato bisogna approfittarne!> scoccò la zia.
<Ma WTF?! Non è vero!!>
Io risi. < E tu non ti azzardare a ridere little girl, io non sono tirchio!> e così dicendo mi sollevò sulla sua spalla incamminandosi verso il cancello dell'ospedale.
<Lasciami!> provai a divincolarmi ma lo lasciai fare.
L'aria era più leggera per tutti.

Alexis.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora