25.🍋

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Corsi e saltai più veloce che potevo e raggiunti i pressi di casa mia notai una macchina scura parcheggiata proprio davanti l'ingresso, era già arrivato!
Tornata umana aprii di slancio la porta, correndo per il corridoio e fiondandomi in salotto ed eccoli lì, seduti beatamente al tavolo, mia madre che stava per porgere una tazza di caffè al mio professore. Mi guardarono stupiti, le orecchie da gatto della madre rizzate dalla sorpresa.
<Alexis già qui? Finito il pranzo dal tuo amico?>
Il viso di Aizawa si contrasse.
<Ehm..sì> MAMMA DIAMINE!!
<É venuto il tuo professore a trovarci, ha una comunicazione urgente, vero signor Aizawa?>
Shota mise da parte la sua espressione contrariata e si rivolse alla donna di fronte a lui
<Sì, esatto> il suo tono era serio e professionale. Dopo l'ennesima boccata d'aria per riprendermi dalla corsa mi sedetti vicino a lui, aveva la nostra completa attenzione.
<Mi scuso ancora per il disturbo, come già detto prima io sono Shota Aizawa l'insegnante coordinatore della 1-A dello Yuei, la classe che frequenta Alexis. Ci tengo a scusarmi di persona per quello che è successo a sua figlia, non sono stato in grado di proteggerla e questo mi mortifica> e abbassò la testa in segno di scuse. Mia madre si portò una mano al petto mentre il prof rialzava il capo
<So che è una richiesta azzardata dato i recenti avvenimenti ma non volendo che una cosa del genere si ripeti, per l'incolumità di sua figlia e degli altri studenti, l'istituto propone a tutte le famiglie di trasferire i ragazzi nei pressi della scuola. Stiamo adibendo proprio in questo momento dei dormitori con ogni funzione e comodità per proteggerli e tenerli al sicuro>
La notizia ci spiazzò. Shota guardava mia madre impassibile ma si poteva percepire la serietà delle sue parole. Ero in attesa anche io della decisione che avrebbe preso.
<Apprezzo molto le sue parole signor Aizawa. Quello che è successo è stato uno shock anche per me, mi creda, il mio cuore si è fermato quando ho appreso la notizia del rapimento di mia figlia e non sapevo cosa fare..> la sua voce si ruppe.
Mamma..
<Purtroppo non posso esserci molto per mia figlia e mi dispiace così tanto non poterle stare accanto e vedere i suoi progressi, vederla crescere..proteggerla. Ma se lei mi assicura di riuscire a sostenerla come farei io allora accetterò la sua proposta> spostò lo sguardo su di me, pieno di affetto
<Va bene per te, piccola?>
Annuii e le sorrisi.
<La proteggerò a costo della mia vita,signora Kayama>
Fummo sorprese da quella risposta seria e sentita e arrossimmo entrambe.
<Quanto ardore professore..> disse mia madre senza pensare.
<Mamma..> sussurrai imbarazzata.
<Bè, vuole dell'altro caffè?> chiese agitata.
<Volentieri>
Appena la donna girò le spalle mi rivolsi verso il mio sensei <Shota tu..>
Le sue labbra erano sulle mie.
Un bacio veloce e inaspettato, giusto il tempo di sentire una leggera pressione e se ne andò come era arrivato, un ghigno sul suo volto.
<Sono serio, campanellino>
Mi sembrò di prendere fuoco.
<Alexis stai bene? Hai la febbre per caso? Sei tutta rossa..> chiese la mamma col secondo giro di caffè.
<N-no, tutto ok..> e Aizawa se la rideva nascosto dalla tazzina sulla bocca.
Salutò mia madre e lo accompagnai alla porta.
<Grazie per quello che hai detto> dissi tirandolo leggermente per la camicia grigio scuro che indossava. Lui sospirò e si mise una mano sui capelli legati
<Volevo presentarmi ufficialmente, in realtà, ma non mi sembrava il caso> sbiancai causandogli una risata divertita
<Baka..> soffiai sottovoce.
<Ehi, non dare dello stupido al tuo professore, intesi?>
<..e all'uomo che amo posso?> strinsi di più la sua camicia e feci scivolare la punta del mio dito sotto il suo ombelico, quella carezza gli procurò un brivido e lo sentii irrigidirsi sotto di me. Mi prese il polso staccandomi da lui <Non stuzzicarmi, sto ancora pensando ad un modo per fartela pagare dato che non mi hai detto che andavi a casa di Todoroki >
Mic aveva sicuramente fatto la spia, maledetto.
< Non era in programma, credimi..e comunque qualche idea per punirmi potrei dartela io> ammiccai e dato che una risposta del genere proprio non se l' aspettava rimase di stucco.
<A presto professore! > sorrisi e lo chiusi fuori.
Sentii chiaramente un "dannata" dietro la porta chiusa.

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