17.

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Ci ritrovammo tutti davanti alla stazione della metropolitana per salutarci prima dell'inizio dello stage. Era passata solo una settimana e ognuno di noi non aspettava altro che partire per questa nuova avventura. C'era fermento, era la prima occasione di poter affiancare un pro hero durante il suo lavoro. Ero contenta anche io ma non avrei visto Aizawa per almeno cinque giorni e questo un po' mi rattristava,non avevamo avuto modo di stare insieme in quei giorni tranne qualche bacio fugace tra i corridoi della scuola e la documentazione per gli stage l'aveva tenuto occupato tutte le sere..mi accontentavo di guardarlo da lontano.
Era presente anche lui lì con noi intento a dare le ultime direttive prima della partenza.
<Ora mettetevi in fila che vi consegno i fogli da far firmare e da riconsegnare al ritorno>
Quando arrivò il mio turno mi sfiorò le dita intenzionalmente,
<Fà la brava> sussurrò.
Abbozzai un sorriso e mi spostai dalla fila prima che qualcuno potesse accorgersi delle mie gote arrossate. Neanche il tempo di recuperare lo zaino e la valigetta col mio costume da hero che Kirishima mi fu addosso seguito da Bakugou, Sero e Kaminari.
<Compagna di squadra, mettiamocela tuttaaa> urlò sollevandomi in aria, ormai era consuetudine per lui farlo e ogni volta il petardo esagitato mi coglieva alla sprovvista.
<Non toccarla!!!>
<Bakugou siamo dentro la metro non scoppiettare!!> gridò Denki cercando di fermarlo. Mi sentivo come una bambola di pezza in mezzo a loro, ma perché io?? Mi ero aggrappata alle spalle di Eijiro ma il biondo mi tirò giù di forza e caddi a terra con Katsuki che prontamente mi agguantò da dietro circondandomi con le braccia.
<Lasciatela stare!> abbaiò.
Non erano le braccia di Aizawa ma il calore del porcospino mi dava lo stesso un senso di protezione.
<Buono, buono..> gli picchiettai la testa con la mano e come era già successo durante il festival sportivo i miei compagni si irrigidirono aspettandosi il peggio, tipo esplodere, per la confidenza che rivolgevo a quella bomba umana..ma quello che sentirono fu soltanto il suo solito <Tsk> e nient'altro. Scampato pericolo.
<WOOOOO ma allora riesci a fare davvero la magia Alexis!> squittì estasiato il pikachu.
Bakugou ricominciò ad insultare tutti. Decisi di alzarmi appena la stretta del biondo si allentò, dato che a qualcuno di mia conoscenza si stavano per alzare i capelli per aria. Lo guardai di sottecchi: cercava di non mostrare la sua gelosia ma era infastidito. E tanto. Sorry sensei.
Dopo aver salutato Momo e le altre ragazze mi avviai con Todoroki verso la nostra carrozza, sarebbe stato un viaggio abbastanza lungo.
Quando il bicolore mi disse di aver accettato l'invito di suo padre mi confessò che l'aveva fatto anche per la mia presenza, sapere di avermi vicino lo tranquillizzava. Buffo, perché anche per me la sua presenza era calmante.
<Andiamo> mi disse.
Annuii e dopo un'ultima occhiata al mio professore sparimmo nella metro.

Il viaggio fu piacevole. Scoprii tante cose di Shoto e a volte riusciva pure a fare qualche battuta. Si appisolò un paio di volte sulla mia spalla e mi beavo del calore della sua parte destra. Quel ragazzo era forte ma si autolimitava..gli mancava solo un po' di fiducia in sé stesso.

Finalmente eravamo arrivati. La città brulicava di persone, molte, molte di più di dove vivevamo, l'atmosfera era elettrizzante. Mi persi per un attimo ad ammirare gli alti edifici dinanzi a noi quando venni pervasa da una scossa che percorse il mio intero corpo.
<Shoto spostati per favore!> il ragazzo mi guardò senza capire.
Era troppo lento, così lo spinsi via, lontano da me e saltai in alto con tutte le mie forze.
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Allontanandosi senza preavviso ,Todoroki notò una scia scarlatta passargli a pochi centimetri dal petto, dritta verso la ragazza che poco prima era al suo fianco. Alzò lo sguardo e vide Alexis per aria con un sorriso divertito sul volto.
Cosa stava succedendo??
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Appena in tempo!
Lo schiavai all'ultimo prima che mi centrasse in pieno. Stavo per appoggiare di nuovo i piedi per terra ma purtroppo non fui abbastanza veloce e venni agguantata per la vita da due braccia forti, rimanendo così sospesa a mezz'aria.
<Brava ma troppo lenta Myaa!> disse una voce dietro di me.
<Non chiamarmi così, non ho più sette anni!>
Il ragazzo mi girò su me stessa come se non avessi peso e finalmente rividi quel brutto muso che tanto mi era mancato.
<Ciao micetta, quanto tempo!> sorrise.
<Ciao pollo> sorrisi anche io con gli occhi lucidi e lo abbracciai.
<SHOTOOOOOOOOOOOOOO!!>
Venimmo distratti da un urlo potentissimo e una ventata di calore improponibile.
Si stava avvicinando Endevour, l' hero numero 2 del Giappone. Dallo sguardo perso percepii che Todoroki cercava ancora di capire la situazione ma nonostante tutto decise subito di ignorare il padre che ormai era atterrato tra di noi.
<NON IGNORARMI SHOTO! E tu Hawks, che cosa ci fai qui??>
<Ehilà Endevour! Ci si vede ancora eh??> il falco sorrise al suo idolo con tutto l'entusiasmo possibile, agitando ancora di più le ali che ci sostenevano per aria.
<Sono venuto a recuperare la mia stagista, no??> e mi fece l'occhiolino.
<Mettimi giù adesso, ci stanno guardando tutti> era vero, quello spettacolino aveva radunato un bel po' di gente che aveva cominciato a scattare foto e alcune ragazze avevano lanciato dei gridolini di ammirazione. Dopotutto Hawks era una celebrità.
<Non preoccuparti, ci farai l' abitudine. Sai quanta invidia hai in questo momento?>
<Il solito pieno di sè, non sei cambiato> sospirai con gli occhi al cielo.
<Mai, micetta, mai>
<Scusate se mi intrometto> guardammo entrambi un Todoroki confuso <Ma come fate a conoscervi?>
<Keigo è l' ex ragazzo di mia zia> risposi tranquillamente.
<Myaa ma ti sembra che vai a rivelare cose così importanti a tutti?? Lo sai che sono sensibile..> e fece un' espressione finta scandalizzata.
<Stai gongolando. E non chiamarmi Myaa ho detto!> scoppiò a ridere osservando la mia espressione offesa.
<Bè ora noi andiamo, ci si vede in giro!>
Non ebbi il tempo di salutare Shoto e suo padre che Hawks recuperò la mia valigetta e spiccammo il volo sopra la città. Sempre il solito esibizionista.
Atterrammo in men che non si dica sul tetto della sua agenzia, non gli erano mai piaciuti gli ingressi principali. Finalmente mi lasciò andare e mi stiracchiai le gambe ammirando la vista pazzesca che mi si presentava da lassù. Intanto Keigo tirò fuori da una piccola rientranza un enorme sacchetto di patatine e mi guardò con gli occhi da bambino.
<Fame??>
Ci sedemmo con i piedi a penzoloni nel vuoto, le sue ali si erano ritratte leggermente.
<Sei stato tu il primo ad inviare la proposta di stage vero?>
<E chi sennò?> addentò una patatina < La mia Alexis entra allo Yuei, fa strage già dalla prima prova e io non ne approfitto? Sia mai!>
Rise da solo poi il suo sguardo si fece più dolce. <Cosa mi racconti di bello?>
L' ultima volta che l' avevo visto era stato l'anno prima in preparazione dell'esame di ammissione ed era stato grazie a lui se ero riuscita ad allenare i miei riflessi e la mia agilità a tal punto. Era difficile da acchiappare il volatile. Gli raccontai della scuola, dei miei compagni, lo scontro coi villain e del festival sportivo. Infine di Hitoshi.
<Il fratello ritrovato!> esclamò.
<Sii serio >sbuffai.
<Sì, sì trattieni le unghie! Cavolo, ne sono successe di cose.. sei cambiata tanto, non sei più la bambina che ricordavo> mi posò una mano sulla spalla con fare paterno.
<.. quindi la smetterai di chiamarmi Myaa?>
<Mai.>
Non era possibile, non riuscivo mai ad ottenere niente dagli adulti. Sospirai sconfitta.
Il pennuto si schiarì la voce per attirare di nuovo la mia attenzione
< Ma dimmi un po'..>cominciò avvicinandosi con fare cospiratorio verso di me.
<Nemuri ti saluta>
<Awwwww> la sua faccia divenne un enorme panino rosa e iniziò ad agitare le ali tutto contento. Avevano avuto una grande storia d'amore, la prima per entrambi. Nonostante Keigo fosse più giovane di alcuni anni me lo ricordavo cotto e stracotto della zia.
<E tu invece hai qualcuno di speciale?> aveva attivato il suo sguardo indagatore.
<No,nessuno > cercai di voltare il viso con disinvoltura sperando di nascondere il rossore che stava invadendo le mie guance.
<Non me la racconti giusta Myaa.. comunque spero sia il figlio di Endevour nel caso!>
<MA COSA DICI POLLO??>
<Perché no? È un bel ragazzo> stava facendo un muso da innocente che non gli si adattava per niente.
<Dici così solo perché nel caso saresti ancora di più vicino al tuo idolo.>
<Esattoooo> e si battè il pugno sulle mani.
Un altro adulto non molto cresciuto..sospirai.
<A parte gli scherzi, sento che c'è qualcuno.. ma se non ti sbottoni forse non lo puoi dire..mmm.. ci sono! È un professore??>
A quella parola gli arpionai le ultime piume della sua ala e gliele staccai.
<AAAAAAH, dannata!! Fa maleee> si dimenò come un pollo impazzito ma non mollò <Ci ho beccato eh??>
Maledetto.
<È.. complicato > ammisi.
Sentivo il suo sguardo su di me ma stranamente non infierì.
<Dai, cominciamo a fare qualcosa che mi si stanno congelando le piume.>
Anche da lassù potevo notare delle piccole chiazze rosse che aiutavano la gente, non riusciva proprio a stare fermo. Era incredibile.
Mi alzai a strapiombo del palazzo e lo guardai con aria di sfida.
<Acchiappa il pollo?>
<Andata!>
Non aveva finito la parola che ero già su di lui, il petto bloccato dalle mie ginocchia. Non nascose il suo stupore, il grande Hawks spiazzato, era un evento. Gli sfilai gli occhiali gialli e me li misi.
<Ridammeli> bofonchiò.
<Prendili >
Ci inseguimmo tra i tetti adiacenti tra acrobazie e schivate, ogni volta che ci vedevamo passava del tempo e dovevo mostrargli i miei progressi così che potesse allenarmi al meglio. Era un ottimo coach anche se fastidioso.
<Presi! Mi hai fatto sudare però e non capita spesso!>
Avevo calcolato male una parata e me li aveva rubati ma ero abbastanza soddisfatta.
<Forza, vatti a cambiare, ronda e stasera ti porto fuori! Abbiamo solo cinque giorni e ne devo approfittare!>
Con fare baldanzoso mi fece entrare da una finestra dentro un'enorme stanza con salottino.
<È tutta per me?>
<Ti piacerebbe, questa è la mia. La cuccia dei gatti è da quella parte..> gli morsi una mano.
<AHI! AHI! Alexis fammi arrivare a domani, ci ho già rimesso delle piume!> frignò.
<E tu smettila di fare lo stronzo >
<Ma lo sono, lo sai> e lo disse talmente convinto che non riuscii a trattenere una risata.
<Ora ridi di più. Sono contento> questa volta il tono era serio. Arrossii.
<Vieni, la tua stanza è di qua>

Alexis.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora