24.🍋

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Lasciai i miei amici poco distante dalla stazione di polizia dato che non potevano farsi vedere, avevano già violato abbastanza regole e non avrei permesso che ci rimettessero per ciò che avevano fatto per me. Prima di andare la mora mi strinse a sé
<Ti voglio bene!>
<Momo ho già pianto abbastanza ti prego..> affondai il viso nel suo petto tremando
<Ti voglio bene anche io..> e ricambiai stringendola forte. Tutti se ne andarono, tranne Bakugou che se ne stava in piedi agitato e continuava a fissarmi insistentemente.
<Non puoi venire con me Katsuki..>
<Lo so..>
Eravamo lì, in silenzio. Voleva dirmi qualcosa ma sapevo che non era bravo con le parole.
<Grazie per avermi salvata> decisi di parlare io per prima. Il suo viso si incrinò e una smorfia di rammarico si palesò sul suo viso prima di scattare in avanti e prendermi per un braccio avvicinandomi a lui.
<Te l'avevo promesso, stupida!> stava soffrendo, pensava che doveva esserci lui al posto mio sicuramente. Gli misi una mano sul collo spingendolo verso di me affinché le nostre fronti si toccassero
<Lo so, lo so..> e mi beai di quel contatto, sperando di trasmettergli la mia gratitudine.
Lo guardai andare via poi mi diressi verso la centrale e anche se era tardi speravo che i miei professori fossero lì. Il mio cellulare era rimasto al dormitorio e non sapevo come contattare la mia famiglia o Aizawa.
Aizawa.
Mi diedi della stupida per non aver chiesto agli altri di fare una telefonata, maledizione!
Mi misi a correre più veloce che potevo.
Svoltai l'angolo e nel cortile della stazione di polizia distinsi perfettamente tre figure che conoscevo benissimo.
<Zia..> dissi col fiatone, gli occhi sofferenti di nuovo. Quando Nemuri si accorse di me smise di discutere animatamente con Mic che si trovava accanto a lei.
<Piccola mia..!> udii a malapena la sua voce e con le lacrime scendere copiose sul suo viso perfetto mi corse incontro con la braccia spalancate. Ci stringemmo con forza, un senso di casa mi pervase mentre piangevo a dirotto. <La mia bambina..sei qui..!!> singhiozzò mentre si strusciava sulla mia testa. Sentii Izashi staccare la mia mano dalla spalla della donna e portarla al viso
<Ehi little girl..> sorrideva, i suoi occhi erano lucidi e mi accorsi di vederlo per la prima volta senza occhiali. Poi il mio sguardo si spostò dietro di loro e lo vidi, il mio amato professore in piedi con una mano a coprirgli la bocca, i capelli alzati e gli occhi rubino..pieni di lacrime.
Stava piangendo.
Ebbi un tuffo al cuore.
Sentendomi rigida la zia si girò e vedendo il suo amico in quello stato si staccò da me lentamente.
<Shota..> sussurrai.
Aizawa scattò in avanti. Feci un solo passo e lui era già su di me, mi inglobò tra le sue braccia,la testa affondata sul mio collo. Sentivo bagnarsi la maglietta mentre ci afflosciavamo per terra,stretti. Il suo cuore batteva a mille.
Provai a ripetere il suo nome ma lui con le sue grandi mani mi cinse il viso e mi baciò. Le sue labbra erano calde e salate.
Gli strinsi il corpetto dell'abito gessato che portava, lo stesso che avevo visto in televisione. Tremava. Anche ad occhi chiusi percepii la zia e Yamada spostarsi dietro di noi, coprendoci nel caso fosse arrivato qualcuno. A poco a poco lo sentii rilassarsi e i suoi capelli corvini ricaddero sul mio viso mentre mi teneva ancora stretta contro di lui. Quando si staccò da me con riluttanza eravamo entrambi a corto d'aria , rossi in viso e con gli occhi gonfi..mi era mancato così tanto.. Mi accarezzò una guancia e sorrise
<Sei qui..> mi appoggiai alla sua mano e sorrisi anche io. Ci furono dei colpetti di tosse provenienti da Mic.
<Continuiamo dopo> disse a bassa voce il mio professore mentre aiutava a rialzarmi.
<Se avete finito è ora di andare dentro> sbuffò con un sorriso Nemuri. Mi staccai mal volentieri ma dovevo presentarmi alla polizia, sarebbe stata molto lunga ancora.
Venni accolta anche dal preside Nezu che mi saltò in braccio preoccupato e dovetti reprimere l'istinto di abbracciare quell'animaletto di pezza. Durante la deposizione rimasero con me anche i professori e raccontai tutto quello che era successo partendo dall'attacco durante la prova di coraggio ed evitai anche con loro di mettere in mezzo Hawks e i miei amici. Venni a sapere che dopo il mio rapimento si erano messe all'opera le squadre dei pro hero che mi avevano salvato: era stato ritrovato anche un laboratorio pieno di nomuo poco distante che avevano già confiscato. Quando mi chiesero come fossi fuggita dissi che nel trambusto generale avevo atterrato la maggior parte dei villain ed ero scappata ma senza cellulare non potevo contattare nessuno ed ero corsa direttamente da loro. In parte era vero. Per fortuna presero per buone le mie parole ma il volto dei miei sensei mi diceva che non avevano abboccato. Gli ispettori conoscevano tutti i rapinatori ma avevano poche informazioni e mi chiesero di aggiungere tutto quello che avevo appreso su di loro, anche dettagli irrilevanti. Erano fuggiti e sarebbe iniziata una caccia all'uomo già dall' indomani. Il mio pensiero si riversò su Dabi.
Passarono un paio d'ore e mi congedarono consigliandomi di riposare e di stare alla larga dai giornalisti, ci avrebbero pensato loro alla stampa.
Finalmente ero fuori.
Nemuri, Izashi e Shota mi accompagnarono a casa, la zia incollata al mio braccio.
<Come sta All might?> chiesi preoccupata. Il senso di frustrazione non si era dissolto nonostante le parole di Bakugou e Kirishima.
I tre si guardarono
<È stabile> non mi chiesero come facessi a saperlo ma potevano immaginarlo.
<Devo parlare con lui. Domani potrei vederlo?> avevo la voce rotta.
<Certo> disse la zia.
<Poi ci spiegherai meglio come sei riuscita a scappare davvero Alexis> Mic mi guardò di sottecchi e io arrossii imbarazzata <Don't worry kitty, non diremo niente. L'importante è che tu sia sana e salva> e mi issò tra le sue braccia. Annuii contro la sua spalla.
Arrivammo nei pressi di casa mia e Aizawa che era rimasto in silenzio per tutto il tragitto mi scoccò un'occhiata impassibile prima di allontanarsi con gli altri. Sospirai delusa.
Appena entrai in casa mia madre corse verso di me con le lacrime agli occhi e mi abbracciò, piangeva e io cercai di rincuorarla. Non era una persona molto affettuosa ma ero felice di essere finalmente a casa, con lei. Volle sapere tutto quello che era successo e non si rendeva ancora conto che fossi lì con lei, mi teneva la mano e piangeva. Quando si tranquillizzò abbastanza le diedi un bacio sulla fronte e mi ritirai in camera mia, chiudendo la porta senza accendere la luce.
Troppe emozioni. Troppe domande cominciarono ad affollare la mia mente e un peso cominciò ad attanagliare il mio petto facendomi mancare l'aria. La calma che provavo insieme ai villain era solo il sangue freddo che avevo in certe situazioni..comprimevo tutto ma alla fine esplodeva. Scivolai contro la porta sedendomi sul pavimento, una mano allo sterno e i denti stretti, maledizione! Stavo rivivendo tutti gli avvenimenti di quelle ore e sudavo freddo.
Non era il momento per un attacco di panico!
Un rumore mi distolse da quel vortice che mi stava per colpire e aprii gli occhi intravedendo un' ombra dietro la finestra. Stava battendo le nocche sul vetro.
Inspirai a fondo e mi lanciai. Aprii la divisoria che ci separava e una volta entrata la figura gettò la giacca per terra e mi baciò.
Ricambiai con foga, intrecciando le mie dita tra i suoi capelli corvini e tirando verso di me.
Avevo voglia di lui, dovevo sentirlo..! La sua lingua vagava feroce nella mia bocca, miriadi di sensazioni ed emozioni si mescolarono insieme chiedendo di più. Anche se eravamo ancora in piedi ci cominciammo a spogliare velocemente, c' erano troppi vestiti tra i nostri corpi: gli sbottonai la camicia, tastando e assaporando il contatto con la sua pelle calda, i muscoli tesi, con le labbra sempre incollate non mi resi conto della maglietta che mi sfilò e una volta ancorata alla sua vita mi spostò sul letto.
Aizawa, Aizawa.. nella mia mente ripetevo il suo nome all'infinito.
Mi toccava dappertutto come se fossi una cosa preziosa non lasciando neanche un centimetro di pelle scoperto dalle sue carezze facendomi ansimare sottovoce, lo stringevo e mi aggrappavo a lui, volendo che diventasse una cosa sola con me al più presto..come se non ci fosse tempo la fretta di averci aveva preso il sopravvento, scartò il sacchetto argentato ma gli tremava la mano e digrignava i denti, frustrato. Mi avvicinai e dolcemente lo aiutai io, i suoi occhi erano lucidi al chiarore della luna che filtrava dalla finestra. Poi fu su di me. Mi premette con tutto il suo peso al letto e sprofondò. Finalmente.
Dalla mia gola non usciva aria tanto la sensazione era intensa, qualcosa di caldo scivolò dai miei occhi. Ogni spinta era lenta e profonda per prolungare ancora di più quel senso di completezza che ci avvolgeva..i nostri occhi erano incatenati mentre il piacere diventava sempre più intenso. Un altro affondo e Aizawa fece una smorfia, non voleva che quel momento finisse, lo sentivo.
Oh Shota..!
Gli presi il viso e lo baciai. Sentii le sue mani stringermi sotto le spalle e si spinse fino al limite dentro di me.
<Ti amo Shota..> dissi con un filo di voce prima di raggiungere l'apice. Lui di rimando si irrigidì e ansimò contro la mia bocca prima di seguirmi nel piacere.

Alexis.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora