Beauxbatons

607 49 2
                                    

- Hlin...- la richiamò Minerva.

- Cosa? - chiese confusa Hlin notando come la strega la stesse guardando, poi si ricordò di essere vestita come se avesse aperto l'armadio al buio.

- Vestis - pronunciò Minerva puntando la bacchetta verso i vestiti di Hlin: i pantaloni a zampa di elefante divennero una gonna azzurro pallido, a ruota lunga fin sotto al polpaccio, la camicia color crema di due taglie più grandi, probabilmente presa in prestito ad un malandrino, si restrinse calzandole a pennello, infine le ciabatte si trasfigurarono in un paio di décolleté a tacco basso.

- Solo una cosa - disse Hlin prendendo la propria bacchetta e toccando lievemente la gonna - Convercolorìs - ed essa cambiò colore e divenne rosso cremisi - tutto, ma non azzurro pallido -

- Perché? Tu adori l'azzurro - disse Harry confuso sapendo bene quale fosse il colore preferito della madrina.

- Tra qualche minuto lo capirai - rispose Hlin dandosi una sistemata anche ai capelli, allungandoli fino alle scapole, rendendoli mossi e tingendoli di un rosso acceso.

- Sono quasi le sei - disse Ron, consultando l'orologio e poi guardando giù per il viale che portava ai cancelli principali. - Come pensate che arri-
veranno? In treno? -

- Ne dubito - rispose Hermione.

- Troppo eleganti le galline di Beauxbatons per arrivare in treno - s'intromise Hlin imitando l'accento francese.

- E come, allora? Coi manici di scopa? -  suggerì Harry, alzando gli occhi al cielo stellato.

- Non credo... non da cosi distante...-

- Una Passaporta? - suggerì Ron. - Oppure potrebbero Materializzarsi... forse a casa loro possono farlo anche se hanno meno di diciassette anni...-

-Non è possibile Materializzarsi dentro i confini di Hogwarts, quante volte devo dirtelo? - sbuffò Hermione.

Scrutarono ansiosamente i prati sempre più bui, ma nulla si muoveva; tutto era immobile, silenzioso e cominciava a far freddo.
Ad un certo punto Silente gridò dall'ultima fila, dove si trovava assieme agli altri insegnanti:

- Aha! O mi sbaglio di grosso, oppure sta arrivando la delegazione di Beauxbatons! -

- Dove? - esclamarono parecchi studenti con impazienza, guardando tutti da una parte diversa.

- Laggiù! - urlò uno del sesto anno, puntando l'indice verso la Foresta.

Qualcosa di grosso, molto più grosso di un manico di scopa - o meglio, di cento manici di scopa - si precipitava nel cielo azzurro cupo in direzione del castello, e diventava sempre più grande.

- È un drago! - strillò istericamente una ragazzina del primo anno.

Sì certo, Beauxbatons con un drago... pensò Hlin facendo un sorrisetto sarcastico.

- Non dire stupidaggini... è una casa volante! - esclamò Dennis Canon.

Dennis aveva quasi indovinato. Mentre la gigantesca sagoma nera sfiorava le cime degli alberi della Foresta Proibita, videro un'enorme carrozza di un blu polveroso, delle dimensioni di una vasta dimora, che fluttuava verso di loro, trainata nell'aria da una dozzina di cavalli alati, tutti palomino, grandi come elefanti.
Le prime tre file di studenti si ritrassero mentre la carrozza sfrecciava più in basso e si preparava ad atterrare a una tremenda velocità; poi, con un
fracasso abnorme che fece balzare Neville indietro sul piede di un Serpeverde del quinto anno, gli zoccoli dei cavalli, più grossi di piatti da portata, toccarono terra. Dopo un secondo, atterrò anche la carrozza, rimbalzando
sulle vaste ruote, mentre i cavalli d'oro scuotevano le enormi teste e roteavano i grandi occhi fieri.
Harry ebbe appena il tempo di notare che sulla porta della carrozza c'era un blasone (due bacchette d'oro incrociate da cui spuntavano tre stelle cia-
scuna) prima che questa si aprisse.
Un ragazzo vestito di azzurro pallido balzò giù, si curvò, trafficò per un attimo con qualcosa ed estrasse una serie di gradini d'oro. Poi arretrò rispettosamente. Harry vide una lustra scarpa nera col tacco alto spuntare dall'interno della carrozza - una scarpa grande come una slitta da bambino
- seguita quasi immediatamente dalla donna più grande che avesse mai visto. La taglia della carrozza e dei cavalli furono subito spiegati. Alcuni ragazzi trattennero il respiro, mentre Hlin guardò in direzione di Minerva che, con lo sguardò, le intimò di venire nella fila dei professori; controvoglia la strega ubbidì e lasciò le spalle di Harry, che si girò sentendo l'improvvisa ritirata della madrina.
Hlin, dal canto suo, cercò di sfoderare il migliore dei suoi falsi sorrisi quando la donna avanzò verso Silente, tendendo una mano verso di lui.

- Mia cara Madame Maxime -  disse. - Benvenuta a Hogwarts -

- Mon cher Silonte! - esclamò lei con voce profonda. - Voi sta bene, spero! -

Harry Potter e La quinta MalandrinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora