La scelta - parte 1

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Hlin per poco non svenne al sentire il nome del quarto campione, che non avrebbe mai dovuto esserci, portò lo sguardo verso Harry, che subito cercò quello della madrina. Il ragazzo rimase là dov'era, conscio che tutte le teste nella Sala Grande si erano voltate a guardarlo. Era esterrefatto. Tramortito. Stava sognando. Non aveva sentito bene. Non ci furono applausi. Un brusio come di api infuriate invase la Sala; alcuni studenti si alzarono per vedere meglio Harry, seduto al suo posto come paralizzato.

Al tavolo degli insegnanti, Hlin cominciò a sudare freddo, quasi come se stesse per avere un attacco di panico, la professoressa McGranitt era scattata in piedi e aveva oltrepassato rapida Ludo Bagman e il professor Karkaroff per parlottare col professor Silente.
Dopo qualche istante di silenzio il Preside di Hogwarts si era alzato in piedi e aveva fatto un cenno alla professoressa McGranitt.

- Harry Potter! - esclamò di nuovi - Harry! Vieni qui, per favore! -

Harry si alzò, inciampò nell'orlo dell'abito e barcollò un po'. In automatico anche Hlin si alzò, pronta a tutto pur di difere il figlioccio. Sapeva che non c'entrava nulla, anche se la situazione diceva chiaramente il contrario; lei se lo sentiva.
Harry s'incamminò lungo lo spazio tra il tavolo di Grifondoro e quello di Tassorosso. Il brusio divenne sempre più intenso e dopo qualche secondo si trovò di fronte a Silente, con gli sguardi di tutti gli altri insegnanti puntati addosso.

- Bene... oltre quella porta, Harry - disse Silente. Non sorrideva.

Harry oltrepassò il tavolo. Hagrid era seduto proprio alla fine, sembrava totalmente sbalordito, non un sorriso, non un cenno amichevole, si limitò a fissarlo come tutti gli altri. Hlin invece non perse tempo a raggiungere il figlioccio e ad accompagnarlo oltre la soglia di una stanza più piccola, tappezzata di ritratti di maghi e streghe. Un bel fuoco scoppiettava nel camino davanti a loro.
Al loro ingresso le facce nei ritratti si voltarono a guardare il ragazzo: una strega
raggrinzita scivolò addirittura fuori dalla cornice del suo quadro ed entrò in quello accanto, che ospitava un mago coi baffoni da tricheco. La strega avvizzita prese a sussurrargli all'orecchio.

Viktor Krum, Cedric Diggory e Fleur Delacour erano riuniti attorno al fuoco.

- Che cosa suscede? - disse Fleur. - Noi si ritorna in Sala? - pensava che fossero venuto a portare un messaggio. Harry non sapeva come spiegare l'accaduto e rimase lì, a guardare i tre campioni.

Anche Hlin rimase in silenzio, stretta al figlioccio come se Harry dovesse cadere da un momento all'altro, e lui, dal canto suo, non osava allontanarsi dalla madrina, nemmeno di qualche centimetro.

Alle loro spalle si sentì uno scalpiccio, e Ludo Bagman entrò nella stanza. Hlin si mise davanti e si interpose tra lui ed Harry e l'uomo non osò confrontarsi.

- Straordinario! - mormorò. - Assolutamente
straordinario! Signori... signora - aggiunse, avvicinandosi al fuoco e rivolgendosi agli altri tre. - Posso presentarvi, per quanto incredibile possa
sembrare, il quarto campione del Tremaghi? - Indicò Harry.

Hlin poté giurare di aver visto il figlioccio cercare di nascondersi dietro di lei.
Viktor Krum si raddrizzò e scrutò Harry; la sua faccia arcigna si rabbuiò
ulteriormente. Cedric sembrava disorientato: guardò Bagman, Harry, e poi di nuovo Bagman come se non fosse sicuro di aver capito bene. Fleur Delacour, invece, scosse i capelli sorridendo e disse: - Oh, è molto divertente, Monsieur Bagman -

- Scherzo? - ripeté Bagman, stupito - No, no, nient'affatto! Il nome di Harry è appena uscito dal Calice di Fuoco! -

- Ma c'è uno sbalio, no? - disse Fleur con sdegno a Bagman. - Lui non può ontrare in gara. È troppo piccolo -.

Harry Potter e La quinta MalandrinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora