Bentornati a Diagon Alley

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- Cos'ha detto caro? - domandò Molly.

- Diagon Ally - rispose Arthur.

- Come pensavo...- continuò la moglie.

- DOVE... È... FINITO... IL MIO... FIGLIOCCIO! - si agitò Hlin.

- Calma Hlin, lo ritroveremo non appena andremo a Diagon Alley, Harry se la sa cavare, te lo posso assicurare anche se lo conosco da poco - la rassicurò Arthur, per poi entrare nel camino, pronunciare la destinazione e sparire nel fuoco verde.

Così fece anche Hlin ed il resto della famiglia Weasley, fin quando tutti insieme non arrivarono a Diagon Alley.

- Magari è già al Ghirigoro - ipotizzò Ron indicano l'insegna del negozio.

Entrarono di corsa all'interno della libreria, ma di Harry non c'era traccia, bensì trovarono Hermione e una gran folla che si accalcava per vedere meglio lo scrittore che quel giorno avrebbe venduto la sua autobiografia, quello che Hlin odiava con tutto il cuore, Gilderoy Allock.

La ragazza vide Hermione uscire dal negozio per poi rientrare poco dopo con il suo figlioccio.

- Harry! - esclamò la ragazza abbracciandolo.

- Grazie al cielo, speravamo che tu fossi sceso solo un focolare più avanti - continuò Molly, ma venne interrotta dalla voce del presentatore.

- Signore e signori, il signor Gilderoy Allock -

L'uomo fece il suo ingresso sorridente e con un abito color nontiscordardime dandosi tante di quelle arie che Sirius, secondo Hlin, era sicuramente meno narcisista di quell'uomo.

- Fate largo per favore, vorrei passare, permesso piccolina, è per la gazzetta del profeta - la interruppe dai suoi pensieri il fotografo.

E dopo aver sorriso come un ebete Gilderoy Allock rivolse lo sguardo al gruppo Weasley notando Harry circondato da dietro dalla braccia della madrina.
Il sorriso gli scomparve teatralmente dal volto.

- Non è possibile, Harry Potter! - esclamò facendo girare il fotografo nella direzione in cui l'uomo stava guardando e sottraendo il preso in causa dalle braccia di Hlin, che tinse i suoi capelli di un giallo sfumato di rosso segno di rabbia, ma anche di gelosia, per il fatto che gli continuassero a portare via Harry in malo modo.
Intanto il fotografo aveva già scattato una foto ai due e si poteva notare ad un miglio di distanza la faccia spaesata di Harry, per poi farsi regalare, o per meglio, costringerlo a farsi regalare tutti i libri di scuola scritti da Allock.

Hlin a quel punto passò davanti al fotografo, afferrò per le spalle Harry, fece una linguaccia ad Allock e si portò via il figlioccio, che approvò con un grosso sorriso il suo comportamento.

- Grazie mille Hlin - disse allora intanto che porgeva i suoi libri a Molly, che voleva farli autografare uno per uno.

- Nessuno può trattare il mio piccolo Ramoso in quel modo, specialmente un pallone gonfiato come quell'uomo - spiegò la ragazza - appena torniamo a casa ti faccio un bel bagno - continuò poi togliendogli la polvere che aveva ancora sui vestiti.

- Hlin, ho dodici anni, so farmi il bagno da solo - commentò il ragazzo divertito.

- Però quando eri piccolino non ti lamentavi mai - rispose la ragazza sbuffando e sorridendo mentre andava a conoscere i genitori, babbani, di Hermione.

E mentre chiacchierava animata sul fatto che il mondo babbano era meraviglioso sotto certi aspetti, come le televisioni, le moto

-... signor Potter...-

Hlin si ringraziò mentalmente, perché grazie al suo essere animagus aveva sviluppato un udito finissimo e quella voce avrebbe potuto riconoscerla ovunque.

-...Lucius Malfoy, finalmente ci conosciamo... - si presentò l'uomo - perdonami...- continuo alzando, con il suo bastone da passeggio, i capelli di Harry per scoprire la cicatrice a forma di saetta.

- La tua cicatrice è leggenda come, d'altronde,  il mago che te l'ha procurata -

- Voldemort ha ucciso i miei genitori, non era altro che un assassino - commentò Harry con coraggio.

- Devi essere molto coraggioso se pronunci il suo nome o molto sciocco...- continuò Lucius Malfoy.

- Ma sicuramente più intelligente di te Malfoy - disse Hlin arrivando in quel momento alle spalle del figlioccio.

- E tu molto stupida nell'intrometterti sempre nei miei discorsi -

- Preferisco essere stupida che uno sporco purosangue come te - l'affrontò sfiorando il naso dell'uomo da quanto gli era vicino.

- Ti ho mancata una volta White, non intendo farlo anche la seconda - sussurrò l'uomo tastando la punta del bastone che nascondeva la bacchetta.

- La paura di un nome non fa che incrementare la paura della cosa stessa - l'interruppe Hermione riprendendo il discorso di poco prima.

- E tu devi essere... la signorina Granger - continuò allora l'uomo cercando l'approvazione del figlio - Draco mi ha detto tutto riguardo a te e... ai tuoi genitori... babbani vero? -

Ad Hlin le si stava trasfigurando il volto in quello di una tigre, perciò Lucius mise altra legna sul fuoco e si voltò verso il gruppetto dei Weasley.

- Vediamo... capelli rossi, espressioni vuote, malandato libro di seconda mano, voi dovete essere i Weasley -

- Complimenti Sherlock Holmes, hai risolto il caso, sei felice? Vuoi un biscotto o preferisci un calcio sul fondoschiena? - lo stuzzicò ancora Hlin.

Lucius a quel punto l'afferrò per il collo, porse il bastone al figlio e ne sfilò la bacchetta puntandola sotto il mento della ragazza, questa prese la sua bacchetta e pronunciò l'incantesimo d'espulsione, ma si ricordò solo in quel momento di non avere i poteri.

Quindi fece ciò che andava fatto, sotto gli occhi increduli e spaventati dei ragazzi.

Mi piace lasciare sospese le cose!!
Coooomunque.

Harry Potter e La quinta MalandrinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora