Capitolo 6

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" ...devi andare da lord Elrond, e devi portare con te tua sorella"

Queste sono state le parole che mi hanno fatto capire che non avevamo alcuna possibilità. Il viso rattristito di mio padre è l'ultimo pezzo che mi mancava per riempire i miei occhi di lacrime, che a stento riesco a trattenere. Ma devo essere forte. " E voi, tu e la mamma cosa farete? Dove andrete? Ti prego dimmi che sarete al sicuro" Mio padre continua a fissarmi negli occhi e questo aumenta la mia ansia. "Un re non può abbandonare il suo popolo nei momenti di guerra, ricordalo sempre. Ma ti prometto che non ci accadrà nulla." Rimane un momento a pensare, abbassa la testa distraendosi dalle pietre luminose e poi alza lo sguardo "Tra un mese vi verremo a trovare, al calar del sole ci vedrai arrivare dall'est" Queste parole mi confortarono leggermente, la sicurezza in ogni parola era stata pianificata apposta per calmarmi e ci era riuscita.

Così decido di uscire dalla sala del trono per preparare le provviste senza dire un parola. Sto per aprire la porta quando mio padre mi dice un'ultima cosa. "Non devi preparare nulla, Erodin verrà caricato domani mattina con tutto quello che vi occorre, il viaggio è di quattro giorni, forse anche di meno se vi affrettate. E avrai una mappa con te." Dopo queste parole auguro la buona notte a mio padre e mi dirigo verso la mia stanza. Aranel si è già addormentata. Guardo verso la sedia davanti al mio specchio dato che qualcosa attira la mia attenzione. Certo che papà pensa proprio a tutto. C'è una specie di maglietta in Mithril adatta per mia sorella. Non mi va di continuare a pensare a questo, avrò moltissimo tempo per preoccuparmi già da domani, quindi mi cambio il vestito e sto per mettermi nel letto. Ok, papà può anche aver pensato alle provviste e a tutto, ma non a cosa indosseremo. Raccolgo sei abiti normali e due eleganti. Non si sa mai. Poi vado verso la stanza di mia sorella e faccio lo stesso. Anche se i vestiti elfici sono molto ingombranti piegati, riesco a metterli tutti in una borsa, miracolosamente.

In tutto ciò si fanno più o meno le due di mattina. Quindi salgo nella mia stanza e mi accomodo accanto a mia sorella. Quattro ore dopo mi sveglio, guardo fuori dalla finestra il cielo che passa dal blu scuro a diventare sempre più chiaro e così con un grande sospiro mi inizio a preparare. Prendo un pantalone verde da indossare sotto l'armatura. I pezzi che vanno nelle gambe sembrano più delle protezioni che una vera e propria armatura da guerra, quelle sono molto più pesanti, non mi sembra il caso di fare u viaggio così lungo indossando un qualcosa di scomodo.

Aggiungo sopra una maglia di maniche leggermente lunghe dello stesso colore e poi sopra metto l'armatura. Sinceramente mi aspettavo fosse più pesante e che fosse più complesso muoversi ma per mia fortuna non è così.

Raccolgo i miei capelli in una coda e sveglio Aranel. "Tesoro, svegliati. E' già l'alba. Vedi quella maglietta luccicante sulla sedia? La devi mettere sotto il vestito. Io adesso devo andare a chiedere una cosa a papà tu intanto vestiti" Aranel mi guarda con una espressione mescolata tra assonnata e interrogativa, ma non protesta e di questo la ringrazio infinitamente. Esco dalla stanza di fretta e vado nella stanza del trono. Appena apro le porte vedo sia mamma che papà indossare le loro armature e mi avvicino a loro. "Buongiorno" mi limito a dire, non sapendo su cosa argomentare in questa situazione. "Buongiorno, sei pronta?" Mi chiede mia mamma. Dopo aver lanciato uno sguardo di disapprovazione a papà. So cos'è successo, mio padre non riesce a mentire o a tenere nascoso niente a mia madre, gli ha detto che mi aveva avvisata che sarei dovuta partire e mia mamma non voleva, non ho mai avuto bisogno di spiegazioni in questi casi.

"Si, Aranel si sta vestendo, non appena sarà pronta partiremo" Gli occhi di mia mamma sono lucidi, come quelli di papà ma lui prova a non farlo vedere. Mi abbracciano entrambi, è come se sapessero che non mi vedranno per molto tempo, è come quando ti vogliono dire addio senza le parole. Come se volessero imprimere nella loro mente ogni dettaglio di questo momento. Dopo ciò torno di sopra e appena entro vedo Aranel con un vestito bianco che tenta di farsi una coda come la mia. "Vieni qui" la esorto subito, leggermente affrettata, e lei si avvicina a me porgendomi la cinta che fino a poco fa provava ad attorcigliare tra i capelli. Una volta pettinata prendo la borsa che avevo preparato la sera prima, forse è il caso di dire zaino, e prendo mia sorella per mano. La mando fuori dalla stanza prima di me e mi giro per dare un'ultima occhiata.

Sto per abbandonare ogni cosa, la mia casa, la mia famiglia, il mio popolo, il mio regno e la barriera magica, ammetto di aver sempre desiderato scoprire il mondo ma non in questo modo. Esco e chiudo la porta e per pochi secondi rimango a guardare le incisioni sulla porta, incantata dalla bellezza e dalla precisione dell'opera. Abbasso lo sguardo e poi guardo Aranel, le sorrido al meglio delle mie capacità e le dico di andare a salutare mamma e papà. Mi guarda per un istante e poi parla " Non te ne stai per andare e asciarmi da sola qui vero?" mi chiede preoccupata. "Assolutamente no, lo sai che non lo farei mai. Vai da loro a salutarli e poi corri verso le stalle, ho una sorpresa per te, oggi faremmo una cosa molto speciale." Così il suo viso diventa euforico e si avventa verso le scale, una volta scesa scompare dietro i muri e poco dopo sento le porte della sala del trono aprirsi, non so come io sia riuscita a inventarmi una cosa simile senza balbettare ma non ci faccio caso.

Mi avvio verso Erodin e quando esco dal palazzo lo trovo pronto legato dove di solito vedo i cavalli dei visitatori temporanei, quelli che stanno qui per meno di un'ora. Mi avvicino a lui e prendo un pezzo di carta arrotolato nella borsa posizionata sul fianco sinistro, è la mappa della terra di mezzo, ci sono così tanti posti, montagne, laghi e regni che mi piacerebbe visitare. Un punto preciso sulla mappa è cancellata, sembra che sia stata bruciata per non rivelare cosa giace in quel territorio. Prima che io possa farmi qualunque domanda sento mia sorella che si avvicina a me di corso, i poi vede Erodin. "Dove andremo?" mi chiede felice "Andiamo a trovare Arwen" così dicendo, la faccio salire sul cavallo e mi preparo per farlo anch'io, mi giro ad ammirare il castello in qui sono nata e cresciuta, dove ho tutti i ricordi felici e tristi di momenti che non dimenticherò mai.

Non ho alcuna ragione per rientrare lì dentro, così salgo sul mio cavallo per partire. L'ho slegato ed Erodin inizia ad avviarsi verso i cancelli.

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