Capitolo 11

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Aliris

Il vento mi scompiglia i capelli, Erodin corre velocemente verso la nostra destinazione. Mia sorella si sta godendo molto questo momento, la sento ridere fortemente. Avevo paura si spaventasse a causa della velocità ma mi ha sorpresa.

Il sole splende senza nuvole, il cielo è di un azzurro più vivo o forse sono io che lo vedo così. La positività cambia parecchio il modo di vedere le cose, non sono solita ad essere così, è difficile riuscire a vedere il bene in situazioni disastrose, non riuscire a vedere il lato buono delle cose mi ha sempre caratterizzata. Per più che io ci provi non ci riesco.

"Quando arriveremo?" Mi chiede mia sorella. Nel mentre iniziamo a vedere delle montagne in lontananza, secondo la mappa le dobbiamo superare per arrivare. "Vedi quelle montagne?" chiedo e lei annuisce. "Dobbiamo salirle e poi quando le avremo superate arriveremo poco dopo a Gran Burrone" Dico tutto d'un fiato. Aranel annuisce semplicemente e si tiene fortemente alla crine di Erodin.

Sono passate circa due ore e siamo ai piedi della montagna. Fermo Erodin e guardo a destra e a sinistra sperando di trovare un cammino da seguire ma poi provo a vedere se la mappa segna qualche strada che renda più semplice la salita. La prendo e la apro, papà ha tracciato un cammino ben preciso da seguire che dice di salire la montagna da qui e poi andare verso nord una volta varcate le alpi. Ma guardando davanti ma non c'è modo di salire queste montagne senza metterci una vita. Arriveremo alla cima di sera, e lo scopo è arrivare a Gran Burrone entro il calare del sole quindi, cambiare un po' le cose non sarà un disastro. Forse è meglio fare al contrario, salire verso nord e nel cammino vedere se c'è una strada utilizzata dai mercanti o viaggiatori per salire.

Dopo alcune ore passate a cavalcare il mio destriero vedo poco distante da noi una salita, delimitata dall'erba che non cresce più ormai a causa dei mercanti elfici che ci passano ogni settimana.

Inizio a intraprendere questa strada verso il punto più altro e mia sorella mi fa una domanda "Che fiore è quello?" chiede indicando un bellissimo fiorellino giallo con schizzi violacei e blu nella parte più vicina al pistillo. Potrebbe essere paragonato ad una rosa a causa dei molteplici petali, ma si vede da lontano che essi siano molto più lievi. "Beh, quella è una Alatariel. Ti ricordi quando ti ho mostrato quel fiore identico a questo ma rosa?" Le chiedo ricordando tutti quei libri che leggevo sulla fauna, avevo letto sui fiori più rari mai visti e sugli alberi più stravaganti. Mi piaceva molto immergermi in un buon libro ed imparare cose che pensavo non mi sarebbero mai servite.

Mi piace moltissimo leggere, ricordo quando andavo nella montagna portandomi dietro un libro. Circa un anno fa ne lessi uno molto bello, parlava di due elfi, uno proveniva da una famiglia molto modesta che lavorava e faceva molti sacrifici per andare avanti, l'altra invece era la futura regina dei un villaggio del quale non ricordo il nome. La prima volta che si incontrarono i loro sguardi si incatenarono senza riuscire a pensare a nessuno dei problemi che entrambi stavano affrontando. Alla fine dopo tutti i problemi, le prove e le discussioni che ebbero si sposarono.

Penso sia un bel modo di descrivere l'amore, dopo averlo letto mi sentivo come se sapessi molto di più riguardo all'argomento. E' imbarazzante dire che dopo due mila anni di vita io non abbia mai provato amore per nessuno, conosco perfettamente tutti coloro che vivono a Deletria e non ho mai avuto alcun tipo di interesse per nessuno. Ad un certo punto ricordo di essermi convinta che l'amore non esistesse. Io amo la mia famiglia con tutta me stessa, ma quello che Arwen prova per Aragorn è diverso, come se fosse più forte in alcuni aspetti. Forse io non sono destinata ad amare, o forse a non essere ricambiata.

Ricordo che Arwen non sapeva come spiegarmi cosa provava ma da quel poco che riuscì a dire capì subito che si fosse innamorata.

Da quel che ho capito, l'amore è un qualcosa di inaspettato, come le stelle cadenti. Non ha senso piazzarsi lì e aspettare intere notti per vederne una, un giorno se sei fortunato ed esci al momento giusto vedrai la luce che illuminerà quel cielo stellato per qualche secondo prima di sparire.

Senza alcuna fatica Erodin arriva alla cima della montagna. Il forte vento mi tira i capelli verso sud, e si vedono altre montagne in lontananza. Il paesaggio è tutto tranne omogeneo, alcuni pezzi sono pianure dove invece di esserci erba c'è sabbia. D'altro canto c'è invece un bosco, si vedono gli alberi alti e delle montagne poco più a est. Più vicino invece c'è il bosco nel quale ci dobbiamo addentrare, c'è un fiume che si infiltra nel bosco e che passa per una pianura alquanto estesa. Gli alberi sono molto più alti e ristretti, un tipo di pino del quale non ricordo il nome.

Iniziamo la discesa e dopo un'ora siamo sulla pianura. "Guarda siamo arrivate al bosco dove si trova Gran Burrone" dico a mia sorella, che si era appoggiata al mio petto a riposare, credo che a un certo punto abbia anche chiuso gli occhi. E' incredibile come lei riesca a dormire bene in qualunque situazione. Si limita ad annuire, aprendo lentamene gli occhi e stiracchiandosi, per quel che riesce, e sbadigliando.

Non vedo l'ora di arrivare, forse è proprio per questo che mi sembra che il tempo scorra molto più lentamente. Mi sembra che siano passate ore da quando abbiamo fatto a discesa e invece il sole si è spostato a malapena, in ogni caso Erodin corre il più velocemente possibile verso quella foresta davanti a noi che diventa sempre più grande a cause della vicinanza.

Non appena oltrepassiamo il primo albero tiro un sospiro di sollievo, come se mi avessero tolto di dosso un peso incredibilmente enorme. La pace inizia a farsi strada nel mio cuore, e le preoccupazioni svaniscono lentamente. Cavalchiamo a passo d'uomo e mia sorella è più sveglia che mai, si gode ogni singolo respiro e ogni singola cosa che vede intorno, tale e come ha fatto quando siamo arrivate a Lòrien.

Ad essere sincera questo viaggio è stato alquanto complesso dal punto di vista sentimentale, sono sempre stata sotto tensione come se da un momento all'altro potesse succedere una catastrofe. Affrontare la realtà in questo modo, senza preavviso ne indicazioni su come sarebbe stato quello che avrei trovato è stato complesso. Avevo sempre paura più per mia sorella che per me, io so difendermi e non fatico quando sono concentrata ma non so quale sarebbe stata la mia reazione se fosse successo qualcosa di inaspettato che coinvolgesse mia sorella, forse sarei andata nel panico più totale, o forse sarei riuscita a proteggerla. Quel dubbio che non ha mai abbandonato la mia testa fino a qualche secondo fa, finalmente riesco a godermi il viaggio pur essendo alla fine.

In poco tempo iniziamo a vedere il palazzo da dietro gli alberi, il sole inizia a calare e la luce illumina quel castello che mi ricorda così tanto quello in cui sono cresciuta io. Poco a poco la struttura diventa sempre più visibile e lì capisco che non è per niente come il castello di Deletria, lo stile è uguale ma la struttura é del tutto diversa. Una volta sorpassate le ultime radici Erodin poggia la zampa sui primi sassi di un ponte. Il mio sguardo si perde ammirando la cascata che corre giù di fianco al ponte, è un paesaggio stupendo illuminato dalla luce rosso arancione del sole, gli alberi sembrano d'orati a causa del contrasto e il castello si illumina al contatto con i raggi.

Solo dopo alzo lo sguardo davanti a me vedendo che dall'altro lato del fiume c'è Arwen in piedi che ci aspetta. Scendo dal cavallo e faccio scendere mia sorella che inizia a correre verso colei che chiama zia. Prendo le redini di Erodin accarezzandolo leggermente, è stato molto bravo a fare tutto quel viaggio in così poco tempo. Arwen si abbassa appoggiandosi sulle ginocchia per arrivare all'altezza di mia sorella e la abbraccia fortemente, le sussurra qualcosa all'orecchio che però non ho intenzione di sentire e Aranel inizia a correre verso il castello alle spalle della zia. Mi avvicino lentamente tirando Erodin e poi ci abbracciamo, passa qualche secondo fino a quando lei si stacca e mi parla "Vi stavamo aspettando" Mi dice prendendomi per mano e iniziando ad incamminarci verso quel posto in cui passerò il prossimo mese.


Spero vi piaccia il nuovo capitolo, se è così votate!
Io stasera dovrò riguardare il signore degli anelli con un bel quaderno di appunti per pianificare nello specifico tutto. Per carità mica mi pesa però diciamo che dovendo studiare latino e matematica (due materie che proprio non sopporto e che non capisco) sarà un po complesso.

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