Capitolo 16

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E' già mattina, il sole non è ancora sorto ed è ora di prepararmi. Inizio a vestirmi e a pettinare i miei capelli in modo che non siano d'intralcio, prendo due ciocche e le unisco dietro lasciandone altre due più piccole cadermi sul volto. Indosso i pantaloni e la camicia verde foglia che va sotto all'armatura e poi la inizio a mettere sul mio corpo. La stringo bene nei dovuti punti e mi guardo allo specchio per l'ultima volta. Respiro profondamente e mi giro verso il letto, è ora di dirlo ad Aranel. Non volendo affrontare l'argomento l'ho lasciato per ultimo, ma forse c'è un modo per non farla rattristire. 

Le lascio dei leggeri baci sul viso per svegliarla e in effetti pochi minuti dopo ci riesco, lei mi guarda con gli occhi leggermente chiusi senza dire niente e senza fare alcun gesto, a parte aggrottare le sopracciglia nel vedermi vestita così. "Tesoro, io devo andare a fare un piccolo viaggio, ma indovina cosa farai?" Questa è una strategia che mi tenevo nascosta da un bel po' da usare solo in un caso di estrema necessità, se le faccio una domanda così dopo averle dato una notizia che a lei potrebbe non piacere fa meno caso a quello che ho detto prima e ne sente meno il peso. L'ho imparata dalla mamma, lo faceva spesso quando doveva viaggiare in altri regni, sempre elfici, accompagnando papà.

"Starai tutto il tempo con Arwen" Ieri sera ci siamo messe d'accordo per tutto, lei farà in modo da tenerla sempre occupata per non farle sentire la mia mancanza,  sono l'unica ad essere stata sempre lì in ogni momento bello e brutto, anche se in realtà penso che sarò io quella che farà più fatica a starle lontana. 

Detto ciò le do un ultimo bacio ed esco dalla stanza per non tornarci ne guardarmi indietro. Tutto il necessario è già stato montano nei cavalli pochi minuti fa ed io inizio ad avviarmi verso il luogo in cui si trovano i miei nuovi compagni di viaggio. Sento la mia spada pesare sul mio fianco sinistro e l'arco ben stretto alla spalla, che rendono i passi sempre più pesanti e la mente sempre più piena. 

Scendo le scale principali e i cavalli che portiamo sono due, Erodin e quello di Boromir. Una volta fatto l'addio da parte di Lord Elrond imprendiamo la nostra strada senza aver proferito parola.

Sorpassiamo il ponte che mi aveva avvisato di essere arrivata a destinazione pochi giorni fa, e che adesso mi saluta nuovamente in modo diverso. Sorpassiamo per le montagne alte e i miei pensieri vengono catturati dall'ambiente che ci circonda. Il verde di questi prati non è come quello delle foreste, sembra essere spento, meno colorito, come i vestiti che dopo essere stati lavati svariate volte iniziano a perdere quel bel colore che avevano all'inizio. 

 Camminiamo per ore e ore, pur non essendo abituata ad intraprendere lunghe camminate, dopo questo tragitto sono riuscita a fare tutto a piedi senza aver bisogno di salire sul mio cavallo che mi accompagna a passo d'uomo affiancandomi. Entrambi i cavalli portano delle sacche a destra e a sinistra e non vogliamo sovraccaricarli troppo.

"Seguiremo questa direzione ad ovest delle montagne nebbiose per 40 giorni. Se la fortuna ci assiste la breccia di Rohan sarà ancora aperta, e da lì volteremmo verso est per Mordor" Le parole di Gandalf continuano a ripetersi dentro la mia testa, provando a fare memoria di una delle tante mappe che ho letto e usato. Dopo qualche secondo mi arrendo, perchè dovrei provare a ricordare qualcosa che porto nello zaino? Se proprio voglio sapere dove si trova mi basterà prendere la mappa e guardare.

Ci fermiamo in cima ad una delle tante montagne. Erodin si accomoda vicino un cespuglio per mangiare ed io mi siedo sopra ad una delle molteplici rocce ad osservare Boromir che prova ad insegnare gli hobbit a combattere, ricevendo pareri da Aragorn per aiutarli ad essere più lesti. 

Dietro di me l'elfo è in piedi che osserva l'orizzonte, il vento è molto forte qua sopra e respirare è quasi liberatorio. Dopo qualche secondo sento qualcosa offuscare il mio udito e mi alzo di scatto guardandolo in segno che qualcosa non va, seguo il suono e ci alziamo entrambi sulla stessa roccia ad osservare un mucchio di uccelli, che vola verso di noi e a giudicare dal verso che fanno sono corvi. 

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