Capitolo 19

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Camminiamo per una parte ancor più stretta di quella di qualche minuto fa

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Camminiamo per una parte ancor più stretta di quella di qualche minuto fa. Le pareti rocciose e sporgenti rendono il tutto più complesso di quanto non sia già. Alzo lo sguardo vedendo che Gandalf si ferma a fissare la parete, mentre la illumina con il suo bastone, una serie di venature bianche e luminose come le stelle si fa vedere "La ricchezza di Moria non consisteva nell'oro o nei gioielli, ma nel Mithril" dice fermandosi un istante e illuminando la grotta al nostro fianco dalla quale milioni di altre vene bianche iniziano a luccicare per il contatto con la luce creata dallo stregone.

"Bilbo aveva una maglia di anelli di Mithril, regalatagli da Thorin" "Oh un dono regale questo" Commenta il nano "Si, non gliel'ho mai detto, ma il suo valore superava quello della contea." Si ferma e mi guarda "Mia cara...Correggimi se sbaglio anche se non penso, a tua sorella è stata forgiata una simile prima di partire per il vostro viaggio" Annuisco, non mi sorprende che lo sapesse, è praticamente impossibile celare agli occhi di Gandalf qualcosa. 

Saliamo una scala molto polverosa e scura fino ad arrivare in un punto dove, di fronte a noi, ritroviamo tre aperture antiche con i marchi rifiniti con triangoli tutto attorno, che fanno capire in perfetto stile nanico, prive di porte.  "Non ho memoria di questo posto" Lo stregone esamina attentamente le porte e poi, rassegnato, si siede sulla roccia sporgente al centro della stanza. Fermo fissa le porte sperando di capire quale si ala scelta più saggia.

Mi appoggio a una pietra, alle spalle di Gandalf, Legolas si ferma al mio fianco e guarda gli hobbit parlare di fronte a noi "Hai una sorella" afferma l'elfo rompendo il silenzio. "Si, è molto più piccola di me" "Quanti anni ha?" Mi chiede interessato "603 anni, fra poco ne compie 604. Non sono mai stata così lontana da lei" improvvisamente le mie labbra si allungano in un sorriso, ricordando che ad ogni compleanno viene sempre a saltare sul mio letto la mattina chiedendomi se mi ricordo che giorno è "Sicuramente saremmo già di ritorno e lo passerai con lei anche questa volta "Mi dice notando che mi sono persa nei miei pensieri "Può darsi..."

Il nostro discorso viene interrotto da Gandalf che fino a poco fa stava parlando con Frodo, ha trovato la strada giusta. Pochi secondi dopo ci ritroviamo a scendere delle scale ancora più buie e strette. Arriviamo in uno spazio che dovrebbe essere aperto, pieno di rovine, le colonne crollate a terra e la polvere ha conquistato ogni cosa. Gandalf amplia la luce di quella piccola pietra alla punta del bastone, illuminando davanti a noi uno spazio che sembra infinito, pieno di colonne alte e possenti che sorreggono il tetto.

"Ammirate, il grande reame e la città dei Nani: Nanosterro" I miei occhi si godono tutto quello che vedono, facendo caso a ogni dettaglio che segna le colonne. Ci si sente piccoli a camminare qui anche se l'attenzione è spesso attratta dal pavimento popolato ancora da decine di cadaveri. Tutto d'un tratto Gimli si affretta ad entrare in una stanza dove un raggio di sole, luminoso e splendido in questo buio perenne, illumina una tomba, è l'unico posto da dove entra il sole in queste miniere, doveva essere qualcuno di importante colui che giace in quell'urna.

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