Capitolo 37

498 23 10
                                    

Dopo circa quattro infinite ore di strada, finalmente vedo in lontananza la fortezza di Gondor

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Dopo circa quattro infinite ore di strada, finalmente vedo in lontananza la fortezza di Gondor. L'enorme prato di fronte è diventato un campo di battaglia e fatico a credere a quello che vedono i miei occhi. Una quindicina di elefanti, cavalcati da uomini, vengono sfruttati come armi anche se ormai la maggior parte giace a terra. Le distruzioni della guerra si vedono dovunque, i morti stesi sul terreno, i cavalli sfiatati e i feriti che i sopravvissuti cercano di trovare in mezzo a quel cimitero.

Scendo dal cavallo e mi guardo attorno, camminando raggiungo lo stregone bianco in mezzo al campo che mi guarda con un'espressione impassibile. "Sei arrivata giusto in tempo mia cara" Mi dice con voce cupa, troppo bassa per essere sentita dagli altri. "Come può essere, se la battaglia ormai è conclusa e io non ho mosso un dito per aiutare? Non volevo andare via ma..." Non mi permette di finire la frase poiché sa bene cos'è successo "Hai fatto quello che dovevi, e la strada è ancora lunga. Seguimi, ormai il sole sta perdendo forze e tuo padre non tarderà in arrivare" Sto per parlare ma mi zittisco velocemente, devo ricordarmi più spesso che lui sa sempre tutto, non credo esista qualcosa che lo riesca a stupire.

Ci avviamo all'interno della città per curare i feriti e la notte scorre come acqua di un fiume per me, tra incantesimi e tisane, ferite profonde e tosse. Poco prima dell'alba sento in lontananza il rumore costante di zoccoli di cavallo avvicinarsi, a passo leggero. Mi avvicino velocemente alle porte della città e due cavalieri si avvicinano verso di me, non ci voglio credere. Verso la parte ovest noto l'accampamento delle truppe reali, il quale sta essendo allestito e di fronte a me mi ritrovo sia mia madre che mio padre in completa armatura da guerra, in realtà è solo una formalità quelle vere le mettono solo in battaglia.

"Mi chiedevo quando sareste arrivati, anche se non ti aspettavo mamma" Dico avvicinandomi a loro per salutarli. "Non me lo aspettavo nemmeno io ma dopo una chiacchierata animata lei ha deciso di venire e questo ci ha rallentati, notevolmente." Dice mio padre con la faccia di qualcuno che non ne vuole proprio parlare. "Gandalf è nel castello e tra pochissimi minuti, ovvero il tempo di arrivarci, farà una conferenza di quelle che tanto gli piacciono quindi non c'è tempo da perdere" Ci avviamo verso la parte più alta della città mentre mio padre incomincia a fare segnalamenti su quello che indosso, mi chiedevo quanto avrebbe resistito. "Hai intenzione di andare in guerra conciata così, ringrazia gli dei che ti ho permesso di tornare qua ma non pensare neanche per un secondo che..." "No papà non ci andrò così, e non ricordo proprio il momento in cui tu mi hai permesso di tornare. Ricordo meglio però una bella discussione, che non è andata a buon fine"

Dopo essere stati zittiti entrambi da mia madre arriviamo finalmente all'entrata e quando apro le porte ci sono solo tre persone; lo stregone, Aragorn e Legolas. Quando i suoi occhi incontrano i miei mi sento come se il fiato mi mancasse e istintivamente interrompo il contatto visivo, forzando me stessa a non far notare nulla alle persone sbagliate, ovvero entrambi i miei genitori. "Celeborn è un enorme piacere averti qui al nostro fianco" Dice Gandalf con fare amichevole, mentre sul viso di pietra di mio padre nasce un sorriso. "E' passato un po' di tempo dall'ultima volta che ti ho visto mio vecchio amico" Mentre i due soggetti si salutano, le facce incredibilmente sorprese e piene di dubbi dei miei due compagni sono impagabili.

Aragorn si guarda attorno e Legolas fissa la scena di fronte a se attonito fino a quando Gandalf li presenta. "Ti presento Aragorn figlio di Arathorn e Legolas Thranduilion, dei Sindar" Gli occhi di mio padre si posano proprio su quest'ultimo mentre lo guarda da testa a piedi. L'elfo cerca di rimanere composto, riuscendo alla grande, mantenendo il contatto visivo quando io stessa non ci sarei riuscita in una situazione simile. "Conosco tuo padre, anche se non ha mai menzionato di avere un figlio" "Magari perché non hai mai chiesto" Sussurro e per mia fortuna nessuno mi sente.

A quel punto lo stregone esce dalla stanza seguito dal Re e dalla Regina di Deletria, lasciando noi tre nella sala del trono. "Tuo padre è, come dire?, perspicace" Dice Aragorn, mentre si avvicina per finalmente salutarmi. Mi abbraccia gentilmente e sento gli occhi dell'elfo bruciare sulla mia pelle. "Non hai detto niente quando sei andata via" Dice mentre mi fissa inquieto. "Lo avrei fatto se voi foste stati nel campo in quel momento, forse potevate dirmi che stavate andando via, un minimo accenno sarebbe bastato." Dico mentre gli occhi di Aragorn cercano di nuovo qualcosa di indeterminato in giro per la stanza.

L'elfo sospira profondamente mentre si avvicina a me e con pochi passi si ritrova a pochi centimetri. A questo punto si sente Aragorn vicino all'uscita "Vado a preparare il mio cavallo" seguito dal suono della porta che si chiude. "Mi sei mancata" Sussurra vicino alle mie labbra mentre le sue mani si avvolgono attorno ai miei fianchi coperti dalla leggera stoffa del vestito "Sono stata via letteralmente un giorno" "Anche se fossi stata lontana solo qualche minuto mi saresti mancata" Detto ciò azzera la distanza tra le nostre labbra in un bacio gentile e bramoso.

Il momento viene interrotto dal suono di qualcuno che si schiarisce la gola. Gandalf è in piedi vicino alla porta che ci guarda con un sorriso gentile sulle labbra "Avete appena mezz'ora per prepararvi e non vi conviene perdere troppo tempo" Legolas si ricompone ed esce velocemente evitando l'imbarazzo mentre le mie guance bruciano e io rimango immobile. "Tuo padre si stava innervosendo e voleva venirti a cercare, ma ho pensato di non disturbare il Re e di farlo io stesso" Dice strizzando un'occhio mentre io rassegnata vado a mettere l'armatura.

Le preparazioni non durano molto, poco prima del mezzo giorno tutti sono pronti per partire e le schiere già radunate seguono i rispettivi comandanti. Cavalco vicino al mio popolo, al fianco di mio padre mentre ci avviamo verso Mordor. In meno di un'ora ci ritroviamo di fronte all'enorme barriera di ferro, impenetrabile e priva d'anima. Non si vede alcun segno di vita e la terra qua è così arida e piena di cenere che si fatica a respirare. Cinque di noi si avvicinano alla porta e Aragorn chiede che il signore della terra oscura venga avanti perché sia fatta giustizia su di lui. Non credo avrei detto la stessa cosa, le nostre possibilità di vincere non sono molte, ma apprezzo il coraggio.

L'enorme porta si apre per rivelare un orco a cavallo a ricevere, un essere tanto disgustoso quanto bugiardo, mandato a fare trattative. E' una scena parecchio pietosa ma non per questo bisogna sottovalutare il nemico. Dopo pochi minuti di conversazione Aragorn avanza tranquillamente col cavallo e con un colpo sicuro e pulito decapita l'orco. Credo sia questa la fine delle trattative. Dalle porte aperte incomincia a uscire l'esercito di Sauron con migliaia di orchi armati da testa a piedi, che saranno almeno dieci volti più di noi.

🎀🎀🎀

Bene, eccoci finalmente! Se vi è piaciuto questo capitolo lasciatemi una stellina di supporto!

Mancano altri 4 capitoli e poi la storia è conclusa, sono già pronti (eccetto l'ultimo su cui sto ancora lavorando) molto probabilmente tra due giorni avrete il capitolo 38.

Crystallized Heart||Legolas Greenleaf||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora