Capitolo 32

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"Dov'è!? Dov'è?! Fate largo, io lo ammazzo!?" Sento Gimli gridare tra la folla, mentre si avvicina a un cavallo nero che ha appena varcato le porte

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"Dov'è!? Dov'è?! Fate largo, io lo ammazzo!?" Sento Gimli gridare tra la folla, mentre si avvicina a un cavallo nero che ha appena varcato le porte. Sciocco da parte mia credere che il nostro caro amico nano sia capace di rimanere calmo per più di mezz'ora. Mentre aiuto Eowyn a distribuire coperte ai cittadini mi accascio a terra per raccogliere una piccola bambola di pezza di una delle bambine, ma quando mi rialzo e guardo la mia compagna fissare il vuoto, attonita. "Eowyn? Che...?" Mi giro verso il punto che sta guardando e rimango pietrificata. Non riesco a credere a ciò che vedono i miei occhi.

Aragorn, in carne e ossa, di fronte ai miei occhi, che saluta con una calma disarmante Legolas. Sorpresa, felice e meravigliata, nel senso più profondo della parola, mi sembra di vedere un fantasma. Eowyn si avvicina lentamente ai due in mezzo al corridoio e io la raggiungo velocemente. Non riesco a trovare parole adatte per parlargli, non mi capita spesso di parlare con qualcuno che tutti ritenevano morto, e a quanto pare Aragorn lo sa bene. "Che brutto aspetto" Commenta l'elfo con finto disgusto strappandomi una risata.

Un commento più inaspettato e più azzeccato non credo esista. Fisso l'uomo di fronte a me, come se cercassi l'imbroglio dietro a questa apparizione ma sembra essere più che vera. L'erede di Gondor e vivo, ed è proprio qui, pronto a continuare il suo viaggio insieme a noi, più forte che mai.

Si dirige velocemente verso Theoden, "Perché tanta fretta?" Chiede Eowyn "Un esercito di orchi si avvicina, saranno qui al calar del sole" Trattengo il respiro, questa informazione, rilasciata con così tanta placidità mi tormenta. "Quanti sono?" Chiede Legolas, dando voce a un dubbio appena sorto nella mia testa. Aragorn ormai di spalle gira leggermente la testa e guarda l'amico dritto negli occhi "Come minimo dieci mila"

La notte incombe su di noi, le stelle incominciano a brillare nel cielo che diventa più scuro ogni secondo. Eowyn è stata mandata ad aiutare nelle grotte, ed io non ho potuto farci niente, i suoi occhi pieni di disdegno verso la proposta e la sua mascella contratta erano un assenso silenzioso e abbattuto contro la proposta ormai sancita. Bambini e anziani sono armati, e vengono preparati per la battaglia, nei loro occhi si legge solo paura, e rassegnazioni, sono tutti convinti che non vedranno l'alba e, ad essere sincera, nemmeno io.

Da quando questa 'avventura' è incominciata è passato un mese e mezzo, ho cercato di non pensarci ma ormai la speranza di tornare a casa è svanita. Vorrei solo sapere come sta mia sorella, almeno lei. Mi preparo aggiustando l'armatura e armandomi con spada, arco e frecce. Il mio respiro accelerato si sincronizza al battito impazzito del mio cuore mentre cerco disperatamente di calarmi. Il suono di un corno raggiunge le mie orecchie e inizialmente mi congelo al solo pensiero che possano essere gli orchi ma poi torno in me. Il suono è troppo dolce, perché mai qualcuno dovrebbe raggiungerci in questo momento se nessuno ha chiesto aiuto?

Mi affretto ad uscire, completamente pronta, per confermare una teoria che mi rifiuto di credere. Gli uomini di guardia si affrettano a far aprire i cancelli e io mi affretto a raggiungerli. Le enormi porte rivelano un'esercito di elfi, incappucciati, che impugnano fieramente l'arco sulla mano destra, una vera e propria visione. "Credo di non essere mai stata così felice di vederti" Dico ad Haldir mentre si avvicina a me e fa un inchino pronunciato. Theoden è totalmente sorpreso dalla scena che si ritrova di fronte ai suoi occhi "Ma com'è possibile?" Chiede con voce flebile mentre cerca di stabilizzarsi. "Porto notizie da Elrond di Gran Burrone. Un'alleanza esisteva una volta fra elfi e uomini. Molto tempo fa abbiamo combattuto e siamo morti insieme, siamo qui per onorare questa lealtà."

Tutti prendono posto e si preparano alla battaglia, vigili sentinelle osservano dall'alto ogni movimento all'orizzonte e l'unico suono che si sente è il leggero fischio del vento. Da lontano si annuncia un'enorme esercito messo in risalto dalle luci, sembra infinito. Di fianco a me c'è Legolas e di fianco a lui Gimli, la tensione che si sente nell'aria è così fitta che può essere tagliata col coltello. "Potevi scegliere un posto migliore" Protesta il nano spezzando quell'ambiente così silenzioso e irrequieto. Mi fa arricciare le labbra in un sorriso leggero, oserei dire disperato di fronte a quello che contemplano i miei occhi.

Un tuono impetuoso fa tremare ogni cellula del mio corpo e sono costretta ad abbassare lo sguardo di fronte a una tale umiliazione. Nessuno di coloro che mi circondano sembrano averlo notato e questo mi rende solo debole agli occhi degli altri, tremo come una foglia da quando ho sentito il corno degli elfi, anche se sono riuscita a nasconderlo. Legolas sembra aver notato ogni singolo stato della mia ansia e abbandona la sua posizione, la sua mano destra abbandona l'arco e si avvicina alla mia. Le nostre dita si incrociano in una stretta rassicurante mentre la pioggia cade sui nostri volti forte e impetuosa armata di fredde gocce che bruciano la pelle in questo giorno d'inverno.

"Incoccare!" Grida Aragorn da lontano e tutti li arcieri, compresa me, si preparano. Probabilmente questa sarà la prima e ultima battaglia epica della mia vita quindi credo di essere pronta a giocarmi una carta vincente. Prendo tre frecce e le posiziono tra le mie dita, pronte ad essere spedite allo stesso momento. Legolas mi guarda scioccato "Cosa fai?" Mi porto le dita vicino all'angolo delle labbra e fisso le mie vittime "Uccido tre piccioni con una freccia. O forse dovrei dire con uno sparo?" Si lascia scappare una risata sorpresa senza abbandonare la sua posizione. "Hai idea di quanto sa complicata quella mossa?" Chiede mentre fissa il branco di orchi di fronte alla fortezza. "Mi stai sottovalutando?" "Mai" Si limita a rispondere.

"Scoccare!" Grida nuovamente Aragorn e abbandoniamo la presa sulle frecce lasciando che si cavino nel petto dei nemici. Ognuna delle mie frecce colpisce a morte tre orchi e questo mi fa guadagnare quel poco di fiducia che basta a farmi combattere con onore e coraggio. Viene dato l'ordine di creare una pioggia di frecce e a ogni mio lancio ne cadono a terra tre, cosa che lascia i miei compagni senza parole. Poco sanno che ho passato decine di anni a perfezionare quel lancio e che non lo sbaglierei nemmeno se ci provassi.

Gli orchi vengono abbattuti a centinaia al minuto, ma sono troppi, non riusciamo a sovrastarli e incominciano a scalare le mura di pietra.

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Eccoci finalmenteeeee! Credetemi, probabilmente sono più felice io di voi per essere riuscita finalmente a riprendere la mia cara storia. Ho già messo mani al capitolo 33 quindi FORSE riesco a postare entro lunedì prossimo ma non voglio fare altre promesse che non riesco a mantenere!

Che ci crediate o no ci avviciniamo sempre di più alla fine di questa storia e quindi la voglia irrefrenabile di scrivere mi colpisce più di prima. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se è così lasciatemi una stellina!

P.s. Non ho corretto questo capitolo quindi se trovate errori segnalateli per favore. Vi voglio un mondo di bene!

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