Il sole inizia lentamente a nascere da est, e i suoi raggi sfiorano ogni cosa donando luminosità e calore all'ambiente. Galadriel guarda Aliris mentre riposa estesa su quel letto dove gli incubi non le permettono di avere una notte serena, dove le preoccupazioni e la memoria hanno preso il sopravvento. Si avvicina al corpo della ragazza e con leggerezza posa un bacio sulla sua fronte, andando via dalla stanza per raggiungere la barca che la porterà ad ovest. Aliris si sveglia di scatto non appena le porte si chiudono, si alza velocemente e si rimette l'armatura insieme ai vestiti che sono stati preparati e ripuliti la sera prima capendo di essere in ritardo. Non appena finisce si guarda allo specchio, prendendo un respiro profondo per poi uscire dalla stanza.
Scende velocemente le scale e va verso i suoi compagni che sono in piedi, uno accanto all'altro, per dare un ultimo saluto prima di ripartire. Aliris si posiziona in piedi vicino a Merry mentre Celeborn li veste con le toghe elfiche. "Mai prima d'ora abbiamo vestito stranieri con indumenti della mia gente. Che questi mantelli vi facciano da scudo contro occhi ostili" A queste parole la compagnia dell'anello inizia a preparare le barche a loro offerte con tutto il necessario per il viaggio.
Aliris, poco prima di raggiungere i compagni, scorge in lontananza una barca bianca sul fiume. La guarda per svariati minuti fino a quando capisce che sua zia abbia dovuto lasciare Lorien, e lentamente capisce anche perché abbia voluto parlarle la sera prima e non aspettare al giorno seguente. Vede Merry e Pippino seduti su una delle tre barche a disposizione che guardano attentamente Legolas mentre carica gli ultimi pacchi. "Lembas; pane da viaggio elfico. Un piccolo morso riempie lo stomaco di un uomo adulto" Dice l'elfo poco prima di andare ad aiutare Aragorn e Boromir. "Detesto il pane elfico" Sussurra la ragazza poco dopo avvicinandosi agli hobbit che scoppiano in una risata alquanto contagiosa. "Non ha sapore" Dice infine prima di andare verso la terza barca, ovvero quella in cui sono anche Aragorn, Frodo e Sam ormai pronti per partire.
Iniziano ad avanzare lentamente per quelle acque dai toni verdi che a contatto col sole diventano specchio dell'anima, dove chi ci si riflette non si vede più lo stesso. I contorni pieni di alberi verdi, che lasciano le proprie foglie cadere nell'acqua fanno diventare l'ambiente simile a un pantano. Le acque scure non permettono all'occhio di penetrare in quelle profondità dove si cela la casa dei pesci e di provabili tesori persi col tempo trasportati dalle onde, perché si sa che il mare è come la sorte; non ritorna mai indietro da chi lo ha perso. Infine le montagne lontane piene di neve nelle punte più alte, che contornano il paesaggio.
Legolas e Gimli vanno sulla stessa barca e dopo quasi un'ora di silenzio tombale il nano decide di parlare "Ho ricevuto la ferita più grande con questa partenza. Ho guardato per l'ultima volta la cosa più bella. D'ora in poi non ci sarà nulla di bello oltre il suo dono a me" "Che cosa ti ha donato?" Chiede l'elfo "Le avevo chiesto un capello della sua chioma dorata, me ne ha dati tre"
A questa risposta l'elfo sorride, senza mai smettere di remare, pensando alle parole che il nano ha detto prima d'ora in poi non ci sarà nulla di più bello, con un tono carico di melanconia al pensiero di non poter rivedere mai più la Dama della Luce. Forse il nano non vedrà nient'altro che ai suoi occhi apparirà bello, forse per lui ora il mondo ha perso i suoi colori e il suo incanto, forse non riuscirà a guardare nessun altro nel modo in cui ha guardato Galadriel. Nella mente dell'elfo invece appare subito un'immagine, la cosa a lui più bella, dalla quale ormai non saprebbe fare a meno, che le da speranza anche nei momenti in cui pensa che tutto sia perso, che un suo sorriso basterebbe a colmarle il cuore per periodi lunghissimi: solo lei poteva essere.
Percorrono quel fiume allungo senza vedere altro che alberi, alberi e ancora alberi. Sono ben lontani da Lorien e le enormi montagne iniziano a farsi sempre più vicine, ormai la neve non si vede più, è stata rimpiazzata da centinaia di alberi verdi e grandi. Aliris contempla l'acqua, lasciando che i suoi occhi vaghino tra le montagne e l'ambiente attorno, facendo dei respiri profondi e lunghi dall'odore fresco dell'acqua.
All'improvviso si gira di scatto facendo tremare leggermente la piccola barca. Le sue orecchie hanno percepito un suono forte ma lontano, molto lontano. A ogni passo che tocca terra lei sente le foglie scricchiolare, i rami spezzarsi e la terra schiacciarsi sotto al peso della creatura che si cela dietro così tanti alberi. Aragorn si gira leggermente senza smettere di avanzare "Cosa hai sentito?" Chiede l'uomo "Dei passi, lontani ma continui" risponde la ragazza "Ci inseguono ormai da molto, anche se prima erano impercettibilmente lontani ora iniziano ad avvicinarsi" Interrompe l'elfo mantenendo lo sguardo dritto davanti a se con un'espressione seria e concentrata che risalta i suoi lineamenti delicati.
Dopo circa ore di tragitto raggiungono la riva dal lato destro del fiume quando cala la notte, accomodano i letti improvvisati con delle semplici coperte estese a terra per dormire e cercano di richiamare i sogni. Aliris si siede su una delle rocce a guardare le acque illuminate solo dalla luce della luna, quando ormai tutti dormono. Quella superficie così limpida e così scura che si muove a ogni soffiata del vento è ipnotizzante e riesce lentamente a farle catturare il sonno così desiderato. Appoggia le dita senza pensarci sulla collana che porta, la pietra bianca non si illumina ormai da tanto e la ragazza non riesce a non domandarsi il perché, ma ancor di più vorrebbe capire la ragion per cui essa si accende, se forse sia un luogo, forse una temperatura specifica o forse il pericolo. Tuttavia pur avendo fatto mille ipotesi, Aliris è ben lontana dalla vera ragione.
La mattina dopo riprendono per la via marittima e attraversano un corridoio d'acqua delimitato da grandi montagne rocciose, che impediscono alle piante di proliferare. Avanzando ancora arrivano a una parte dove l'acqua si estende di fronte a loro trovano mostrando due enormi e possenti statue; due re vi sono raffigurati, entrambi con la mano sinistra alzata in avanti e il palmo della mano esteso. Indossano degli elmi di stili diversi; quello a sinistra porta nella mano destra una spada appoggiata al ventre con la punta fissa a terra. Quella a destra invece è quello più giovane e sorregge un'ascia con la mano destra che sembra appoggiata alla montagna. Sono gli Argonath, nonché la stirpe di Aragorn, li antichi re.
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Finalmente arriviamo a terra, dopo così tante ore in acqua. Scendiamo dalle barche e con qualche ramo secco accendiamo un fioco dopo aver scaricato i bagagli. "Attraversiamo il lago al calare del sole. Nascondiamo le barche e andiamo avanti a piedi. Raggiungiamo Mordor da nord" Dice Aragorn alle mie spalle con le ultime cose da portare. Guardo l'acqua che oggi mi sembra più chiara, è azzurra e si intravede il fondo della parte meno profonda. "Ah si?" Sento dire al nano e mi giro per capire cosa insinui. "Un modo semplicissimo di farci strada tra gli Emyn Muil. Un labirinto impossibile di rocce affilate come lame dopodiché va ancora meglio! Un suppurato, puzzolente terreno paludoso fin dove occhio può vedere" Si lamenta Gimli.
Capisco che la strada può essere ardua, ma lo diventa ancora di più se pensi a cosa devi affrontare. Non mi importa sinceramente quanta strada o quanti pericoli dovremmo affrontare, mi fido ciecamente dei miei compagni, perché se lo sono guadagnati, e so che se Aragorn ha scelto di raggiungere Mordor da nord c'è una buona ragione. Pur sapendo teoricamente tutto quello che ci aspetta, non oso proferire parola in segno di lamentela, ho scelto io di unirmi alla compagnia e di sicuro non sarò io quella che dirà quale strada sia giusta o sbagliata non conoscendone praticamente nessuna.
"Questa è la nostra strada. Ti consiglio di riposare e di recuperare le forze Mastro Nano" Risponde Aragorn semplicemente avvicinandosi poi a Legolas. Mi siedo appena di fronte all'acqua su una roccia, a gambe incrociate. Mentre guardo il paesaggio mi chiedo se mamma e papà stiano bene, tra una settimana e mezza potrebbero arrivare a Gran Burrone e non trovarmi. Mi chiedo quale possa mai essere la reazione di mio padre, due cose sono certe: o sarà fiero di me per aver intrapreso una tale avventura senza mai aver conosciuto niente oltre le mura del palazzo o sarà terribilmente irato. E' palese che sarà arrabbiato ma mi conforta avere un'altra opzione, anche se è solo quello che io vorrei e non quello che succederà. "Dov'è Frodo".
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Ok guys, da settimana prossima ritorniamo alla normalità! Godetevi questo capitolo e portate pazienza.
Adesso posso dire di riuscire a tornare a postare ogni Sabato senza problemi!
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Crystallized Heart||Legolas Greenleaf||
Fanfiction[Nella storia seguo fedelmente la trama della trilogia del signore degli anelli con un unico cambiamento; l'aggiunta di un personaggio] Il regno di Deletria è un posto appartato, nascosto agli occhi degli uomini che voglio sfruttare il potere dei su...